Rivergaro
è un comune della provincia di Piacenza. Il
suo nome deriva da quello del torrente che lo attraversa
il rio Vergario, affluente della Trebbia oggi completamente
coperto, il borgo prese nel tempo i nomi di: Rivalgario,
Rivalegario, poi in ultimo Rivergaro. Rivergaro è
situato nella media Val Trebbia, nella zona dei Colli
piacentini, nel punto in cui la pianura finisce e
la valle comincia a stringersi. La parte nord del
suo territorio è pianeggiante mentre quella
sud è collinare. Si trova lungo la Strada Statale
45 di Val Trebbia sulle riva destra del fiume Trebbia.
ETIMOLOGIA
E' un composto di rivus e varicarium, ossia "rio
del guado". Secondo altri, il nome si riferisce
a rivus ilicarium, dal nome di pianta ilex, leccio.
DA
VEDERE
Santuario della Madonna delle Grazie al castello,
sorge sulle rovine del castello in posizione elevata
sovrastante la piazza, presenta elementi di stile
Romanico, meta di pellegrinaggi si raggiunge con una
strada in forte pendenza.
Villa Anguissola-Scotti, progettata da Lotario Tomba
nel 1778 sulle fondazioni di una fortificazione del
XI secolo.
Chiesa di Sant'Agata, posta a fianco della villa è
realizzata in stile neoclassico dall'architetto Tomba.
Oratorio di San Rocco, riedificato nel 1613 ospita
una Madonna con bambino tra i santi Lucia e Biagio
del Pitocchetto.
CASTELLO
DI OTTAVELLO
Castello di Ancarano, ha una parte antica con due
torrioni rotondi e una rinascimentale.
Rocca di Niviano, di proprietà dei Malaspina
sin dal XII secolo nel 1462 vide una sanguinosa battaglia
dove Ludovico Gonzaga, inviato da Francesco Sforza,
sedò la rivolta dei popolari (7000 contadini)
guidati da Onofrio Anguissola.
TURISMO
Per la sua felice posizione lungo il fiume, con il
territorio leggermente digradante sulle prime colline,
ha una spiccata vocazione turistica, sia per turismo
di passaggio essendo punto obbligato per l'accesso
all'alta val Trebbia, ha buoni punti panoramici e
un lungo fiume attrezzato, sia per quello residenziale
con molte seconde case per vacanze. Buona la disponibilità
ricettiva con numerosi agriturismi, trattorie e ristoranti,
sparsi anche nelle più piccole frazioni, che
propongono i piatti della cucina piacentina e i vini
locali. Nella parte di pianura ben sviluppata l'agricoltura
anche se si stanno sviluppando le zone industriali-artigianali.
CASTELLO
DI MONTECHIARO
Il castello di Montechiaro, in località Rallio,
appartenne ai Malaspina, fu assalito dai popolari
nel 1234 quando i nobili ghibellini trovarono rifugio
tra le sue mura. Passò agli Anguissola e ai
Morando. Presenta una struttura particolare con al
centro un imponente mastio a base quadrata circondato
da tre cinte murarie, la piu interna alta 15 m. di
forma esagonale, le altre ellittiche. Posto sui primi
rilievi collinari dell'appennino piacentino domina
la val Trebbia. Con lo scomparso castello di Rivergaro,
che si trovava poco più a valle, e con i castelli
di Statto e di Rivalta, posti sull'altro lato del
fiume, formava un quadrilatero difensivo che controllava
il caminus Genue la strada che da Piacenza portava
a Genova mettendo in comunicazione la pianura padana
con il mare. Citato come castrum Raglii negli annali
piacentini col nome dalla vicina frazione Rallio.
La parte più antica della costruzione, la torre,
come testimoniano particolari architettonici, sembra
risalire al XI secolo quando era caposaldo, verso
la pianura, della famiglia Malaspina. Fu distrutto
nel 1234 dai polari piacentini che lo assaltarono,
come quelli di Rivergaro e Pigazzano, poiché
vi si erano rifugiati i nobili fuggiti dalla città
di Piacenza. Rimase sicuro rifugio dei Ghibellini
dal 1312 passando dai Malaspina ai Quattrocchi, da
loro agli Anguissola che resistendo agli assalti dei
Fulgosio che volevano impadronirsene. Gli Anguissola,
che ne mantennero il possesso per tre secoli, lo cedettero
nel 1652 al letterato Bernardo Morando, che cercò
di avviare nei primi anni del 1700 lo sfruttamento
dell'olio di sasso, affioramento di una vena petrolifera
nei pressi di Rallio. Venne ampliato nel XIV secolo
e rimaneggiato per adattarlo alle esigenze di una
residenza signorile nel corso del 1770. Passò
poi ai Casati, agli Schippisi e dal 1990 è
di proprietà della famiglia Gattengo che lo
ha restaurato.
CENNI
STORICI SU RIVERGARO
L'importanza della posizione strategica di Rivergaro,
a controllo dell'accesso alla val Trebbia via di comunicazione
con il mare, è testimoniata dai nomi dei presidi
e stazioni di posta situati lungo la strada romana,
nomi che sono rimasti alle frazioni di Ottavello (octavum
milium) e Niviano (nonum milium).
Ma
il periodo più movimentato iniziò nel
XI secolo, con le lotte tra guelfi e ghibellini, quando
nella città di Piacenza avevano la meglio i
guelfi o popolari i nobili ghibellini trovavano rifugio
nei castelli del contado, Montechiaro, Ancarano, Pigazzano,
Rezzanello. Nel castello di Rivergaro, distrutto da
Carlo VIII di Francia nel 1495, si asserragliarono
per un anno i nobili guidati da Obizzo Malaspina nel
1233. La proprietà della rocca fu contesa per
secoli fino all'avvento dei Visconti che imposero
una figura singolare e nuova: il capitano del Divieto,
uomo di fiducia scelto al di fuori delle dispute locali
per riscuotere le gabelle e amministrare l'ordine
pubblico, che non riuscì a placare la guerra
civile in atto tra la nobiltà fino a che nel
1548 tutta la zona divenne possesso degli Anguissola-Scotti.
Durante
la seconda Guerra Mondiale fu teatro di scontri con
le brigate partigiane guidate dal capitano Alberto
Araldi detto Paolo a cui è dedicata la piazza
principale e il suo monumento.