Montecchio
Emilia è un comune della provincia di Reggio
Emilia in Emilia-Romagna. Montecchio Emilia si trova
alla base degli appennini, sul torrente Enza ed è
un sito strategico in quanto è situato a metà
tra Parma e Reggio Emilia e all'incrocio di numerose
strade provinciali. È considerato il centro
più importante della Val D'Enza. La zona industriale
è molto importante.
LA CHIESA DI SAN DONNINO
La chiesa di San Donnino martire è una chiesa
di Montecchio Emilia. Si tratta di una delle due parrocchie
cattoliche del comune, appartenente alla diocesi di
Reggio Emilia. La chiesa sorse probabilmente come
oratorio alla fine del IX secolo e fu ricostruita
alla fine dell'XI secolo in stile romanico. Fu una
pieve, ricordata in un documento del 1233 come "plebis
di Monticulo", dotata di fonte battesimale. La
chiesa venne ricostruita tra il 1596 e il 1600, invertendo
l'orientamento originale, e le fu aggiunto un campanile,
completato nel 1948. Nel 1613 venne ricostruita la
canonica. La facciata presenta un avancorpo centrale
sopra un portico a pilastri che ospita il portale
di accesso alla navata centrale, sormontato al centro
da una nicchia con la statua del santo. Le navate
laterali hanno accessi indipendenti ai lati del portico.
L'interno è a tre navate divise da pilastri
che sostengono archi ribassati, con sei cappelle per
lato. In fondo alla navata centrale, coperta da volte
a vela, si trova il presbiterio, terminante in un'abside
semicircolare , che ospita un coro ligneo ottocentesco.
Ai lati del presbiterio si trovano altre due cappelle
dedicate una alla Madonna delle Grazie nella quale
è riposto il Santissimo Sacramento e l'altra
a San Francesco d'Assisi.
Il coro ligneo in noce è opera degli ebanisti
intagliatori Brindani di Montecchio. La grande croce
che pende dal soffitto è in legno dipinto con
pigmento bianco mentre il crocifisso è in carta
pesta policroma. Tutte le vetrate della chiesa sono
opera novecentesca di preziosa tradizione artigianale
dei F.lli Poli di Verona e rappresentano un ciclo
unitario completo dei temi fondativi dell'esperienza
cristiana.
L'altare maggiore, spostato in seguito alla riforma
liturgica nel XX secolo, è decorato anteriormente
da un paliotto settecentesco al cui centro si nota
la figura del soldato Donnino, con la testa in mano
e una croce al posto della testa. La scena disegnata
nel paliotto è invitante e stimola ad entrare.
Chi entra in questa chiesa deve sentirsi un pellegrino
in cammino verso il Signore e la chiesa deve significare
questa escatlogia dell'assemblea.
Il presbiterio ospita la tela di Jean-Baptiste Le
Bel con San Donnino, del 1720. In una delle cappelle
laterali si conserva il fonte battesimale del XII
secolo.La Pieve è aggregata alla diocesi di
Reggio Emilia e in seguito fu dichiarata di libera
collocazione indipendente dal Vicario soggetta direttamente
al Vescovo (1828). Il fonte battesimale risalente
al XI secolo viene collocato nell'attuale ubicazione
(1865). Per avere una visione completa delle foto
della chiesa vedi il sito " istituto onnicomprensivo
di Montecchio Emilia".
IL CASTELLO
Il castello di Montecchio è stato un edificio
difensivo. Il castello delimita, dal lato ovest, il
centro storico di Montecchio. Presenta una pianta
quadriltera irregolare, frutto delle riparazioni che
si sono susseguite nel corso dei secoli. La parte
più antica, ossia quella dell'orologio, risale
al periodo matildico. Entrambe le torri sono dotate
di copertura e di un giro completo di merlatura. In
un documento del 1114, firmato da Matilde di Canossa,
vi è il primo riferimento al castello che,
data la sua posizione strategica, a ridosso del corso
dell'Enza, svolgeva un'importante funzione nel sistema
difensivo pedecollinare progettato dai Canossa.
Nel XIII secolo fu occupato dal comune di Parma che
però dovette combattere a lungo le signorie
ed i vescovati vicini per manterlo. Nel 1247 la ghibellina
Parma cadde nelle mani dei guelfi, ma Montecchio rimase
fedele all'imperatore. Assunsero quindi il comando
del castello i Vicedomini, che ne mantennero il possesso
fino al 1348. Nel 1317 Gilberto da Correggio lo distrusse
e lo smantellò e nel 1348 Obizzo III d'Este
lo cedette ai Visconti, che ne cacciarono i precedenti
feudatari e v'imposero un loro vicario, fortificandolo
ulteriormente.
Nel 1426 la rocca venne restaurata per mano di Agnolo
della Pergola. Tra il 1440 ed il 1455 subì
diversi interventi, così come sotto le successive
dominazioni di Guido Torelli e degli Estensi, che
nel 1486 occuparono definitivamente Montecchio.
Tra il 1813 ed il 1823 vennero edificati i portici,
sul lato rivolto verso la piazza.
ORIGINI E CENNI STORICI
Montecchio era anticamente chiamata Monticulum, per
la natura del terreno sul quale è sorto il
paese, formatosi con le colmate portate dalle alluvioni
delle acque del fiume Enza che scendevano dall’Appennino.
Sopra quelle alture sorsero le primordiali abitazioni
di coloro che ritennero il luogo sicuro dalle acque
ed i terreni alluvionali molto fertili ed atti alle
coltivazioni agricole. Il territorio fu dapprima di
dominazione etrusca e poi romana, epoca che oltre
ad una necropoli ha lasciato tracce in frammenti di
utensili, vasi, monete, i resti di una lapide celebrativa
di un’opera pubblica del I e II secolo, una
crocetta pettorale laminata in oro che si cucivano
sul vestito i primi cristiani sacerdoti o guerrieri
nel V e VI secolo. Le testimonianze più antiche
sono costituite da pugnali ed asce di pietra tipiche
del neolitico poi oggetti di bronzo. I reperti degli
strati superiori mostrano una significativa evoluzione
dal bronzo finale all’età del ferro.
Montecchio medioevale con le sue fortificazioni (baluardi,
bastioni e rocche) altamente difensive ed offensive,
ma anche per la sua posizione geografica e strategica,
è stata poi per secoli ambita e contesa, passando
con alterne vicende dal dominio della Chiesa a quello
dei Visconti, dei Barbiano, degli Sforza, dei Gonzaga,
dei Farnese, degli spagnoli, dei francesi, seguendo
poi, in età moderna, le vicende del Ducato
Estense. Montecchio è nominata in parecchi
documenti esistenti negli archivi di Reggio e Parma:
uno di essi, un privilegio imperiale, porta la data
dell’8 giugno 781. Aderisce alla Repubblica
Cispadana ed a quella Cisalpina, per entrare poi a
far parte dell’Italia unita, come Comune dal
nome Montecchio Emilia per distinguerlo da altri Montecchio,
per mezzo di un decreto del dittatore Farini il 27
dicembre 1859, data questa che coincide col primo
consiglio comunale montecchiese.