Minerbio
è un comune della città metropolitana
di Bologna, in Emilia-Romagna. E' lambito dal canale
di bonifica Allacciante Circondario. Il comune fa
parte dell'Associazione Terre di Pianura insieme ai
comuni di Budrio, Granarolo dell'Emilia, Malalbergo,
Baricella e Molinella. Il distretto industriale di
Minerbio è molto sviluppato. Tra le industrie
più importanti Caterpillar (meccanica), Renner
Italia, Inver (chimica delle vernici) e Reglass (manifatturiera
dei materiali compositi in carbonio).
ETIMOLOGIA
Il toponimo viene fatto comunemente derivare da Minerva
per la probabile presenza in epoca romana di un tempio
dedicato a questa Dea derivando quindi dal latino
Minervium.
EDIFICI STORICI
Palazzo Isolani.
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista.
IL
CASTELLO DEI MANZOLI
In località Soverzano, vicino Minerbio sorge
circondato da un rado boschetto il castello di San
Martino, anche detto dei Manzoli. La struttura vide
le sue origini nell’anno 1411 quando il Cavaliere
bolognese Bartolomeo Manzoli volle la costruzione
dello stesso quale dimora aristocratica attorno all'antica
torre degli Ariosti, (che a sua volta, sorgeva al
limitare della palude fin dal duecento). Il maniero
pur essendo nato come dimora aristocratica è
stato munito di difese di tipo militare, come mura,
merli e fossati. Il castello presenta infatti pianta
rettangolare con uno spazioso cortile interno; ai
quattro angoli sorgono torri difensive e l’aspetto
di difesa accentuato dal largo fossato che lo circonda,
nonché dai ponti levatoi e dall'imponenza della
torre maggiore. Ebbe la funzione di residenza signorile
per breve tempo nel 1500 (dal 1514 al 1532) quando
Leone X concesse a Marchione Manzoli la giurisdizione
di San Martino con titolo di Conte. Il Castello fu
restaurato e decorato nel '500 e nel '600, ma gli
interventi di restauro si ebbero nel 1883-85, quando
era proprietà dei Conti Cavazza, ad opera di
Alfonso Rubbiani e Tito Azzolini che pur alterando
alquanto le parti interne, mantennero un maggior rigore
nel ripristino dell'esterno del castello che appare
sostanzialmente immutato rispetto alla costruzione
del 1500. Le cortine e le torri merlate che lo caratterizzano
conferiscono un aspetto decisamente fiabesco al castello
che è collocato in un parco secolare.
ORIGINI E CENNI STORICI
La campagna minerbiese fu sicuramente popolata fin
dall'epoca romana, presenza testimoniata non solo
dall'origine del toponimo ma soprattutto dalle persistenze
di tracce della centuriazione romana ancora oggi leggibili
nelle aree circostanti. La bonifica di queste aree,
cominciata già nelle prime fasi della romanizzazione,
fu premessa essenziale per la centuriazione dell'agro
e la validità dell'organizzazione romana è
rilevabile nella continuità che ha caratterizzato
l'abitato anche in epoca alto-medievale. Uno dei più
antichi documenti che riguardano il territorio di
Minerbio è datato 2 novembre 1186, tuttavia
il documento considerato l'atto di fondazione del
Comune di Minerbio è contenuto nel “De
Pactis Altedi" datato 1231. Nella Piazza Maggiore
di Bologna alla presenza di tutto il popolo, il podestà
di Bologna Federico da Lavellolungo bresciano cedette
a 150 famiglie mantovane il territorio di Altedo e
Minerbio. Non è chiaro il motivo per cui queste
famiglie del mantovano si spostarono nella zona bolognese,
forse per fuggire dalle lotte che opponevano guelfi
e ghibellini o forse a causa di mutamenti di condizioni
ambientali e dunque economiche che avrebbero peggiorato
le condizioni di vita nel mantovano. Questo primo
nucleo di abitanti si stanziò probabilmente
nell'attuale zona del borgo antico che mantiene le
tipiche forme dell'antico castrum medievale con il
particolare impianto ortogonale con strade che si
incrociano ad angolo retto. L'arrivo in questo territorio
della nobile famiglia degli Isolani, portò
importanti cambiamenti nell'aspetto dell'abitato.
Provenienti dall'isola di Cipro (da qui probabilmente
il nome di Isolani) arrivarono a Bologna nei primi
anni del Trecento e qui divennero facoltosi mercanti
di sete. A Minerbio cominciarono ad acquistare terreni
fino ad avere amplissimi possedimenti. Nel 1369 Domenico
Isolani lasciò come disposizione testamentaria
l'ordine di erigere una chiesa ad uso della popolazione,
gesto che dà la misura del rapporto che intercorreva
fra la nobile famiglia e la gente del luogo. La chiesa,
poi ricostruita nel XVIII secolo su progetto e direzione
di Carlo Francesco Dotti, è stata definita
una delle "più belle del forese di Bologna".
Tuttavia le vicende che portarono la famiglia Isolani
a trasformarsi da semplici ricchi possidenti di terre
a veri e propri feudatari di tali territori, si svolsero
nel corso dei secoli e videro come protagonisti alcuni
dei più importanti personaggi del tempo. L'evento
decisivo fu l'aiuto dato in occasione della battaglia
combattuta alla fine del giugno 1402 nei pressi di
Casalecchio di Reno, fuori Porta Saragozza durante
la quale Iacopo Isolani armò i Minerbiesi e
prese parte alla guerra. Con le altre famiglie nobiliari
alleate si avviò a Porta San Donato nella notte
di San Pietro. Le loro truppe affiancate da quelle
viscontee presero possesso della città e spodestarono
il governo dei Bentivoglio sulla città di Bologna.
Nel 1403 i Visconti, come riconoscimento per il valore
che la famiglia Isolani aveva dimostrato in tale occasione,
vollero allargare i loro domini nel territorio di
Minerbio precedentemente limitati alla zona del castello.
Il diploma visconteo è il primo documento che
attesta l'investitura feudale degli Isolani a Minerbio.
Fu da questo momento che il borgo, che aveva avuto
origine probabilmente fin dal primo insediamento dei
mantovani, si consolidò assumendo la propria
forma definitiva, completato dalla costruzione del
complesso di grande pregio storico e artistico che
si snoda attorno all'imponente Rocca la cui edificazione
originale risale al 1403. Distrutta in seguito al
passaggio dei Lanzichenecchi nel 1527, fu ricostruita
a metà del Cinquecento e conserva all'interno
un ricco ciclo di affreschi, i cui cartoni preparativi
sono conservati al British Museum di Londra, autografi
di uno dei più noti pittori di quel tempo:
Amico Aspertini. Del complesso fanno parte anche la
bella villa cinquecentesca (Villa Isolani) attribuita
a Bartolomeo Triachini e l'elegantissima torre Colombaia.
Risalente al 1536, la sua struttura con scala lignea
interna elicoidale attribuita a Jacopo Barozzi, detto
il Vignola, la rende un gioiello architettonico per
tutto il territorio. Con l'investitura papale di Clemente
VII del 1524, Minerbio divenne una contea di proprietà
di Giovanni Francesco Isolani e dei suoi eredi in
perpetuo, con un'estensione del territorio ben maggiore
di quanto non fosse avvenuto con l'investitura feudale
viscontea. Il Senato bolognese, però, non si
rassegnò mai alla presenza di questi territori
franchi all'interno della propria giurisdizione. Così
i contrasti si riaccesero nel 1712 fino a che una
serie di episodi portarono gli Isolani alla definitiva
perdita dei propri antichi diritti nel 1734 quando
anche i loro territori furono uniti ai restanti sottoposti
alla Comunità di Minerbio. Con la caduta della
giurisdizione della famiglia Isolani, l'abitato cominciò
a subire una forte espansione anche al di fuori del
borgo, sul percorso dell'antico alveo del fiume Savena,
che attraversava l'attuale centro del paese. La sua
antica presenza è testimoniata dal toponimo
Savena Vecchia che si conserva attualmente nei due
tratti di strada comunale appena fuori dal centro
abitato verso Ferrara (Via Savena Inferiore) e verso
Bologna (Via Savena Superiore) e che alimentava le
fosse del borgo fortificato. Un altro e splendido
esempio di architettura fortificata presente sul territorio
è il castello dei Manzoli nella frazione di
San Martino in Soverzano. Costruito nella prima metà
del XV secolo e fortemente ristrutturato nel XIX sotto
la direzione di Alfonso Rubbiani, è uno splendido
esempio di edificio neogotico bolognese. Con la venuta
di Napoleone, il territorio fu ricompreso in un distretto
che raggruppava più di sedici paesi nei pressi
di Minerbio. Deposto Napoleone, dopo il 1815 Minerbio
venne assegnato in un primo tempo al comune di Budrio
per poi ritrovarsi tre anni dopo comune esso stesso
con aggregate le frazioni di Ca' de Fabbri e San Giovanni
in Triario. Sempre nel XIX secolo vennero attuate
non poche opere di edilizia pubblica. Sorsero le prime
attività industriali e verso la fine del secolo
si andarono costituendo le prime associazioni operaie
come la Società Operaia di Mutuo Soccorso nel
1884. All'inizio del XX secolo i socialisti conquistarono
il potere. Il territorio conobbe un notevole impulso
con l'attivazione della tranvia a vapore Bologna –
Malalbergo e poi arrivarono le due guerre, che costarono
molte vittime.