Castelfranco
Emilia è una città della provincia di
Modena. Prima del 1929, la città apparteneva
alla provincia di Bologna. Tale legame culturale è
ancora presente, sia per il dialetto parlato, che
per l'appartenenza alla diocesi stessa. La superficie
comunale risulta essere molto vasta rispetto alla
media dei comuni circostanti: ciò è
dato dalla decisione, assunta nel 1861, di accorpare
a Castelfranco Emilia il territorio di Piumazzo, fino
a quel momento comune a sé stante della provincia
di Bologna. Castelfranco Emilia sorge nella pianura
padana, tra Bologna e Modena. Il territorio comunale
risulta essere molto ricco di acqua, in particolar
modo è diffuso il fenomeno delle risorgive.
Il centro storico è sorto lungo la direttrice
principale che taglia a metà il paese: la via
Emilia. Dagli inizi degli anni novanta, il paese ha
conosciuto una rapida crescita demografica che ha
portato un'espansione dell'agglomerato urbano in direzione
sud, in quanto la zona nord è limitata dal
passaggio dell'asse ferroviario. Il vasto territorio
comunale è caratterizzato da una campagna intensamente
coltivata. Sono presenti aree boschive di modeste
dimensioni: Bosco Albergati e Villa Sorra. La maschera
storica del paese è Tabarein: un oste titolare
di un'ipotetica locanda sita nella zona ovest della
città. Tale figura è caratterizzata
dall'avere una gobba e, per tale motivo, veniva sbeffeggiato
dai propri concittadini col detto dialettale Tabrein
gubela cumela? (Tabrein, come và con la gobba?).
In una delle aree maggiormente vocate alla coltivazione
intensiva delle piante da frutto in Italia, Castelfranco
Emilia è il comune della provincia di Modena
con la maggior superficie territoriale dedicata a
questa coltivazione (1.073,70 ha, circa 1/10 di tutta
le superficie interessata in Provincia), è
secondo per numero di giornate/anno di lavoro aziendale
in agricoltura (231.178), terzo per numero di aziende
agricole (665). Il comune di Castelfranco Emilia vanta
una rete stradale di circa 216 km. La principale arteria
di importanza nazionale è la via Emilia (s.s.
n. 9). Le arterie di importanza provinciale sono la
s.p. n. 14 e la n. 6. La città ha una stazione
ferroviaria sulla linea ferroviaria Milano - Bologna.
Il territorio castelfranchese è attraversato
dalla linea ad alta velocità Milano - Bologna.
Tale tracciato passa a nord del paese.
ETIMOLOGIA
Il nome deriva dall'unione delle parole "castel"
e "franco", quest'ultima probabilmente è
da intendersi con il significato di "libero",
esonerato dal pagamento delle tasse. La specifica
è identificativa della zona.
DA
VEDERE
All'interno dell'area comunale troviamo la Chiesa
di Santa Maria Assunta, chiesa principale del capoluogo,
in cui è esposto il celebre dipinto dell'Assunzione
di Maria di Guido Reni. La Chiesa di San Giacomo Apostolo,
a poca distanza dalla chiesa principale, la cui edificazione
non è certa.
Tra i luoghi di interesse storico, spiccano il Forte
Urbano e Villa Sorra.
ENOGASTRONOMIA
Castelfranco Emilia vanta la paternità della
più famosa pasta emiliana: i tortellini. Infatti,
secondo la leggenda, è qui che furono "creati"
per la prima volta da un oste che sbirciando dal buco
della serratura vide una dama nuda mentre si lavava.
Rimase colpito dall'ombelico e da ciò prese
ispirazione per creare tale pietanza. Questa leggenda
popolare viene rappresentata ogni anno durante la
Sagra del tortellino (o Festa di San Nicola) la seconda
settimana di settembre.
Ancora oggigiorno Modena e Bologna si contendono l'invenzione,
come si sono contesi per lungo tempo questa terra
di confine situata proprio a metà tra i territori
delle due province acerrime rivali, sull'antichissima
strada costruita dai Romani: la via Emilia.
La terra è zona di produzione dei vini lambrusco
e Bianco di Castelfranco Emilia.
MANIFESTAZIONI
Festa
di San Nicola
Festa agostiniana che celebra, il secondo fine settimana
di settembre, il Santo di Tolentino come da tradizione
dellantico convento dei padri agostiniani di
cui rimane traccia nella chiesa di S.Giacomo.
Sagra
del tortellino
Celebrazione che si tiene ogni anno la seconda settimana
di settembre per celebrare il prodotto gastronomico
più noto dellEmilia che qui ha, per tradizione,
la sua culla.
La
fiorita
Festa religiosa che si tiene l'8 dicembre, festa dell'Immacolata
Concezione, per celebrare il voto fatto dalla comunità
castelfranchese al tempo della peste: se il paese
non fosse stato toccato dall'epidemia si sarebbe onorata
la Madonna in perpetuo. Così avvenne e in segno
di ringraziamento viene organizzata una processione
in cui i bambini portano un fiore alla statua della
Madonna adiacente alla chiesa omonima.
Palio
dei Ciuchi
Il palio si tiene l'ultima domenica di settembre in
occasione della festa del Ringraziamento e vede contrapposte
le contrade della frazione di Manzolino in una sfida
a cavallo di asini.
Motori
e sapori
Festa che si tiene la domenica prossima alla ricorrenza
di San Giuseppe, per l'occasione viene chiusa la Via
Emilia e vengono esposte macchine d'epoca. Vi sono
anche stand gastronomici che offrono piatti tipici
locali.
Castelfranco
Blues Festival
Manifestazione che cade un week-end tra la fine di
maggio ed inizio di giugno. È un festival dedicato
ad artisti blues italiani.
MUSEI
Museo civico archeologico di Castelfranco Emilia
Raccolta del Museo archeologico etnologico di Villa
Sorra.
TEATRI
Teatro Dadà, gestito dall'Emilia Romagna Teatro,
ha sede in piazzale Curiel 26. Di proprietà
del comune, ha una capienza di 371 posti, di cui 288
in platea e 88 in galleria.
ORIGINI
E CENNI STORICI
In riferimento all'anno di fondazione del Borgo Franco
(nome originario di Castelfranco) esistono pareri
non concordi: secondo lo storico Leandro Alberti è
il 1224, mentre secondo lo storico Alessandro Bacchi
è il 1226. Le mura costruite a difesa del paese
occupavano l'area delle odierne vie circondarie: alcuni
resti, venuti alla luce durante la costruzione di
piazza Aldo Moro, sono ancora oggi visibili. Ai nuovi
abitanti del paese, Bologna concesse particolari condizioni
fiscali in quanto il Borgo Franco si configurava,
in senso geografico e politico, come ultimo centro
bolognese in prossimità del confine con la
nemica Modena e quindi fungeva da avamposto di difesa.
Dal 1322 al 1325 Castelfranco Emilia viene comunque
occupata dai modenesi appoggiati dai Visconti, i quali
vi rimasero con alterne vicende fino al 1361. Nel
1434 Castelfranco viene espugnata dal Gattamelata,
mentre nel 1443 subisce l'assedio da parte di Niccolò
Piccinino e Luigi dal Verme, a cui riesce a resistere.
Il 27 ottobre 1542 il senato di Bologna riconosce
formalmente il comune di Castelfranco Emilia che potrà
così adottare lo stemma attuale con la rocca.
Nel 1506 passa insieme a Bologna sotto lo Stato Pontificio:
risulta quindi essere l'unico paese dell'attuale Provincia
di Modena che non abbia fatto parte dell'ex Ducato
di Modena e Reggio; questo controllo durerà
ininterrottamente fino al 1796 con l'arrivo delle
truppe di Napoleone per finire definitivamente nel
1859 con l'annessione al regno d'Italia. Il paese
viene liberato dalle forze di occupazione nazifasciste
il 22 aprile 1945 e nei mesi successivi, la zona fu
insanguinata dalle uccisioni, per opera di sedicenti
ex partigiani, di molti appartenenti al Partito Fascista
e di alcuni civili. In relazione a questa situazione
è stato coniato il termine triangolo della
morte con vertici il capoluogo di Castelfranco Emilia
e le sue frazioni di Manzolino e Piumazzo. I responsabili
delle esecuzioni, che non rientrarono tra i beneficiari
dei casi previsti dall'amnistia di Togliatti, riuscirono
a fuggire oltre la Cortina di Ferro. Nella frazione
Manzolino erano residenti i quattro Fratelli Moscardini
caduti durante la Guerra di liberazione. Piumazzo
è invece l'attuale residenza dello storico
Valerio Massimo Manfredi. Fra Modena e Castelfranco
Emilia si trova la frazione Gaggio di Piano. Nel 1997
viene stretto il gemellaggio con il comune bavarese
di Marktredwitz. Nel novembre del 2005 viene conferita
la Medaglia d'argento al Valore Civile nel sessantunesimo
anniversario dell'uccisione di 11 castelfranchesi
da parte di soldati tedeschi durante il secondo Conflitto
Mondiale. Nel 2006 è stato conferito al comune
il titolo di "Città di Castelfranco Emilia"
dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Castelfranco è tuttora parte dell'Arcidiocesi
di Bologna, il dialetto è di tipo bolognese
con qualche termine ritrovato nel dialetto geminiano,
e la maggior parte degli abitanti autoctoni si considerano
bolognesi, specie le generazioni meno giovani.