Gazzola
è un comune della provincia di Piacenza. Il
territorio comunale è piuttosto vasto ed è
distribuito tra la bassa collina, nella zona dei Colli
piacentini e la Pianura padana. La parte occidentale
è situata in Val Luretta, mentre quella orientale
in Val Trebbia.
ETIMOLOGIA
Il nome deriva dal longobardo gahagi, terreno riservato.
CENNI
STORICI
La zona sede di stanziamenti romani è citata
nella Tavola alimentaria Traianea di Velleia col fundus
Momelianus e Licinianus, attuali Momeliano e Lisignano.
Vide la Battaglia della Trebbia dove Annibale inflisse
una pesante sconfitta all'esercito romano. Nel 1212
nel corso degli scontri che vedevano opporsi guelfi
e ghibellini, questi appoggiati dai Visconti assaltarono
e conquistarono i castelli della zona.
IL
CASTELLO DI RIVALTA
Il castello di Rivalta è un imponente complesso
fortificato che si trova nel comune di Gazzola in
provincia di Piacenza. Posto su una ripida scarpata
(ripa alta) prospiciente la riva del fiume Trebbia
ha una posizione di poco elevata ma che consente un'ampia
panoramica sul greto, che in questo punto è
molto ampio, e la campagna circostante. Il castello
di Rivalta e quello di Statto coi castelli di Montechiaro
e di Rivergaro, che sono sull'altra sponda, sono collocati
alle pendici dei primi rilievi, dove il fiume, a sud
incassato tra i monti, comincia a scorrere nella pianura;
controllavano l'accesso alla val Trebbia un tempo
importante via di comunicazione, caminus Genue, con
il Genovesato e quindi il mare. È composta
dal dongione d'ingresso, di pianta quadrata alto 36
metri, edificato in mattoni e ciottoli, porta i segni
dei colpi di artiglieria subiti nei molti assedi.
Dall'ingresso con arco a sesto acuto, dalla torre
sud, di forma semicircolare. La cinta muraria comprende
un'altra torretta nell'angolo nord-est e un alto terrapieno
che difende il complesso lungo il greto del fiume.
Ha planimetria quadrangolare, con un cortile interno
circondato da un doppio ordine di logge. In un angolo
svetta un torre cilindrica sovrastata da un torrellino
di fattura particolare, è l'elemento caratteristico
del complesso essendo totalmente dissimile da le altre
torri del piacentino. Nella seconda metà del
XV secolo l'architetto Guiniforte Solari di Milano
modificò la struttura per adeguarla alle esigenze
della nascente artiglieria e trasformò la residenza
aggiungendo la torre, il salone d'onore, lungo 25
m., e l'elegante cortile porticato. A rimaneggiamenti
settecentesci appartengono lo scalone e la facciata
che porta nel timpano triangolare la scritta Svevo
Sanguine Laeta. I saloni sono stati affrescati da
Paolo Borroni di Voghera e da Filippo Comerio nel
1780. Al suo interno ospita il Museo permanente del
costume militare e il Museo parrocchiale. Il castello
fa parte del circuto dei Castelli del ducato Parma
e Piacenza ed è visitabile da febbraio a novembre
nei giorni festivi e in altre date su prenotazione.
Il borgo ospita abitazioni private, ristoranti e taverne.
Chiesa
di San Martino
Costruzione quattrocentesca con soffitto a capriate,
decorazioni in cotto, ospita tele del pittore seicentesco
Ferrante di Bologna.
Parco
Di impianto settecentesco, con alberi secolari, circonda
il castello isolandolo dalle costruzioni annesse.
Il
fantasma
Come ogni castello degno di questo nome anche Rivalta
ha il suo fantasma, anzi ne ha due. Quello di Pietro
Zanardi Landi assassinato per rivalità legate
all'eredità, che sembra abbia perseguitato
gli eredi fraudolenti fino al 1890 e sia tornato quando
un ignaro erede sbagliato si è fermato nel
castello. L'altro è il fantasma del cuoco Giuseppe
ucciso nel settecento per vendetta dal maggiordomo
a cui aveva insidiato la moglie, si manifesta spegnendo
le luci e spostando gli oggetti.
GLI
ALTRI CASTELLI
- Lisignano:
ha pianta rettangolare con torrioni cilindrici agli
angoli, circondato da un fossato alimentato dalle
acque del torrente Luretta.
- Monticello:
posto a 549 m. domina la val Luretta.
-
Castello di Rezzanello: ben conservata struttura a
pianta trapezoidale con slanciate torri circolari
agli angoli, appartenne già dal XI secolo ai
monaci benedettini di San Savino.
-
Momeliano: chiamato castel Basini dal nome dei proprietari.