Boretto
è un comune della provincia di Reggio Emilia
in Emilia-Romagna. Situato nella pianura padana, Boretto
si estende lungo la riva destra del Po, a 27 km da
Reggio nell'Emilia. Il territorio comunale, oltre
che dal capoluogo, è formato dalle frazioni
di San Rocco, Santa Croce per un totale di 19 chilometri
quadrati. Confina a nord con i comuni mantovani di
Viadana e Pomponesco, ad est con Gualtieri, a sud
con Poviglio e ad ovest con Brescello. Boretto fa
parte dell'area geografica denominata Bassa padana.
A Boretto sono state girate alcune scene dei film
della saga di Don Camillo e Peppone. Nel film Don
Camillo è girata a Boretto la scena della processione
al fiume, in particolar modo si può distinguere
il profilo della chiesa di San Marco nell'istante
in cui il parroco si trova davanti tutti gli uomini
di Peppone convenuti presso l'argine. Tutto il finale
del film Don Camillo e l'onorevole Peppone è
ambientato a Boretto; tra i luoghi immortalati nel
film vi è la stazione, dove Don Camillo si
reca a salutare Peppone partente per Roma. Boretto
è attraversata principalmente dalla Strada
statale 62 della Cisa gli permette il collegamento
sia con Brescello, ad ovest, e Gualtieri ad est. Altra
importante via di comunicazione è la strada
provinciale 62 R Var Cispadana, realizzata per alleggerire
dal traffico tutti i centri rivieraschi reggiani,
da Brescello a Codisotto di Luzzara. Un ulteriore
111 Asse di Val d'Enza, che entrando in territorio
borettese da sud, lo percorre perpendicolarmente fino
a Santa Croce, dove entra nel mantovano a Viadana,
attraversando il fiume Po con un lungo ponte. L'asse
Boretto Val d'enza, permette di raggiungere la via
Emilia e il casello dell'autostrada di Campegine Canossa
percorrendo circa 19 km. Presso la frazione San Rocco
esiste un porto sul Po, collegato con la Cispadana
mediante la Bretella del porto. Attiguo al centro
del paese e direttamente collegato ad esso tramite
una scalinata che dalla piazza e Basilica San Marco,
si trova il "Lido Po", centro e porto turistico
utilizzato da diportisti e pescatori, molto presenti
nel territorio in modo principale nel canale di bonifica
ove hanno trovato posto piattaforme adibite alla pesca,
si trova un famoso locale da ballo estivo, un ristorante
pizzeria e una imbarcazione "Stradivari"
adibita a Ristorante, oltre ad una imbarcazione comunale
ex Amico del Po, ora chiamata Padus, utilizzata per
escursioni e piccole vite sul fiume.
ETIMOLOGIA
Chiamato nei documenti Bisrupto deriva dal latino
bis ruptus, ossia "rotto due volte". Si
riferisce allo straripamento del Po e quindi alla
"rottura degli argini".
GASTRONOMIA
Nel territorio di Boretto si coltiva una particolare
specie di cipolla conosciuta proprio come borettana.
Inoltre, tipica è la cucina emiliana, con forti
influenze parmigiane e reggiane, data la locazione
del comune sito tra Parma e Reggio Emilia. Tortelli
di erbetta, tortelli di zucca, cappelletti, lasagne,
salumi derivanti principalmente dal maiale. Da non
dimenticare infine il Parmigiano Reggiano.
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesa di Santa Croce
Chiesa di San Rocco (in località San Rocco)
Basilica Minore di San Marco
MUSEO
DEL PO E DELLA NAVIGAZIONE INTERNA E DEL GOVERNO DELLE
ACQUE
Al suo interno si espongono le imbarcazioni fluviali
e materiali della navigazione interna. Il giacimento
archeologico industriale da cui è costituito
documenta la storia della navigazione fluviale in
Emilia-Romagna, della cantieristica, delle bonifiche
e del governo delle acque.
CASA DEI PONTIERI MUSEO GIALDINI
Situata nelle strutture collaterali del vecchio ponte
in chiatte, distrutto nel 1967, che collegava Boretto
a Viadana. All'interno della Casa si trova una raccolta
di immagini significative realizzata dal figlio dell’ultimo
capopontiere che ha inoltre ricostruito il Ponte in
una scala di 1:10.
CASA MUSEO BELVEDERE PIETRO
GHIZZARDI
Al suo interno si trova una raccolta delle opere del
pittore e scrittore Pietro Ghizzardi (1906-1986) nonché
l'abitazione dell'artista, le cui opere sono esposte
inoltre nei musei: Museo Nazionale NaÏfs di Luzzara,
Museo del Castello Laval di Parigi, Museo di Montecatini
Terme, Museo di Modena, Museo Art NaÏf de l'Il
de France.
ORIGINI E CENNI STORICI
Le origini preistoriche del paese sono incerte. Probabilmente
prese vita dagli antichi insediamenti terramaricoli
della Ravisa di San Genesio e soprattutto dalla Motta
Ballestri, tra Poviglio e Brescello, punta estrema
dei canneti della padusa e del Bondeno, terra emersa
percorsa da alcuni fiumi vaganti che si fusero con
il Po. Boretto, di certe origini romane nella sua
parte occidentale, costituiva la periferia dell’antico
Brixillum. Lo attestano i numerosi reperti archeologici,
in particolare la celebre stele funeraria dei Concordi,
ricostruita nei giardini pubblici di Reggio Emilia
e un grandioso capitello corinzio, ora ai musei civici
di Reggio. A Tre Ponti Nuovi, a sud del «cavo
morto», fu ritrovata la tomba di un bambino
e quella di un adulto, sempre romane, ed emersero
anche vestigia di stazioni preistoriche: mucchi di
cenere, piccoli vasi a lacrimatoi, balsamari, laterizi,
stoviglie, ciotole «nere» e mosaici. Ma
ciò che caratterizza la storia di Boretto è
la sua continua lotta per raggiungere l’autonomia
e non rimanere «frazione» di Brescello,
anche se, come Gualtieri, fu legato fino al 1860 in
una sorta di comunità generale a questo paese,
salvo una breve parentesi di autonomia nel Settecento.
Boretto compare con una propria denominazione a partire
dall'855 coi toponimi di Beruptum, Boruptum e Bisruptum,
tutti indicanti le frequenti rotture degli argini
di Po. Ma l’etimo originario potrebbe essere
Poreptum (Po retto), per la configurazione rettilinea
che il Po presentava in questo suo particolare tratto.
Nel 1305, in seguito ad una permuta fatta da Azzo
d'Este passò con Gualtieri sotto il dominio
dei vescovi di Parma. Passò poi sotto i Visconti
e nel 1409, assieme a Brescello, fu occupata dai Veneziani
che la tennero fino al 1479; questa occupazione lasciò
tracce profonde, tanto che Boretto con la città
lagunare ha in comune il Patrono, e a fianco della
chiesa parrocchiale, su di un pilastro, fa bella mostra
un leone di San Marco, dono di Venezia con la quale,
nell’epoca passata, mediante il suo porto intratteneva
fiorenti commerci. Boretto subi' occupazioni e devastazioni
nel 1512 da parte delle milizie pontificie e nel 1551
da parte delle soldatesche spagnole. Nel 1755, per
l’alto grado di benessere raggiunto che lo rendeva
numericamente ed economicamente superiore alla stessa
Brescello, dietro esborso di 2.000 zecchini di Firenze,
ottenne dal duca di Modena l’autonomia comunale;
nonostante l’alto costo del decreto ducale,
cinque anni dopo Boretto decise di riunirsi a Brescello.
Eccettuati gli anni della dominazione napoleonica,
Boretto rimase con Brescello e Lentigione sotto la
signoria estense fino al 1859, anno in cui ottiene
definitiva emancipazione con decreto del dittatore
Farini. Nel 1880 nasce il salesiano Artemide Zatti
venerato come beato dalla Chiesa cattolica il 14 marzo
2002 e deceduto nel 1951 a Viedma, capoluogo storico
della Patagonia Argentina. A Viedma la sua figura
viene celebrata ogni 15 marzo, giorno della sua morte,
davanti all'Ospedale che porta il suo nome.