Dozza
è un comune della città metropolitana
di Bologna, in Emilia-Romagna, composto da due paesi:
Toscanella (La Tuscanèla in romagnolo, oltre
5.000 abitanti), l'unica frazione e il capoluogo comunale
Dozza (poco più di mille abitanti). Il capoluogo
è detto anche "Dozza imolese" per
distinguerlo dall'omonima borgata di Bologna. Dozza
è considerato uno dei più caratteristici
borghi medievali dell'Appennino tosco-romagnolo, sia
per lo stato di conservazione sia per il paesaggio
nel quale è immerso. Vitigni e colline dolci,
infatti, incorniciano il borgo medievale sormontato
dalla maestosa rocca sforzesca. Situata sulle colline
a sud ovest di Imola (da cui dista solo 6 km), Dozza
si trova a pochi chilometri a monte della Via Emilia.
Ad ovest il centro più vicino è Castel
San Pietro Terme, da cui dista 8 km. Nel territorio
del Comune scorre il torrente Sillaro, che delimita
il confine occidentale della Romagna con l'Emilia.
Sulla Via Emilia, la frazione Toscanella, situata
pochi km ad Est del torrente Sillaro, rappresenta
l'ingresso nella regione storico-geografica della
Romagna per chi proviene da Bologna. Nel comune di
Dozza sono presenti tre parrocchie facenti parte della
Diocesi di Imola: Dozza (principale), Toscanella e
S. Lorenzo in Piscerano.
Il principale luogo di devozione
mariana è il Santuario della Madonna del Calanco.
Vi è conservata una Sacra immagine, databile
al XVI secolo, sotto il titolo di Beata Vergine del
Calanco. È invocata per la guarigione da malattie
e la liberazione da epidemie. La sua ricorrenza cade
il giorno di Pentecoste.
ETIMOLOGIA
Dozza deve il suo nome da "doccia" e questo
la dice lunga sulla penuria idrica che affliggeva
la cittadina fin dai tempi antichi e da un famoso
acquedotto capace di accumulare acqua dal Monte del
Re in una cisterna per far fronte alla mancanza cronica
della stessa. Non a caso, nello stemma cittadino si
scorge un grifone, animale araldico, che si abbevera
ad una conduttura ("doccia", per l'appunto).
MANIFESTAZIONI
Dozza è resa unica dai numerosi dipinti che
ne abbelliscono le facciate delle case e ne conferiscono
un aspetto caratteristico. La Biennale del Muro Dipinto
(nata nel 1965) rappresenta la manifestazione di maggior
rilievo di Dozza. In quattro giornate di settembre,
Famosi artisti nazionali e internazionali eseguono
opere permanenti sui muri delle case della piccola
cittadina, conferendole la peculiare caratteristica
di galleria d'arte a cielo aperto[6]. Dopo l'anno
Duemila, anche la frazione Toscanella è stata
coinvolta nella manifestazione, che si è così
strutturata in due poli: a Dozza i murales e a Toscanella
i graffiti e l'arte di strada.
Le Feste del Patrono si svolgono a cavallo della domenica
di Pentecoste, dal sabato precedente al sabato successivo.
In questa settimana si susseguono diversi appuntamenti
che coinvolgono tutta la popolazione di Dozza e dintorni:
dalle processioni lungo le vie del paese agli spettacoli
del Corpo Bandistico Folcloristico Dozzese, dalle
mostre sacre presso i locali parrocchiali al concorso
fotografico.
La Parrocchia dell'Assunzione di Maria Vergine organizza
durante l'anno alcune rappresentazioni sacre che riscuotono
sempre maggio
r partecipazione e gradimento.
Il giorno dell'Epifania, nel pomeriggio, da anni si
svolge una suggestiva manifestazione in costume per
le vie del paese nella quale viene rappresentato il
cammino dei Re Magi verso la grotta di Betlemme, che
viene allestita in piazza Zotti e che ogni anno è
occupata da una coppia di genitori e un neonato che
rappresentano la Natività.
Durante la Settimana Santa,
solitamente la sera della Domenica delle Palme, viene
rappresentata, in costume, la Via Crucis per le vie
del paese, con la presenza di un coro polifonico che
esegue canti della Passione legati alla tradizione
della Chiesa.
DA VEDERE
La rocca sforzesca mantiene inalterata la struttura
medioevale: conservate in ottimo stato, infatti, sono
gli interni e le cucine, impreziosite dagli utensili
(che si possono datare al 1500), dai camini e dal
pozzo. Gli ambienti signorili sono tuttora arredati
da mobili di ottima fattura; sulle pareti possono
essere ancora ammirati numerosi dipinti ed arazzi
risalenti al Settecento. Si possono visitare inoltre
la sala delle armi, le prigioni (con strumenti di
tortura) ed il caratteristico pozzo a rasoio. La rocca
ospita anche una piccola ma interessante pinacoteca,
la quale annovera anche una collezione di opere di
Norma Mascellani, pittrice bolognese cui è
stata conferita la cittadinanza onoraria.
Degni d'attenzione rimangono anche il Rivellino e
la Rocchetta di origine trecentesca.
Chiesa parrocchiale: si segnalano una lunetta scultorea
di epoca longobarda e il dipinto Madonna col Bambino
fra i santi Giovanni Battista e Margherita (1492)
del forlivese Marco Palmezzano.
Santuario della Madonna del Calanco. Vi è venerata
un'immagina sacra che porta il nome di Beata Vergine
del Calanco. Si tratta di un bassorilievo di scagliola
di colore biancastro, di forma ovale, alto circa 20
cm. Ogni anno nel giorno di Pentecoste l'immagine
della Beata Vergine viene portata in processione fino
a Dozza.
MUSEI
Museo della Rocca.
Museo parrocchiale di arte sacra.
ENOGASTRONOMIA
Nella rocca sforzesca ha sede l'Enoteca Regionale
dell'Emilia-Romagna. Si tratta di un'associazione
che coinvolge oltre 200 produttori[5] di vino, aceto
balsamico e distillati, enti pubblici e consorzi di
tutela. Nata nel 1970, otto anni dopo ha ottenuto
il riconoscimento ufficiale dalla Regione. L'attività
dell'Enoteca comprende due ambiti:
Esposizione dei vini (in un negozio-museo, allestito
nel 2006 all'interno della rocca, dove sono esposte
oltre mille etichette regionali) e divulgazione della
cultura enologica;
Promozione del vino regionale in Italia e all'estero,
attraverso l'attività di coordinamento e supporto
per la partecipazione alle fiere (come Vinitaly).
Le due manifestazioni eno-gastronomiche più
importanti a Dozza sono:
«Vino in Festa»,
in primavera, all'insegna dell'Albana di Dozza;
”Festa delle Arzdore» (dal 1991), la prima
fine settimana di settembre. È una tre giorni
all'insegna della tipica cucina romagnola, il cui
ricavato viene devoluto a progetti di beneficenza,
tra i quali la missione dell'ex-parroco dozzese don
Gilberto Raffini a São Bernardo do Campo, in
Brasile.
ORIGINI E CENNI STORICI
Il territorio dozzese vede, dopo la caduta romana,
l'invasione e la presenza delle popolazioni barbariche
germaniche e longobarde (che invasero tutte le terre
di Romagna). Alla metà del VI secolo Dozza
venne ricompresa nei territori dell'Esarcato d'Italia,
entità amministrativa di governo dell'Italia
bizantina. Tramontato l'Esarcato, i Carolingi presero
possesso degli ex possedimenti bizantini. Nell'VIII
secolo donarono alla chiesa imolese il possesso delle
terre che poi divennero sede della prima fortificazione.
Verso il 1150 Dozza divenne libero Comune. Vicende
alterne hanno interessato il dominio della rocca e
del borgo, passato più volte di mano in mano
fra le potenti famiglie bolognesi e imolesi. Nel 1412
Dozza diviene feudo della famiglia imolese degli Alidosi,
che poco dopo cedette il borgo alla famiglia Riario.
Da ricordare il quinquennio di Caterina Sforza, moglie
di Girolamo Riario, che tenne il feudo dal 1494 al
1499. Fu Caterina a dotare Dozza della rocca e delle
mura difensive che la circondano ancora oggi. Dopo
il breve dominio di Cesare Borgia (che in pochi anni
annesse ai suoi domini tutta la Romagna), Dozza ritornò
allo Stato della Chiesa. Nel 1528 papa Clemente VII
concesse il feudo alla famiglia Malvezzi di Bologna
e nel 1531 ai Campeggi. Dozza fece parte della Legazione
di Romagna fin dalla sua nascita, che si può
collocare negli anni '40 del XVI secolo. Dopo la parentesi
napoleonica, venne inserita nella nuova Legazione
di Ravenna. Con la fine del dominio pontificio, il
Governatore delle «Provincie provvisorie»
Luigi Carlo Farini, il 27 dicembre 1859, ridefinì
le circoscrizioni territoriali aggregando il Comune
di Dozza alla circoscrizione di Bologna. Al termine
della seconda guerra mondiale, con lo sfondamento
della Linea Gotica, Dozza fu teatro di alcuni scontri
tra le forze alleate, sotto il cui comando operava
il gruppo di combattimento "Folgore", e
le truppe tedesche in ritirata. La sede comunale è
situata nel borgo medioevale ma il principale centro
residenziale e industriale è Toscanella, frazione
che si sviluppa sulla via Emilia. La denominazione
allude al fatto che, da questa località, partono
strade che valicano l'Appennino e consentono di raggiungere
la Toscana.