Fiorano Modenese
Emilia Romagna

Fiorano Modenese, situato a 17 km da Modena ha la sua storia legata a quella del Castello di Spezzano (una delle frazioni) risalente all'anno 1072 anche se la zona era abitata già da epoca preistorica e, poi, romana fino all'alto medioevo, determinando una continuità insediativa che è propria di tutta la fascia collinare e dell'alta pianura. nel periodo delle invasioni longobarde, allorchè il territorio di Spezzano mantenne, come gran parte dell'area collinare modenese, una notevole rilevanza sia dal punto di vista economico che strategico-militare. Sul finire del secolo ottavo, con la conquista carolingia, anche il territorio di Spezzano entrò a far parte di quella caratteristica organizzazione politico - amministrativa, imperniata sul sistema feudale. Il dato importante che si ricava dal documento del 1183 è soprattutto la presenza, ormai consolidata, della signoria dei da Spezzano.

MAPPA INTERATTIVA

All’interno del Castello c’é Il Museo della Ceramica é un museo di carattere tecnologico; obiettivo del percorso museale è documentare la peculiarità di questo territorio, la sua vocazione alla lavorazione dell’argilla dal Neolitico fino all’età Contemporanea. Il percorso espositivo ha un taglio didattico che favorisce il contatto diretto tra visitatore e oggetto, e vede la presenza di pannelli didascalici, plastici, ricostruzioni ambientali, e fornaci per la cottura dei manufatti ricostruite con l’ausilio dell’archeologia sperimentale.
Il Castello di Spezzano per la storia e per la sua collocazione naturale in un'oasi verde costituisce un luogo di indubbio fascino. Lontano dall'intento di cancellare la visione che il "castello" evoca nel giovane visitatore come luogo magico e incantato, questo progetto didattico nasce con l'intento di fare riscoprire il castello nell'evoluzione storica delle sue strutture partendo da particolari architettonici e decorativi, talvolta nascosti, carichi di suggestione.
Stemmi araldici, architravi iscritte, capitelli e mascheroni, ma anche corpi architettonici osservati nella visita guidata (il loggiato, le mura merlate, il ponte levatoio e la torre pentagonale), saranno esaminati e riprodotti in piccolo nel Laboratorio di Ceramica, dove una immagine grafica del castello e dei suoi particolari farà da sfondo alle attività didattiche. Il progetto è completato da una cartella di Schede Didattiche,utile per un lavoro di approfondimento e gioco creativo in classe.

Riserva Naturale Salse di Nirano
L'ampia Riserva, che si estende sulle prime pendici dell'Appennino Modenese, tutela il più importante complesso di salse della regione. Il nucleo centrale è costituito da un'ampia conca, racchiusa da un anfiteatro di calanchi pliocenici, nella quale emergono numerosi conetti di fango che conferiscono al paesaggio un aspetto lunare. Oltre a questo singolare fenomeno geologico, che ha interessato gli studiosi sin dall'antichità e ancora richiama visitatori da tutta Europa, la riserva comprende lembi di bosco, fresche vallecole, cespuglieti, stagni, prati, seminativi e vigneti che nell'insieme compongono un quadro significativo del paesaggio delle prime colline e offrono rifugio a specie animali in prevalenza legate agli ambienti boscati e calanchivi.

Lo straordinario fenomeno delle salse
Le salse sono emissioni di fanghi salati e acque melmose fredde che si depositano a forma di cono, con piccoli crateri alla sommità, dai quali gorgogliano gas e sostanze bituminose dando origine a caratteristiche colate. Si tratta di un fenomeno legato alla presenza negli strati profondi di giacimenti di idrocarburi originati dalla decomposizione anaerobica di resti organici di origine animale. La risalita spontanea avviene sotto la spinta dei gas attraverso profonde fratture che intersecano il giacimento. A Nirano i conetti sono disposti in gruppi al centro di tre ampie plaghe fangose; il più alto supera i due metri. La morfologia della conca, dove si notano anche due pozze dalle quali fuoriescono gas e acqua torbida salata, è dovuta al progressivo cedimento del suolo causato dalla continua emissione di materiale argilloso.
Le salse emiliane. Il fenomeno delle salse, localmente dette barboj per l'incessante borbottio, è stato piuttosto diffuso nella fascia collinare dell'Appennino emiliano, con maggior frequenza nelle provincie di Reggio Emilia e Modena. Si tratta di fenomeni geologicamente effimeri e molto mutevoli: varie salse un tempo ricordate come attive sono lentamente scomparse. Nei pressi di Nirano si trovano quelle di Montegibbio e di Sassuolo, in passato interessate da spettacolari lanci di fango e pietrame e oggi pressoché esaurite. Manifestazioni analoghe sono presenti nell'Italia centro-meridionale, in Sicilia e in vari paesi europei ed extraeuropei; le più imponenti hanno luogo nella regione di Baku e vicino al Mar Caspio, dove i coni di fango raggiungono i 300 m di altezza.
Il Centro Visita della riserva, allestito nel caratteristico nucleo rurale di Ca' Tassi e dotato di un piccolo museo naturalistico, oltre a offrire informazioni sull'area protetta, è il punto di riferimento per le attività di educazione ambientale. Nella riserva i visitatori hanno a disposizione quattro gradevoli e interessanti itinerari: il primo tutto dedicato alle salse, il secondo al panoramico crinale tra le vallette del Fossa e del Serra e ai due grandi stagni ricchi di insetti acquatici e anfibi situati nel fondovalle di quest'ultimo, il terzo all'ambiente dei calanchi e il quarto al fondovalle del rio Chianca, lungo il confine settentrionale della riserva.

Il Castello di Nirano
Sul poggio calcareo di Mongigatto, che domina la valle del Fossa, sorgono i resti del castello di Nirano: una torre isolata e alcune antiche case addossate alla parrocchiale di San Lorenzo, ricordata a partire dal 1078. Il castello, documentato dal secolo XII, era parte di una linea fortificata insieme a Montegibbio, Rocca Santa Maria, Torre delle Oche e Spezzano. I vicini toponimi Borgo e Villa testimoniano l'esistenza di un abitato esterno alle mura castellane e di un villaggio, ma erano presenti anche case sparse sui rilievi collinari; nella località Molino si possono ammirare i resti dell'opificio idraulico della comunità. Nel 1386 il castello entrò a far parte dei possedimenti estensi e nel 1499 fu ceduto ai Pio. Nel castello di Spezzano, tra le cinquecentesche vedute che illustrano i possedimenti della famiglia, Nirano è ancora circondata da mura, ma testimonianze dei primi del '600 lo descrivono già diroccato.

IL CIRCUITO DI FIORANO

Il circuito di Fiorano, voluto dall'ing. Enzo Ferrari nelle immediata vicinanze dello stabilimento di Maranello, é sorto nel 1972.
E’ un impianto di sperimentazione e prova per vetture Ferrari da competizione e gran turismo, di collaudoe allenamento per i piloti, di addestramento per i meccanici e la squadra sportiva. Con l'indicazione di pista sperimentazione e prova si intende delineare una netta differenza nei riguardi di un autodromo destinato alle gare, segnalando almeno due sostanziali differenze: l'assenza di pubblico spettatore e la presenza sul tracciato di una sola vettura in movimento. L'area di pista é in posizione di aderenza a due strade nazionali, la n.12 e la n.467.
L'impianto si inserisce nell'ambiente naturale senza forzature visive conserva condizioni "agresti" ritenute psicologicamente valide in contrapposizione ad ambienti strettamente tecnicizzati.
La media di buone condizioni climatiche del pedemonte modenese favorisce la frequenza di utilizzazione della pista, la larghezza minima m. 8,40, è di tipo stradale. Ha indice di tortuosità 1,24 avendo tratti in curva per uno sviluppo di m. 1661 e rettifili per un totale di m. 1 339. la lunghezza del percorso standard è di m. 3000, che diventano m. 3021 con la nuova chicane realizzata nel 1992. La velocità media di percorrenza è di oltre 160 km/h, con una velocità di punta superiore a km/h 290.
Con le loro caratteristiche dimensionali, intendono risolvere problemi precisi, quali: una pratica corrispondenza tra gli sviluppi in curva destra e quelli in curva sinistra; curve con raggi differenziati compresi fra m. 13,71 e m. 370; curve con diverse caratteristiche perché a uno o più centri. Pur nella convinzione che sia possibile ripetere con identità curve tipiche di altri autodromi, si è cercato che il percorso sia caratterizzato da elementi affini a taluni particolari salienti di autodromi europei. Permette di accertare il comportamento della vettura durante frenate al limite.
Tornanti stretti a destra e a sinistra, per verificare, in entrata, gli impianti frenanti e, in uscita, l'elasticità dei motori. La successione di queste due curve di pari raggio consentono la verifica degli effetti di centrifuga sugli impianti di alimentazione e della manovrabilità della vettura nella zona di raccordo fra destra e sinistra.
La rampa in ascesa, con pendenza del 6,50% iniziando dalla curva 6 ed il rettifilo compreso tra le curve 6 e 7 ad andamento altimetrico costituito da un primo dosso, concavità e successivo dosso sono stati armonizzati per evidenziare le variazioni di stabilità durante i cambi di traiettoria. Il tratto compreso tra le curve 10 e 14 é stato concepito per porre in risalto il comportamento aerodinamico della vettura. La chicane 15 fornisce utili indicazioni su motore e telaio in fase di accelerazione con particolare riguardo alla trazione. Rispetto al sole è vantaggioso nei tratti di maggiore difficoltà, le due bande gialle continue sui lati della carreggiata danno una continuità di evidenza allo snodarsi del percorso; la pendenza trasversale mai inferiore al 2,50% garantisce il deflusso dell'acqua piovana.
Un impianto "steering pad" é stato ricavato sul lato nord, tra le curve 3 e 4, per la misura della deriva dei pneumatici ed il controllo della risposta delle sospensioni e della vettura in curva.
L'impianto é composto da 5 corsie di 5 metri ciascuna e da una corsia di 4 metri; il raggio minimo é di 25 metri, il massimo di 55 metri.
Sono sistemate opportunamente lungo il tracciato e per guidare l'imbocco al sottopasso che peraltro ha luce di metri 18; esistono inoltre zone di sicurezza con letti in ghiaia formate da pietre sferiche, al termine delle scappato i e alle curve 2, 4, 6, 9, 11, 1 3.
Il circuito é dotato di un sistema di "telemetria' che fornisce al box tutte le informazioni necessarie allo sviluppo delle vetture: dati tecnici, velocità, tempi sul giro, ecc...
Un impianto televisivo, che dispone di 10 telecamere fisse, in grado di riprendere la vettura lungo tutto il percorso.
Il box comprende la sala di controllo televisivo, cronometraggio e telemetria.
La pista é dotata di automezzo antincendio, di ambulanza e di un nucleo di servizi generali, costituito da una officina, un piazzale di arrivo e sosta autoveicoli locali, di direzione e foresteria.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 16.137 (M 8.041, F 8.096)
Densità per Kmq: 611,9 (Censimento Istat 2001)

CAP 41042
Prefisso Telefonico 0536
Codice Istat 036013
Codice Catastale D607

Denominazione Abitanti fioranesi
Santo Patrono San Giovanni Battista
Festa Patronale 8 settembre

Numero Famiglie (2001) 5.742
Numero Abitazioni (2001) 6.171

ETIMOLOGIA
Deriva dal latino Florianus che a sua volta deriva dal nome latino di persona Florius con l'aggiunta del suffisso di appartenenza -anus. La specifica identifica la zona.

Il Comune di Fiorano Modenese fa parte di:
Regione Agraria n. 3 - Colline Modenesi
Associazione dei Comuni Modenesi del Distretto Ceramico

Località e Frazioni di Fiorano Modenese
Nirano, Spezzano

Comuni Confinanti
Formigine, Maranello, Sassuolo, Serramazzoni.

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