Sturno
Campania

Sturno è un comune di 3.250 abitanti della provincia di Avellino. Sturno fa parte della Comunità Montana dell'Ufita. Nel 1980, come tanti altri dell'Irpinia, fu colpito da un forte sisma che provocò non solo molte vittime ma anche una profonda lesione nella società come anche nell'economia. Da allora, grazie ai fondi messi a disposizione dallo Stato italiano, si è potuto assistere ad un miglioramento continuo delle strutture sociali come anche delle costruzioni che sono realizzate ora secondo le più moderne norme antisismiche.

ETIMOLOGIA
La tradizione ci racconta che il nome deriva da "storno", in memoria di un uccello che era chiuso in gabbia in un'osteria. Con il tempo, la parola subì delle alterazioni fino a diventare "sturno".

ORIGINI E STORIA
Quando ancora era un insieme di semplici agglomerati di case che facevano parte della vicina Frigento, Sturno era chiamata "Quasale" (poiché era formato da una serie di casali appartenenti alle famiglie più abbienti); successivamente i piccoli agglomerati si svilupparono in vero e proprio paese; il commessionato Lucio Pascale, inviato da Gioacchino Murat in quell'epoca cercò di capire il motivo di questa separazione e una volta compreso lo comunicò a Gioacchino Murat che confermò l'indipendenza di Sturno: il 9 aprile 1809 viene considerata la data della fondazione del paese per il precedente motivo: ovviamente i frigentini non furono d'accordo. Passarono ben due anni per delimitare i confini tra i due paesi ed il motivo era molto semplice: a Sturno sarebbero toccati i terreni migliori, quelli fertili e più in pianura: la prima delibera sturnese venne aprrovata nel 1810, ben due anni più tardi. Il paese incominciò questa sua voglia di "indipendenza" già dalla fine del Seicento, perché il Comune si trovava a Frigento e per salire la montagna occorreva percorrere una strada stretta e ripida nella notte, e naturalmente senza automobile! Le due famiglie che furono accusate dai frigentini della divisione furono quelle dei Grella e dei Testa che capeggiarono la rivolta: uno dei motivi in più dei frigentini per non dividersi era anche questo: "le famiglie dei Grella e dei Testa capeggiano il paese e non c'è motivo di dividersi": in conseguenza di ciò venne cercato, e poi trovato, un simbolo che rappresentasse il paese: quel simbolo era uno "storno". Tale uccello venne scelto poiché davanti una delle osterie del paese si trovava una gabbia con uno storno che dilettava i passanti con il suo canto. In dialetto lo storno veniva chiamato "sturno" e quel nome fu attribuito da allora al nuovo paese. Oggi l'attuale sindaco è Franco di Cecilia.

DA VEDERE

PALAZZO BARONALE
Il settecentesco palazzo nobiliare ricopre un'area di circa 1500 mq. La facciata principale è in stile neoclassico con basamento a bugnato, ed ampio frontone a timpano recante lo stemma nobiliare dei Grella. L'imponenza e la bellezza della costruzione e del fronteggiante parco privato, fanno chiaramente intendere l'importanza che la famiglia dei baroni Grella ha svolto nella storia di Sturno. Gli eleganti e vasti ambienti interni sono in stile neoclassico. Una terrazza panoramica di oltre 300 mq circonda superiormente il cortile “del pozzo”, e offre una suggestiva veduta della vallata con il fondale dei monti irpini. Annesso al palazzo è il parco di 5.000 mq a struttura semicircolare . Al suo interno, i viali con angoli suggestivi, il belvedere, la voliera, la vasca a zampilli d’acqua, le aiuole con rare essenze arboree, circondano il viale centrale “delle acacie” che, lungo circa 200 metri, sbocca sul lato opposto del paese. Il palazzo, sottoposto a vincolo dal Ministero dei Beni Culturali, è ricco di testimonianze del ruolo che la famiglia rivestì nella vita culturale e politica della regione, dalla Repubblica Partenopea, alla partecipazione napoletana alla campagna napoleonica di Russia con Gioacchino Murat, fino ai rapporti con molti autorevoli esponenti della classe illuminata e liberale della Nuova Italia, spesso ospiti del palazzo.
Chiesa dei SS Domenico e Francesco: fu donata dal principe di Torella Domenico Caracciolo e fu istituita parrocchia nel 1714. Subito all'edificio fu affiancata la Congrega dell'Addolorata. Negli anni sessanta le piccola e vecchia chiesa fu demolita per essere sostituita da una nuova costruzione voluta dall'Arciprete don Giuseppe Abbondandolo. Attualmente la chiesa si presenta divisa in tre navate con una pianta a croce latina immissa con abside poligonale. Nella parete absidale si trova una splendido dipinto raffigurante l'incontro tra San Francesco e San Domenico attribuibile alla scuola del grande Luca Giordano. Le navate laterali sono occupata da numerose statue di santi tra cui le più antiche e maestose: l'Addolorata con Gesù morto,la Madonna del Carmine e le statua dei due patroni SS Domenico e Francesco. Inoltre sono conservati due antichi dipinti detti "L'Annuncianzione" e "Sant'Anna".

PALAZZO AUFIERO
Edificato negli anni 30 ad opera del benefattore del luogo (Michele Aufiero, inventore del clacson) è fin da allora sede delle scuola elementare. Edificio imponente, tipico esemplare di architettura di epoca fascista, ha resistito all’usura del tempo ed a
devastanti terremoti, conservando intatta l’antica imponenza. Ciò grazie all’impiego all’epoca di maestranze e materiali all’avanguardia. Di proprietà privata fu realizzato nel XVIII secolo ed ingrandito e ristrutturato in epoche successive. Presenta splendidi saloni ed una terrazza panoramica, con visuale sull’intera Valle dell’Ufita. All’interno sono ancora visibili tracce dell’antico splendore (affreschi, arazzi, biblioteca, utensileria d’epoca). Particolarmente suggestivo è all’interno il Cortile del pozzo.

DA VEDERE INOLTRE

Abbazia di San Michele Arcangelo: già dal 1654 abbiamo notizie di un edificio consacrato all'Arcangelo e della presenza di un effigie lignea del santo protettore che anticamente si trovava nella zona di Sant'Angelo a Pesco. Nel 1807 la Chiesa fu elevata a Chiesa Badiale Curata e nei primi decenni del novecento fu costruita l'Arciconfraternita del Rosario, per volere del barone Angelo Marino Grella e la casa canonica per volere della Santa Sede nel 1933. Il 23 novembre 1980 in seguito al disastrosissimo terremoto che colpi l'Irpinia la chiesa crollò. Fu ricostruta e riaperta al culto il 7 maggio 1994 dopo l'arrivo della statua restaurata dell'Arcangelo.

Piazza Michele Aufiero e Monumento dei Caduti

Palazzo dei Baroni Grella

Fontana "Re la chiazza" e Palazzo De Iulis

Cappella "Madonna della Neve": domina il paesaggio ed essa è possibile ammirare tutta la valle Ufita, la Baronia e persino Montevergine. Appartiene alla Famiglia Grella e all'interni vi è un dipinto della Vergine delle Nevi. Il quadro più antico, di scuola napoletana, fu rubato nel primo Novecento. Una lapide sul frontespizio ricorda "O passeger che passi per la via, non ti scordar di salutar Maria".

Edificio Scolastico Michele Aufiero

ECONOMIA
L'economia è prettamente di carattere agricolo anche se negli anni recenti è possibile notare un notevole sforzo per sviluppare l'industria, in particolare l'industria produttiva (con la costruzione di zone industriali e miglioramento delle strutture) e l'industria turistica (con l'aumento continuo di agriturismi e ristoranti - hotel). I prodotti più importanti dell'agricoltura sono: tabacco, uva (per la produzione del vino), ortaggi. I prodotti delle più importanti industrie: produzione di vari macchinari per l'industria.

TRADIZIONI
Al di sopra del paese si estende un boschetto di castagne chiamato Il Castagneto . Data l'abbondanza di castagne nei mesi autunnali sono state create diverse deliziose ricette che oramai fanno parte della cucina tradizionale. Le campagne sono fertili e carine, attraversate dal fiume Ufita. Il paese è gemellato con Glen Cove.

Il 16 gennaio un immenso falò (Vampa re Sant'Antonio) viene acceso in onore di Sant'Antonio Abate.

La settimana santa è ricca di eventi che ogni anno attraggono numerosi fedeli. La notte del giovedì Santo dopo aver visitato i Sabburchi (Altare della Reposizione) a mezzanotte tutti si riuniscono in piazza San Domenico per cominciare il cosidetto "Tamburo" ossià un giro per il paese con il quale si annuncia la morte di Gesù e l'arrivo del venerdì Santo. Il giorno della Passione la commovente Processione di Gesù morto con l'Addolorata e la via Crucis vivente.

L' 8 maggio e il 29 settembre la Festa in onore a San Michele Arcangelo Protettore di Sturno al quale è dedicata l'Abbazia nella parte superiore del paese. Durante la Processione i bambini camminano in fila indiana vestito col caratteristico vestito di "angioletti".

Il 31 maggio a conclusione del mese mariano vi è la processione della Madonna del Carmelo nelle Rose con il tradizionale lancio dei petali.

L'8 agosto festa patronale: San Domenico di Guzman il quale è compatrono insieme a San Francesco d'Assisi. Dai due santi prende il nome la chiesa parrocchiale del paese.

Il 15 e il 16 di agosto vengono celebrate le feste dell'Assunta e di San Rocco, la cui devozione a particolarmente sentita nelle nostre zone.

Il 2 novembre, giorno della commemorazione dei defunti, un corteo parte da Piazza Michele Aufiero diretto al Cimitero.

Durante il periodo natalizio, vengono allestiti due presepi:uno nella Chiesa di San Domenico e l'altro in piazza Municipio e durante la novena di Natale alcuni musicanti intonano inni natalizi nel paese.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 3.261 (M 1.585, F 1.676)
Densità per Kmq: 195,6 (Censimento Istat 2001)

CAP 83055
Prefisso Telefonico 0825
Codice Istat 064104
Codice Catastale I990

Denominazione Abitanti sturnesi
Santo Patrono San Domenico
Festa Patronale 8 agosto

Numero Famiglie (2001) 1.201
Numero Abitazioni (2001) 1.551

Il Comune di Sturno fa parte di:
Comunità Montana Zona dell'Ufita
Regione Agraria n. 10 - Colline dell'Ufita

Comuni Confinanti
Carife, Castel Baronia, Flumeri, Frigento, Guardia Lombardi, Rocca San Felice.

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Conservatorio di Musica Domenico Cimarosa - Avellino (AV)
IRPINIA TOUR - AVELLINO (AV)
GIAMIRA TRAVEL - AVELLINO (AV)