Cortemaggiore confina con Fiorenzuola, San Pietro,
Besenzone, Pontenure, Caorso; è attraversata
dal torrente
Arda, dalla statale Fiorenzuola-Cremona e dalla provinciale
Piacenza-Busseto. Ha due frazioni: Chiavenna Landi
e San Martino in Olza. Si trova in prossimità
delle maggiori vie di comunicazione: uscite autostradali
A1 e A14.
ORIGINI
La storia di Cortemaggiore ha origini antichissime.
Se ne parla già come di un accampamento romano
del quale peraltro ha mantenuto la struttura urbanistica.
MONUMENTI
Premesso che il primo pregio del paese è limpianto
urbanistico rinascimentale originale a vie parallele
e perpendicolari con la grande via principale fiancheggiata
da portici imponenti e che tutti i monumenti sono
visitabili pressoché senza barriere architettoniche,
i maggiori monumenti sono:
Palazzo
Pallavicino
Venne fondato da GianLudovico al suo arrivo a Cortemaggiore
come residenza della corte. Inizialmente aveva una
forma quadrata, con cortile interno sul quale si affacciava
uno snello doppio loggiato decorato da medaglioni
in terracotta; allinterno un doppio ordine di
sale e saloni donore con trabeazioni in travi
e travetti con mensole, affreschi murari, imponenti
camini e giardini; allesterno, anticamente circondato
da un fossato, la struttura è severa e di tipo
più difensivo che gentilizio, con ununica
angusta apertura a ponte levatoio. Lo stile interno
è bramantesco, sullesempio delle coeve
costruzioni gentilizie di Milano, Ferrara, Mantova
e Piacenza (il cortile dei castelli di san Pietro
e di Rivalta e di palazzo Landi da cui proveniva
Laura Caterina), Sabbioneta e Pienza. Accanto al Palazzo
Rolando II fece costruire una stamperia (la stampa
era stata inventata solo da 50 anni), chiamando a
dirigerla Dulcibello da Carpi. Dai Pallavicino il
Palazzo passa ai Farnese e poi al Ducato di Parma
e nel 1752 lo acquistano i principi Leopoldo Darmstad
e Enrichetta dEste. Nei primi decenni del 1800
fu abbattuta una metà del Palazzo, furono disperse
alcune importanti decorazioni musive, vennero riempiti
i fossati e dismesso il ponte levatoio, andò
perso il teatrino visitato da Carlo Goldoni. Parimenti
venne abbattuta la Rocca, coeva del Palazzo e dalla
massiccia struttura tipica delle costruzioni militari
a cui era adibita; al suo posto furono costruite le
attuali scuole elementari e nella piazza i giardini
pubblici. Rocca e Palazzo furono costruiti volutamente
non in asse con il paese, per conferire loro maggior
rilievo. Attualmente il Palazzo si presenta monco,
tuttavia conserva tutta limponenza e leleganza
originarie. I proprietari attuali, signori Soliani,
che risiedono nei piani superiori, concedono i saloni
del piano terreno per eventi.
Chiesa
Collegiata
Fu progettata da Gilberto Manzi e venne fondata nel
1481. E sita sulla strada principale sulla piazza
grande, lotto sacrificato alledilizia per dare
spazio alla chiesa, ed ha accesso attraverso un ampio
sagrato soprelevato. Sul retro, anche labside
ha sfogo su una piazza, detta del Crocefisso (in passato
vi sostavano i pellegrini in visita alla Sacra Spina
conservata nella Collegiata).
Limpianto si sviluppa su tre navate di cui la
centrale è alta ben 19 metri e le due laterali
presentano una sequenza di cappelle, a destra di stile
barocco e a sinistra con il battistero e il sepolcro
dei fondatori. Al termine delle navate si trovano
le absidi, quella centrale che ospita il coro ligneo
e quelle laterali dedicate al Santissimo e al Rosario.
Nel 1499 Rolando II commissionò una machina
daltare con cornice allantica e pale della
Madonna e dei Santi a Francesco Mazzola (il padre
del Parmigianino) di Parma. Nel 1800, in seguito a
corpose opere di ristrutturazione, il polittico venne
smembrato e dopo incredibili vicissitudini si è
ricomposto nel marzo del 2003 e ora appare, incompleto
ma autentico, presso il portale di sinistra.
Sempre nel 1800 furono traslati dalla chiesa dei frati
i sepolcri dei fondatori, arche marmoree di finissima
fattura, delle quali una rappresenta il corteo dei
marchesi che arrivano a Cortemaggiore, reso in bassorilievo.
Nellabside sinistra trova posto il quadro di
Francesco Scaramuzza La Vergine degli Angeli,
che la tradizione vuole abbia ispirato Giuseppe Verdi
nella stesura dellomonima romanza de La
forza del destino. Nellabside centrale
è posto un quadro di Cecrope Barilli, ottocentesco
pittore parmigiano.
In canonica, con pregiati arredamenti antichi, sono
conservati preziosi oggetti sacri, tra i quali le
vesti delle Confraternite, realtà molto importante
nella storia del paese.
Fu sede delle Confraternite del SS Sacramento e del
Santo Rosario e della Compagnia della Sacra Spina.
La
chiesa della Santissima Annunziata o di san Francesco
trova posto al lato estremo del paese e, sebbene fondata
successivamente alla Collegiata, fu la prima ad essere
terminata (1487-1499). Alla chiesa è annesso
il chiostro conventuale dei frati francescani minori,
in omaggio al Santo massimamente venerato dai Pallavicino
e in particolar modo da Anastasia Torelli, vedova
del fondatore GianLudovico. La fabbrica, a pianta
basilicale, ha un impianto a tre navate, quella centrale
con cupole a crociera termina con labside che
ospita il coro ligneo e laltare maggiore, quella
di sinistra con semplici cappelle appena accennate
e quella di destra che vede una sequenza di cappelle
collegate da un infilata di archi, quasi a riprodurre
i portici del centro paese, dove lultima cappella
e la relativa abside accolsero i sepolcri dei Pallavicino,
mentre ora presentano gli antichi affreschi, le riproduzioni
delle arche e superbi affreschi del Pordenone. Alle
pareti quadri preziosi, tra i quali una tela del Pordenone.
Purtroppo il pavimento originale in cotto fu sostituito
intorno al 1970, così come vennero chiuse le
aperture verso i sotterranei che fungevano da cimitero;
altresì uno scoppio distrusse alcune parti
del chiostro delle quali si sono salvati alcuni affreschi;
in perfetto stato di conservazione è arrivato
invece il refettorio dei frati. Il convento ha custodito
i preziosi volumi della biblioteca e della stamperia
dei Pallavicino, ora però, con la cessione
della gestione a un altro ordine religioso, tutto
è stato consegnato ai francescani di Bologna.
Nei locali del chiostro ha sede la Biblioteca comunale
e il chiostro stesso è sede perfetta per esposizioni.
Fu sede della Confraternita di sant Antonio
da Padova.
Oratorio
di san Lorenzo
dedicato al santo patrono, loratorio sorge là
dove i Pallavicino nel 1479 trovarono la chiesa parrocchiale.
Completamente rifatta nel 1723, presenta una facciata
che riproduce in pittura le fasce bicrome della graticola,
supplizio di san Lorenzo. Allinterno un antichissimo
affresco raffigurante la Madonna col Bambino, che
ha sfidato miracolosamente indenne le insidie del
tempo.
E oratorio parrocchiale e non è sede
di confraternite.
Oratorio
di san Giovanni Battista
sorgeva sulla porta omonima e la sua fondazione risale
al 1630 Ora chiuso al culto, loratorio ospita
limitazione della Santa Casa di Loreto, il minuscolo
santuario creato per i pellegrini impossibilitati
ad affrontare lunghi viaggi. Allinterno della
cupola a lanterna si trovano dipinti del De Longe.
Fu sede della Confraternita della Madonna di Loreto.
Oratorio
di san Giuseppe
sorge sulla strada principale sulle rovine del precedente
oratorio (1432), demolito e rifatto nel 1594 e internamente
tutto ornato di stucchi opera dei ticinesi Bernardino
Barca e Domenico Dossa e dagli affreschi di GiovanBattista
Tagliasacchi.
Fu sede della Confraternita dello Spirito Santo.
Oratorio
della Madonnina
fa da quinta alla via principale ed è stato
eretto nel 1661 intorno allaffresco raffigurante
la Madonna strappato da una colonna in mezzo alla
campagna e poi posizionato sullaltare maggiore.
Fu sede della Confraternita del Riscatto
Oratorio
di Maria Maddalena
demolito nel 1823 per far posto allattuale Macello
che rappresenta un tipico esempio di edificio pubblico
dei primi del 1900.
Oratorio
delle Suore Terziarie Francescane
trasformato nel 1823 nel Teatro Municipale, era la
cappella dellattiguo Convento, demolito, purtroppo,
negli anni 70 per costruire le Scuole Medie.
Teatro
Municipale
sorge in fondo a via XX Settembre ed è stato
adattato nellOratorio del Convento delle Suore
Terziarie Francescane per opera di Fortunato Canali.
Inaugurato nel 1827 con unopera di Rossini,
il Teatro presenta una facciata con tre porte sormontate
da altrettante finestre divise da lesene che sorreggono
il timpano in cui trova posto lo stemma comunale;
sotto il frontone la scritta Ludis scenicis
publice a MDCCCXXVII. Nellatrio vi sono
grottesche rinascimentali e uno scalone di pietra.
Allinterno il palco trovava posto nella vecchia
abside e fronteggia la piccola platea e due ordini
di palchi con il palco donore. Le pareti sono
decorate dal Tagliasacchi con motivi floreali e festoni.
Dopo una ricca stagione di rappresentazione il Teatro
ha ospitato feste nel 1800 e è stato a lungo
chiuso, recentemente ha subito una ristrutturazione
a causa della quale il palco è stato soppresso
per ottenere una soluzione ad auditorium. E
intitolato ad Eleonora Duse che vi recitò.
La
Casa della Misericordia
si trova accanto allOratorio di san Giuseppe.
Fu fondata nel 1495 da Rolando II per volere testamentario
del padre con lo scopo di accogliere i pellegrini
e godeva di un lascito che permetteva la cura degli
infermi e delle ragazze da marito. Attualmente abbisogna
di restauri, ma si presenta sostanzialmente senza
manomissioni e quindi è molto interessante.
Nel 1600 passò allOrdine Costantiniano
insieme con tutti i numerosi possedimenti. Attualmente
è proprietà della casa di riposo.
CHIAVENNA
LANDI
Chiavenna Landi è una frazione di Cortemaggiore
che si trova a 6 km ad ovest del capoluogo comunale,
lungo la strada che conduce a Piacenza. Il suo nome
deriva dal torrente Chiavenna, che ne attraversa il
centro abitato e dalla famiglia Landi di cui questo
territorio era un feudo. La residenza dei Landi era
all'interno del cosiddetto "torrione Landi",
una possente costruzione del 1200 con la classica
merlatura ghibellina a coda di rondine, che ancora
si può vedere dalla strada. La locale chiesa
fu fondata nel 1500 unitamente ad un convento tuttora
abitabile con ampi corridoi e porticati; l'edificio
è stato abbondantemente rimaneggiato, tant'è
che attualmente quasi più nulla è riconducibile
alla costruzione originale.
I
PALAZZI
Sulla via principale e sulle vie laterali si presentano
i palazzi storici, tutti di origine tardo quattrocentesca,
ed ora riconducibili agli stili succedutisi nel corso
di sei secoli, come una parata architettonica eccezionale,
un museo allaperto.
Palazzo Manfredi casa natale di Giuseppe Manfredi
Palazzo del capitano Rizzi che possedeva un teatro
proprio
Palazzo Vitali della famiglia dei farmacologi
Palazzo Boscarelli, Palazzo Agosti, Palazzo Capelli,
Palazzo Gocciadoro.
Palazzo dei conti di Santa Fiora finemente decorato
La palazzina liberty che fu della ballerina Virginia
Zucchi
La casa natale di Lorenzo Respighi
Lex sinagoga degli ebrei
Palazzo Gandolfi Fogliazzi Pennazzi dagli splendidi
interni originali
Palazzo Zucchi dal bellissimo giardino interno
La casa del Giardino che fu la prima provvisoria residenza
dei Pallavicino
Il Casino di Caccia, detto Casa del Capitano
La casa natale di Dioscoride Vitali
LAsilo infantile Giuseppe Verdi, nato per volontà
del Maestro
Nella zona verso Fiorenzuola, invece, si può
ammirare, perfettamente conservato, linsediamento
industriale dellAgip, dove a fianco degli stabilimenti
sorgono tre gruppi di edifici abitativi destinati
ai dipendenti; si tratta di un significativo esempio
di edilizia residenziale degli anni 50 e 60.
MANIFESTAZIONI
- La Fiera agricola di San Giuseppe in marzo, giunta
alla 525° edizione
- La cena sotto i portici, nellambito dei festeggiamenti
settembrini per ricordare la rifondazione, con corteo
storico eseguito anche con figuranti locali, il secondo
sabato di settembre
- il ventennale Mercato dellantiquariato ogni
prima domenica del mese tranne gennaio
- Artinfesta , mostra mercato dellartigianato
artistico, ultima domenica di maggio
- I mercati del venerdì e della domenica, negozi
aperti la domenica mattina
- Rappresentazioni artistiche aperte gratuitamente
al pubblico nei mesi estivi
Nel 1954 fu fondata la ProLoco che insieme con LAmministrazione
Comunale, con rilevanti manifestazioni ha istituito
e continua a sostenere eventi a carattere turistico-storico
di forte richiamo.
Altre Associazioni che promuovono la conoscenza del
paese e il turismo sono: Associazione polisportiva
Rolando II Pallavicino , La Lua
e A.P.E. - Associazione Palazzi dEpoca.
Le Associazioni benefiche sono Avis, Pubblica Assistenza
e Aido.
Esistono in paese Associazioni sportive di prestigio,
quali il VITT , il Judo Tempesta, le Società
di Calcio US Cortemaggiorese e Rolando II Pallavicino,
lIvri Gardesa di tennis tavolo con campioni
nazionali.
Molto attiva la Corale di Cortemaggiore.
Abbiamo una banda locale di nome Corpo Bandistico
la Magiostrina ed una ProLoco.
FRAZIONI
San martino in Olza
Posta sulla via che conduce a Busseto, il piccolo
borgo di San Martino vanta una storia antichissima.
Su di esso infatti si ergeva la Pieve, tuttora esistente
se pur maneggiata nellottocento, che riuniva
un vastissimo territorio.
STORIA
La Curia Maior era nota nellalto medioevo come
la maggiore delle Corti Regie legate al diritto imperiale
e se ne parla in un primo atto pubblico del 875 di
Ludovico di Francia, così come in un Diploma
di Berengario I nel 890. Questa è il centro
del Comitato Aucense, territorio arativo cinto da
ogni parte da fossati e siepi alimentato dallArda
(Hidra Aucia Olza Acqua) e a
quel tempo priva di argini. LAucia era un cuneo
naturale che si estendeva dal collinare appenninico
a sud del Po e il fiume stesso, toccando le giurisdizioni
delle Diocesi di Piacenza, Parma e Cremona, proprietarie
del vasto territorio. La signoria Obertenga sul Comitato
Aucense posto ad est di Piacenza è documentata
in uninvestitura del 20 ottobre 1027 di un Oberto
Marchese e, nel 1061, anche Conte dellAucia.
E noto che il soprannome Pelavicino
non compare prima del 1148. Un precedente Oberto Marchese
e conte del Sacro Palazzo sale in Germania da re Ottone
I invitandolo a scendere in Italia per combattere
Berengario: siamo nel 960. Questo Oberto comanda la
cavalleria dellImperatore, ottiene in ricompensa
dei possedimenti che nel 975 dividerà tra i
suoi quattro figli maschi, secondo la legge longobarda.
Questo territorio prenderà il toponimo di Terre
Obertenghe. Un atto del 10 ottobre 1441 documenta
linvestitura di Rolando I Pallavicino, detto
il Magnifico, signore di Busseto, quale feudatario
imperiale di Cortemaggiore da Filippo Maria Visconti
duca di Milano. Rolando I è sposo in seconde
nozze della nobile Caterina Scotti di Agazzano, figlia
di Giovanni Scotti conte di Vigoleno. Con un atto
del 20 luglio 1453, adempiendo alla legge longobarda,
Rolando I dispone la divisione del feudo, comprendente
Cortemaggiore e Busseto, tra i suoi sette figli maschi.
Alla sua morte, avvenuta nel 1457 in Monticelli, la
signoria della città passa pro indiviso
ai due fratelli GiovanGenesio (successivamente chiamato
Pallavicino II) e Giovanni Ludovico I. Dalle insanabili
incompatibilità fra queste due famiglie discende
un laborioso arbitrato, esercitato sotto il patrocinio
di Francesco Sforza duca di Milano, attraverso lintervento
del suo segretario Cicco Simonetta. A Busseto rimane
Giovan Genesio, mentre GianLudovico deve trasferirsi
a Cortemaggiore, sede di villeggiatura estiva della
famiglia. La rinascita di Cortemaggiore ha inizio
dalla sera del 4 settembre 1479, quando GianLudovico
I Pallavicino lascia la natia Busseto per prendere
possesso del nuovo stato. Lo accompagnano la moglie
Anastasia Torelli, il figlio primogenito Rolando II
con la seconda moglie Laura Caterina Landi e cinque
famiglie nobili accreditate a corte, oltre il seguito.
Le famiglie sono quelle di GianBartolomeo Carminati
da Cremona, GianLudovico Mari e Gregorio Passara da
Milano, Girolamo Ferrarini e Davide Porci da Pavia)
Il marchese troverà la Curtis in desolante
stato di precarietà; la residenza del Giardino,
che la sua corte utilizzerà provvisoriamente,
risulta inadeguata. Sussistono lantica pieve
di San Martino e la parrocchiale di San Lorenzo; poche
le modeste abitazioni. Il duca di Milano segue con
interesse la rifondazione del nuovo stato e manda
Maffeo Carretto da Como, larchitetto reduce
dallampliamento del Castello sforzesco, per
progettare limpianto della città; gli
è accanto larchitetto piacentino Gilberto
Manzi, esecutore dei lavori e progettista della chiesa
grande. La città viene strutturata seguendo
le teorie di Leon Battista Alberti, il quale indicava
come città ideale quella che si
allontanava dalla confusione ammassata del borgo medievale
e si stendeva invece senza economia di spazi per aprirsi
al nuovo modello di vita sociale, culturale, economica
e politica: il Rinascimento. Castel Lauro
sarà il toponimo che Rolando II dedicherà
alla giovane sposa, Laura Caterina Landi; Ma Lauro
è anche laltro nome dellalloro,
pianta molto diffusa nella zona e presente con un
superbo esemplare nel mezzo di quella che diventerà
la piazza; di alloro è la pianta che appare
nello stemma della città; Laura e la città
del Lauro sono i simboli di Francesco Petrarca, autore
amatissimo da Roalndo II. Cortemaggiore / Castel Lauro
fu progettata e realizzata con un impianto urbanistico
a scacchiera, sviluppato sulle spaziose
vie principali del cardo e del decumano di romana
memoria, con isolati modulari che via via venivano
riempiti dai nuovi palazzi che gli abitanti delle
campagne erano invitati a costruire con sostanziosi
prestiti e incentivi provenienti dalle tasche dellilluminato
marchese. Accanto ai Palazzi sorsero presto due Chiese
e diversi Oratori, la Rocca, il Palazzo marchionale,
un Ospedale o Casa della Misericordia, una Tipografia.
Alla fine del 1500 i marchesi Pallavicino, indeboliti
dallastuta politica dei Duchi di Milano che
avevano sostenuto il frazionamento delle Terre
del Magnifico, cedono il potere ai Farnese,
che governano con fasi alterne di interesse per Cortemaggiore
(Ranuccio II Farnese nasce a Cortemaggiore nel 1694
per lesodo da Piacenza a causa della peste),
fin verso la metà del 1700. Da quel momento
Cortemaggiore perde importanza, ma continua la sua
storia con dignità e istinto di conservazione
dei suoi tesori urbanistici. Sopravvive, comunque,
fino allepoca napoleonica, il Corpo Comunicativo
di Cortemaggiore, una sorta di illuminato Consiglio
Comunale dellepoca che Orlando creò
nel 1481. Non altrettanto fa invece luomo ottocentesco,
che con spirito innovativo pratica imponenti ristrutturazioni
al borgo e alle chiese, spesso privandoli degli elementi
peculiari. Cortemaggiore resta tuttavia nel cuore
di talenti e di spiriti elevati, uomini risorgimentali
di grande importanza, quali Giuseppe Manfredi, Ottorino
e Lorenzo Respighi, Dioscoride Vitali il farmacologo,
i Toscanini musicisti, Virginia Zucchi la grande ballerina
e non ultimo Giuseppe Verdi che passava spesso per
Cortemaggiore, progettando di costruirvi la casa di
riposo per musicisti e lasciando in testamento un
fondo per lasilo infantile. Fino alla seconda
guerra mondiale Cortemaggiore sopravvive con lagricoltura,
il piccolo artigianato e il commercio. In quel periodo
Enrico Mattei con la società Eni scoprono nel
sottosuolo importanti giacimenti di idrocarburi e
costruiscono gli impianti di perforazione e la raffineria,
fondando la gloriosa Supercortemaggiore
che con il cane a sei zampe veicola in
tutto il mondo la fama e limportanza del paese.
Dai giacimenti Cortemaggiore trae nuovo benessere:
cresce economicamente e demograficamente, ampliandosi
in modo tangibile. Oggi lEni ha cessato lattività
estrattiva, ma lascia sul territorio una presenza
edilizia che è diventata simbolo delle costruzioni
di fabbrica con annesse abitazioni del personale,
tipiche del dopoguerra. Attualmente il paese è
attivo nei settori dellagricoltura, dellallevamento,
della piccola industria, dellartigianato e del
commercio.