LINGUA POINT - REGGIO EMILIA











Reggiolo
 
MAPPA INTERATTIVA

Nella “Bassa Reggiana” sul confine con la Lombardia, scopriamo Reggiolo, città che deve il toponimo al latino "razza" (cioé “spineto”). Questa zona era in effetti formata da paludi intercalate da sterpi; i Romani vi si insediarono dopo averle bonificate seguendo la centuriazione e il sistema stradario basato sulla Via Emilia. Il primo documento attestante il centro abitato è del 1044, in seguito trasformato in una vera e propria città fortificata in grado di difendere i confini. Nel 1242 venne costruita una rocca che determinò anche lo sviluppo dell’abitato e l’attuale centro storico è proprio strutturato attorno ad essa. Il Castello é tra i più importanti esempi di architettura fortificata: di pianta quadrangolare, possiede quattro torri agli angoli e mura merlate mentre nel cortile interno si innalza una imponente torre centrale. Merita una visita anche la Chiesa Parrocchiale di S. Maria Assunta (1858) dello stesso progettista del Teatro Comunale di Reggio Emilia. Nell’ambito di un simile patrimonio storico-monumentale si è provveduto alla ristrutturazione di alcuni palazzi, il tutto rivolto al miglioramento urbanistico,

Segnaliamo la Sagra di S. Venerio, Santo protettore di Reggiolo, aperta dalla Fiera di Luglio, basata su manifestazioni, eventi ed esposizioni di vario genere. Come altre fortunate località dell'Emilia, anche qui apprezzeremo i piatti tipici della regione che contribuiscono ad un turismo anche gastronomico; imperdibile la Fiera della Zucca a settembre, dove gusteremo, tra l’altro, anche il piatto tipico della zona: i tortelli di zucca. Tra le realtà economiche di Reggiolo vi segnaliamo la Alba Milagro International SpA, leader nella produzione di fertilizzanti speciali, presente da anni sui mercati nazionali ed internazionali; i formulati, specifici per le colture da reddito, consentono l’ottimizzazione delle rese in termini quantitativi e qualitativi. La Cooperativa Muratori Reggiolo s.c., é un’impresa che opera nel settore costruzioni, produzione di inerti e calcestruzzo preconfezionato e gestione della case protette; costituita nel 1907, da sempre con sede a Reggiolo, nel 2005 ha sviluppato un valore della produzione di 123 milioni, un utile di 3 milioni ed ha un patrimonio netto di 33 milioni. In questo contesto di economia molto attiva Lavorint è un’Agenzia per il Lavoro che - come dichiara Carla Arigoni Area Manager del Gruppo - focalizza l’attività su un duplice obiettivo: offrire alle aziende locali la flessibilità necessaria per guadagnare in competitività sul mercato e garantire continuità occupazionale ai propri dipendenti in missione. Concludiamo la nostra visita segnalandovi il Centro Socio Riabilitativo Sartoretti ubicato nel parco all’interno del territorio Comunale di Reggiolo; la struttura offre due tipi di Servizi: Residenziale e Diurno rivolti a rispondere ai bisogni delle persone con disabilità congenita o acquisita. Il centro è gestito secondo la modalità operativa della co-progettazione tra Cooperativa Sociale Coopselios e Azienda USL.

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Quanto mai ricca si presenta la storia del comune di Reggiolo e del suo territorio ed è per questo difficile tentarne una ricostruzione esaustiva. Tuttavia abbandonata qualsiasi pretesa in questo senso e posto come obiettivo quello di tracciarne un quadro d'insieme un modo per iniziare è prendere le mosse dall'origine del toponimo. Al proposito la più attendibile delle ipotesi sembra essere quella che riconduce il nome Reggiolo al termine latino medievale "razza" , ovvero "rovo, spineto" , in ricordo della natura selvatica del luogo. Infatti se ripercorriamo a ritroso la storia di questo territorio fino ad arrivare allo "status quo" prima dell'avvento dei Romani, è certo che anche questa zona rientrava nella grande pianura del Po, costituita allora da una distesa immensa di paludi, acquitrini e laghi intercalati a sterpi e boscaglia, il tutto sostanzialmente privo di argini. Per non dar torto a nessuno ricordiamo anche altre due ipotesi riguardo all'origine del toponimo, vale a dire quella che lo collega al sostantivo "radius", "fossato difensivo", e quella che lo fa derivare più semplicemente da Reggio. Comunque sia quello che sappiamo con certezza è che i Romani, una volta completata la conquista dell'Emilia Occidentale, si insediarono in queste zone dopo averle bonificate. Gli insediamenti avvennero seguendo la centuriazione e il sistema stradario aveva il suo asse por tante nella Via Emilia, e si articolava nelle arterie dei cardi e dei decumani. Sappiamo che In prossimità dei "municipia" si innestavano cinque cardi maggiori il più orientale dei quali sarebbe diventato quella "strada vecchia di Reggiolo" conosciuta nel 1142. L'imponente opera di trasformazione ed organizzazione del territorio attuata dai Romani venne vanificata dal processo di decadenza che ebbe iniziò dal IV secolo d.C.; i campi abbandona ti dall'uomo venivano ben presto riconquistati dalla palude e dalla boscaglia, man mano che andava scomparendo il peso della presenza dell'organizzazione civile. Contro questa tendenza agì l'opera dei monaci delle grandi abbazie benedettine che a partire dal VIII secolo furono i protagonisti di una ripresa sistematica della bonifica delle campagne e tra queste ne beneficiò anche quella di Reggiolo. Il primo documento attestante l'esistenza di un centro abitato coincidente con Reggiolo è del 1044 e consiste in un atto con il quale la madre di Matilde di Canossa, Beatrice acquistava sei corti da un certo Gotifredo. Il centro originario era dotato, tra gli altri edifici, di una Chiesa dedicata a S. Venerio, un eremita spezzino il cui culto era allora abbastanza diffuso nel reggiano. In seguito il centro venne ceduto in enfiteusi dal vescovo di Reggio a Bonifacio di Canossa, marito di Beatrice. Abbiamo notizie accanto alla corte anche dell'esistenza di una "piscaria"; si doveva trattare di due entità limitrofe ed al tempo stesso distinte. La corte fu donata all'importante Abbazia di Frassinoro, mentre la chiesa di S. Venerio si trovò a dipendere dalla Pieve di Fabbrico. La contessa Matilde di Canossa si affezionò molto a questi luoghi per i quali nutrì una sicura predilezione, in particolare per quella corte di Bondeno di Roncore identificata oggi con l'attuale Bondonazzo. Abbiamo già detto di come la piccola corte venne donata da Beatrice di Canossa a all'Abbazia di Frassinoro, che prese ad esercitare in tal modo la sua signoria sul territorio. A questo punto a determinare le vicende di Reggiolo entrò in gioco un altro fattore fondamentale, ovvero la collocazione geografica al confine tra Reggiano e Mantovano. Infatti fu a motivo del dominio su quell'area detta "Regona Padi "(Pegognaga, Gonzaga, Bondeno degli Arduini e Bondeno di Roncore) che Reggio e Mantova vennero ad un accordo nel 1184 che pre vedeva vent'anni di non belligeranza e di aiuto reciproco. I rapporti tra le due città, regolati dal tratta to appena ricordato, rimasero pacifici fino al all'inizio del XIII quando ripresero le tensioni e Reggio si assicurò il possesso delle quattro località facenti parte dell'area. Ma questo stato di fatto doveva sub ire nuove modifiche nel 1225 quando si decise di attribuire Gonzaga a Mantova, Bodeno degli Arduini a Reggio e le altre due località in comune gestione. Gli scontri con Mantova ripresero in maniera aspra tra 1220 e 1224 e comportarono la distruzione di molti dei "castra" del reggiolese; fu così che Reggiolo venne trasformato in una vera e propria città fortificata in grado di difendere i confini. Dal 1242 Reggiolo sarà dotata di una rocca tra le più importanti del Reggiano e di una strada diretta per la città. La presenza della Rocca e della strada furono determinanti, ben presto il centro abitato si sviluppò attorno al castello ed intorno alla via per Reggio, anche perché come risulta dagli Statuti del 1244 un numero considerevole di persone venne trasferito dall'attuale capoluogo di Provincia a Reggiolo. Il comune reggiano iniziava poi una serie di acquisti di terre dai Signori della Palude, aumentava così la sua possibilità di assegnare ai nuovi abitanti di Reggiolo case e piccoli appezzamenti di terreno. Il centro di Reggiolo continuò ad espandersi, grazie anche all'arrivo di alcune famiglie Ferraresi. In anni di lotte intestine anche Reggiolo dovrà difendersi dagli assalti dei fuoriusciti con la costruzione di una nuova torre difensiva che risale proprio a questi anni. Anche nel Trecento Reggiolo continuò ad essere oggetto di conquista tra diversi pretendenti, fu espugnata ripetutamente dai Sessi e da Obizzo d'Este e nel 1306 fu occupata nuova mente da un esercito di Mantovani e di Veronesi. Nonostante i ripetuti tentativi di Reggio volti a riconquistare la città Luigi Gonzaga nel 1328 costringerà Reggio a rinunciare ad ogni diritto sulla Rocca di Reggiolo. Aveva così inizio la dominazione dei Gonzaga su queste terre che se da un lato intervenne per miglio rare la situazione idrografica del territorio dall'altro si caratterizzò per una politica di pesanti imposizioni fiscali. Dal 1444 al 1456 Reggiolo sarà a capo di un piccolo stato comprendente Gonzaga, Luzzara e Suzzara. I Gonzaga vedranno in Reggiolo sostanzialmente una riserva di caccia, anche per il clima insalubre della Bassa e la precaria condizione del regime delle acque. La più grande opera di bonifica compiuta nella seconda metà del cinquecento fu quella promossa da Cornelio Bentivoglio, signore di Gualtieri, che stapperà un' ingente superficie alla palude. Nel 1693 Reggiolo fu colpita e provata dalla peste e venne smembrata dallo stato di Mantova ed annessa al ducato di Guastalla retto da Ferrante III Gonzaga; questo passaggio non segnò un grosso miglioramento almeno per quanto riguarda la pressione delle tasse e delle restrizioni che continuarono a gravare sulla popolazione reggiolese. Anche in seguito le sorti di Reggiolo non migliorarono; tornato sotto Vincenzo di Gonzaga, signore di Guastalla e di Gonzaga il paese dovrà sopportare continue incursioni di eserciti stranieri sul suo territorio e, causa l'avvenuta estinzione del Casato Guastallese, sarà costretto nel 1746 a giurare fedeltà a Maria Teresa d'Austria, duchessa di Milano e Mantova. In seguito alla Pace di Aquisgrana, le terre del piccolo stato gonzaghesco venivano annesse al Ducato di Parma Piacenza. La stagione di riforme inaugurata dal primo ministro Du Tillot porterà anche per Reggiolo lavori importanti di risanamento idrico, ed edilizio. Sotto il regime Napoleonico Reggiolo riceve l'incarico di curare gli argini della Tagliata. Dopo il Congresso di Vienna, Maria Luigia d'Austria, duchessa di Parma rientrerà in possesso delle vecchie pertinenze guastallesi. Infine Reggiolo insieme a Guastalla e Luzzara, passeranno nel 1848 da Carlo II di Borbone-Parma al duca di Modena al quale rimarrà fino al plebiscito del 1860.


Monumenti
La Rocca. II centro di Reggiolo è strutturato attorno alla sua Rocca. Il Castello ha pianta quadrangolare con quattro torri agli angoli. Le due torri meridionale sono sporgenti mentre quelle settentrionali sono a filo coi muri laterali.L'ingresso al castello si apre al centro della facciata dove sono ancora visibili tracce di un ponte levatoio ed è sormontato da una torre. Nel cortile interno si innalza la torre centrale con funzioni di mastio al cui restauro sappiamo che partecipò anche intorno al 1470 il celebre architetto fiorentino Luca Fancelli; la torre come le altre torri e le mura sono merlate. Gonzaga preferirono al Castello come loro residenza Villa Aurelia e in generale il Castello non ricoprì una funzione residenziale ma piuttosto di tipo militare.Il Castello a cui i reggiolesi sono particolarmente ed a ragione affezionati, rappresenta uno dei più importanti esempi italiani di architettura fortificata, secondo il concetto del castello-recinto medioevale dove avrebbe dovuto ripararsi in caso di bisogno la popolazione . La Chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta. La Chiesa Parrocchiale costruita tra il 1855 e il 1858 da Cesare Costa che fu lo stesso progettista del Teatro Comunale di Reggio, è dedicata a S. Maria Assunta. La chiesa fu costruita su un edificio preesistente ed ha una bella facciata, mentre all'interno presenta una grande cupola centrale e due grandi cappelle laterali.Palazzo Sartoretti. Adiacente Piazza Martiri è situato il Palazzo Sartoretti di origine settecentesca e dalla struttura imponente. All'interno il Palazzo presenta numerose stanze tra cui un magnifico salone per le feste abbellito da preziose decorazioni. Il Palazzo, oggi completamente ristrutturato, è ritornato al suo splendore originario. Ha da sempre racchiuso un ampio giardino interno, che è stato trasformato in Parco; ad esso si accede da un ampio colonnato che si apre sulla piazza del paese e racchiude una grande varietà di specie di alberi alcuni secolari.Villa De Moll. Procedendo verso Brugneto si incontra Villa de Moll che è stata ricostruita nell'800. La villa che rappresenta un ideale di vita elegante e sobrio al tempo stesso è il tipico esempio di residenza di campagna immersa nella natura con un bel giardino sul davanti mentre sul retro si apre un ampio parco.Il Teatro. II teatro di Reggiolo sorge dietro alla rocca e rappresenta un ottimo esempio di stile neoclassico ottocentesco.Oratorio di S. Venerio. II culto di S. Venerio, eremita spezzino si diffuse fin dai tempi antichi nel reggiano. Di esso rimane testimonianza nella cittadina di Reggiolo dove si trova un Oratorio dedicato al Santo ed edificato nel 1775 su una chiesa romanica preesistente.Oratorio di S. Rocco. Da piazza Martiri proseguendo per Via Matteotti si incontra l'Oratorio di San Rocco, seicentesco e già sede della Confraternita del SS. Sacramento.Villa Fassati. Un' altra bellissima villa sorge in prossimità della Torre della Rocca immersa in un verde parco, si tratta di Villa Fassati, iniziata nel 1761.Villa Gorna. Altro splendido esempio di villa di campagna.Villa Aurelia. A testimoniare i fasti della dominazione dei Gonzaga troviamo la Tenuta Aurelia. La Villa casa di campagna , fu fatta costruire dai Gonzaga che la elessero a loro residenza estiva e fu meta di nomi illustri. La corte-palazzo fu costruita sopra un precedente casino di caccia.Chiesa Parrocchiale di Villanova. Tra gli edifici religiosi di una certa importanza si ricorda la Chiesa Parrocchiale di Villanova, eretta nel 1856, all'interno della quale si può ammirare l'elegante altare maggiore in marmo trasportato nella Parrocchiale un anno dopo la sua costruzione.Chiesa Parrocchiale di Brugneto. Altra bella chiesa Parrocchiale è quella di Brugneto, santuario mariano del Settecento. Nella chiesa è custoduta una piccola tela del Cinquecento, che raffigura l'immagine della Madonna detta dello Spino, venerata in quanto ritenuta miracolosa.Bondanazzo. A Bondonazzo, la Bondeno di Matilde di Canossa, a circa due chilometri di distanza da Reggiolo, si trova un antico edificio, ora semplice corte agricola forse del Cinquecento e ristrutturato nel XVIII e XIX secolo che incorpora probabilmente i resti della corte nella quale morì nel 1115 la Contessa.


Itinerari
In Piazza Martiri si trova la rocca di origine medievale è il fulcro della cittadina. La rocca si è andate, costituendo attorno all'alta Torre del 1242 e venne ampliata in epoche successive. Poco spostato rispetto alla Rocca si trova il Teatro cittadino, immerso in una cornice verde costituita dai viali alberati circostanti la Piazza. Sul lato meridionale di Piazza Martiri sorge Palazzo Sartoretti. Il Palazzo fu costruito nel settecento dall'omonima famiglia la quale, proprietaria di altri palazzi a Guastalla e Mantova, lo tenne fino al 1980 quando divenne proprietà del Comune di Reggiolo. Sul retro si apre il magnifico Parco Sartoretti. Sul lato occidentale della Rocca, anch'essa circondata da un bel parco si trova Villa Fassati. Proseguendo verso Brugneto si incontra Villa de Moll, immersa nel verde. Quasi al confine del Comune proseguendo per Via Guastalla si trova la Chiesa Parrocchiale di Brugneto in cui si venera l'immagine miracolosa della Madonna dello Spino. Ritornando a Reggiolo e presa via Roma a 400 metri si trova l'Oratorio di S. Venerio, del 1775 e che sorge su una preesistente chiesa romanica. Proseguendo per Via S. Venerio si incontra sulla sinistra e scostata dalla strada Villa Aurelia, dimora prediletta dei Gonzaga. Presa Via Matteotti da Piazza Martiri, si incontra il seicentesco Oratorio di S. Rocco, sede della Confraternita del SS. Sacramento. Proseguendo qualche metro più avanti a sinistra si imbocca V. Vittorio Veneto che conduce alla Chiesa intitolata a S. Maria Assunta, parrocchiale di Reggiolo. Ritornando in Via Matteotti si prosegue per Borgo Trieste; dopo qualche chilometro si incontra Villa Gorna, bellissima villa di campagna rifatta all'inizio dell' Ottocento. Due chilometri più avanti si incontra la Chiesa Parrocchiale di Villanova del 1856, ovvero quando la borgata di Reggiolo venne eretta in parrocchia autonoma. A circa due chilometri da Reggiolo si trova il Bondanazzo, già Bondeno di Roncore dove morì nel 1115 Matilde di Canossa.


Gastronomia
La tradizione gastronomica locale vanta prodotti semplici e genuini.Il formaggio grana la cui importanza nutrizionale è universalmente riconosciuta e che ne fa un alimento spesso consigliato nella dieta alimentare è ancora usatissimo nella preparazione di piatti o gustato da solo sulle tavole delle famiglie del posto. Altro protagonista conosciutissimo della cucina di queste zone è il gnocco fritto, che potremo gustare accompagnato con del buon vino lambrusco e salumi nelle trattorie e nelle case, ma anche in occasione delle feste paesane o delle fiere. Il gnocco fritto non va confuso con lo gnocco, altrettanto diffuso, con il quale si intende l'impasto cotto al forno, tradizionale merenda dei ragazzi. Andando con ordine vogliamo ricordare tra i primi piatti i tortelli verdi, sorta di ravioli con ripieno a base di bietole o spinaci, e i tortelli di zucca. Come tante altre fortunate città e paesi dell'Emilia anche a Reggiolo potremo mangiare i cappelletti in brodo, le lasagne, le tagliatene al ragù, i maltagliati coi fagioli e i gnocchi di patate. Tra i secondi piatti figurano il bollito con salsa verde, lo zampone o cotechino con fagioli o purè, il coniglio o il pollo cucinati alla cacciatora.Molto apprezzato ed esportato anche all'estero è il Lambrusco Reggiano, dal colore rosato o rubino che si accompagna bene al pranzo dagli antipasti fino ai secondi, oltre che con il Parmigiano Reggiano.Non si può non parlare infine della zucca che rappresenta la base di numerosissimi piatti e ricette dai primi ai secondi ai dolci. Tra tutti trionfano i famosi e tradizionali tortelli di zucca, che vengono celebrati in occasione della Festa della Zucca che cade l'ultima settimana di settembre di ogni anno.

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