Scafati
è una città della provincia di Salerno,
di cui occupa la parte più settentrionale.
Costituisce un unico agglomerato urbano con la città
di Pompei ed è confinante senza soluzione di
continuità anche con Castellammare di Stabia,
entrambe afferenti alla provincia di Napoli. Primo
comune dell'agro nocerino sarnese per popolazione,
ubicato alle pendici del Vesuvio, il suo territorio
è attraversato dal fiume Sarno, che taglia
la città capoluogo in due parti. Il territorio
si presenta pianeggiante. Il clima è mite.
La vicinanza del mare fa si che vi sia un clima mediterraneo
tipico del meridione italiano. Il tasso di umidità
è abbastanza elevato, soprattutto in estate
dove la temperatura percepita, in passato, ha raggiunto
anche i 45°.
ETIMOLOGIA
Il toponimo "Scafati" deriva dal termine
"scafa", ossia "battello fluviale",
che a sua volta deriva dal latino "scapha".
Tali mezzi, chiamati poi "lontri", simili
alla gondole, ma con fondo piatto, erano fondamentali
mezzi per la navigazione del fiume Sarno. Ed è
proprio per questa ragione, ma anche per il fatto
che i palazzi del centro si affacciano pittorescamente
sul fiume, la città di Scafati era un tempo
indicata con il nome di "Piccola Venezia".
VENTOTTO
E TRENTUNO
Le due frazioni "ventotto" e "trentuno"
si chiamano in tal modo, poiché, si fa riferimento
all'altezza del territorio dal livello del mare, che
appunto, risulta essere di ventotto e trentuno metri.
- Nei patti Lateranensi stipulati dalla Chiesa e da
Benito Mussolini, "Valle di Pompei" fino
ad allora frazione di Scafati, diventa comune autonomo
e in cambio Scafati "riceve" Bagni dalla
cittadina confinante, Angri. - Scafati risulta tra
le prime città italiane, dove, durante la Seconda
Guerra Mondiale, sono nati gruppi partigiani. L'anniversario
della sua liberazione dal nazifascismo cade il giorno
28 settembre (1943). - Scafati è la centoquarantesima
città italiana come numero di abitanti davanti
a Pordenone (50 518) e dietro a Battipaglia (50 769).
CENNI
STORICI
Fu importante centro industriale tessile e dell'armeria
sotto il Regno delle Due Sicilie. Infatti, l'allora
re Ferdinando II istituì un polverificio e
realizzò un'opera di rettifica del basso corso
del fiume Sarno per il trasporto delle polveri da
sparo dall'opificio verso il mare, intervento che
risolse anche diversi problemi per la popolazione
legati alle continue esondazioni del fiume. Inoltre,
sempre sotto la reggenza di Ferdinando II, fu costruito
uno scalo ferroviario sulla storica linea Napoli -
Portici, la prima ferrovia dell'Europa continentale,
quando questa fu allungata fino a Nocera Inferiore.Durante
la Seconda Guerra Mondiale le dure rappresaglie tedesche
portarono alla nascita del primo gruppo armato resistente
del meridione d'Italia, successivamente denominato
"Gruppo 28 Settembre" guidato da Don Vittorio
Nappi, nelle azioni di guerra caddero Raffaele Cavallaro
, il giovanissimo Mimì Catalano ed a causa
delle ferite riportate, morirono anche Pasquale Nappo
e Luigi Cavallaro. Il "Gruppo" contribuì
alla liberazione del territorio comunale. Attraverso
azioni armate e compiendo un grosso lavoro informativo,
l'arrivo degli Alleati in città fu enormemente
facilitato, grazie alle guide Partigiane gli inglesi
penetrarono nel centro cittadino senza attraversare
il ponte sul fiume Sarno, in piazza Vittorio Veneto
(ultimo passaggio di collegamento fra le province
di Napoli e Salerno) già minato dai tedeschi,
riuscendo così ad evitare che quest'ultimo
fosse abbattuto e scongiurando ulteriori e devastanti
spargimenti di sangue. Le eroiche azioni partigiane
valsero nel 1962 l'assegnazione al Comune di Scafati
della medaglia d'oro da parte dell'Associazione Nazionale
Partigiani d'Italia.
DA
VEDERE
Nel centro cittadino di Scafati in piazza Vittorio
Veneto vi si trova la chiesa di Santa Maria delle
Vergini, santo patrono della città. Dalla piazza
centrale a pochi metri è possibile raggiungere
il Municipio chiamato Palazzo Mayer, dove alle sue
spalle vi si trova la Villa Comunale chiamata Parco
Wenner. Il centro è formato dal corso principale
della città Corso Nazionale; altre vie frequentate
nel centro storico sono Via Giovanni XXIII e Via Martiri
d'Ungheria. La città è suddivisa da
varie frazioni; tra le principali c'è San Pietro,
dove è possibile trovare la chiesa di San Pietro
in piazza.
ISTRUZIONE
Sono presenti due scuole medie superiori di secondo
grado statali: il liceo scientifico "Renato Caccioppoli"
e l' I.T.I.S. "Antonio Pacinotti". Il 7
novembre 1999 a Scafati è stata fondata una
"Scuola della canzone napoletana" dedicata
a "Roberto Murolo - Città di Scafati",
con una serata inaugurale tenuta presso Villa
Nunziante. Numerosi sono i siti di rilevanza
culturale, il più noto è sicuramente
il Polverificio Borbonico poi sono da citare Villa
Nunziante, l'Abbazzia di Realvalle a San Pietro e
numerosi reperti archeologici ritrovati in territorio
cittadino, come ad esempio la villa romana "Popidio
Narciso". Scafati si contrddistingue per la sua
profonda e radicata tradizione di musica popolare,
nelle sue periferie ancora a vocazine fortemente agricola,
si conservano la suggestioni della "Tammurriata"
che prende il nome dal tamburo che scandisce il ritmo,
detto "tammorra" o "tammurro".
La "tammurriata" utilizza particolari strumenti
musicali: la già citata tammorra, formata da
una pelle tesa su un cerchio di legno su cui sono
fissati dei sonagli detti "'e cicere" o
"'e cimbale"; le castagnette o nacchere,
intagliate nel legno e costituite da due parti unite
fra loro da un cordoncino. In alcune zone le castagnette
vengono distinte in "maschio" e "femmina"
a seconda che vengano suonate rispettivamente con
la destra o con la sinistra. «Questo esempio
riporta ad un'antica simbologia del corpo secondo
la quale l'uomo, il suo corpo in genere, è
per metà maschile e per metà femminile.
Una visione del genere, tipica del mondo antico ed
orientale, si ritrova però anche nella concezione
della divinità nel Meridione. Alcune Madonne,
ad esempio, hanno nella raffigurazione iconografica
il sole (sulla destra) e la luna (sulla sinistra),
ovvero il "maschile" e il "femminile"»
(Sergio De Gregorio, nell'opuscolo allegato all'LP
"Musica e canti popolari della Campania - vol.
1"). Alla tammorra e alle castagnette si possono
aggiungere anche: il putipù o caccavella (tamburo
a frizione costituito da una pentola di terracotta
o scatola di latta ricoperta da una pelle, su cui
è fissata una canna); il triccheballacche o
scetavajasse (composto da tre martelletti di legno
di cui quello centrale fisso, martelletti ai quali
possono essere applicati anche dei sonagli); la tromba
degli zingari o scacciapensieri o marranzano. Il rappresentante
illustre della "Tammurriata" è Antonio
Matrone ('O Lion) col suo gruppo definito "A
Paranza do Lione". L'altra grande forma
di musica popolare è "A Fronna e Limone"
(fronda di limone). Quest'ultima è una particolare
forma di canto campano, eseguito a distesa e senza
accompagnamento strumentale. Per quel che riguarda
i testi, in genere si attinge ad un vasto repertorio
di "fronne" che però, a seconda della
circostanza, possono essere variate, rimescolate o
improvvisate in parte dall'esecutore (e ciò
avviene massimamente quando le "fronne"
sono articolate tra due o tre persone che si rispondono
e dialogano con tali canti). Per questa loro disponibilità
al dialogo, le "fronne" sono state anche
utilizzate come comunicazione con i carcerati. Infatti
per il passato, era abbastanza frequente sentir cantare
sotto le carceri alcuni tipi di "fronne",
articolate da parenti o amici di reclusi. Spesso erano
informazioni che si davano al carcerato, messaggi
d'amore, parole di conforto, il tutto articolato con
un linguaggio oscuro e gergale che sfuggiva anche
alla comprensione dei secondini. Nella tradizione
più classica, esiste , un repertorio di "fronne"
più ritualizzate, le cui tematiche si riferiscono
all'amore, a fatti sessuali e alla morte. Il protagonista
indiscusso di questa particolare forma di canto e
"Zì Giannino Del Sorbo" senza ombra
di dubbio il più grande frondaiolo vivente.
Una festa considerata emblematica per tutto l'agro
Nocerino Sarnese è la festa della "Madonna
dei Bagni" , si svolge a Bagni, località
agricola situata in periferia di Scafati al confine
con Angri. Una festa tipicamante primaverile che si
consuma nei suoi rituali nelle masserie dove si canta
e si danza a ritmo di "tammorra" e "castagnette"
(tamburo e nacchere). Scritti antichi ci riportano
ai festeggiamenti per i quali la plebe rurale traeva
ispirazione dalle "Feste Ilarie", che celebravano
la morte e resurrezione di Attis. Antropologicamente
nell'antichità pagana il dio della natura rinasce
in questo periodo. Festeggiamenti quindi per l'alterna
vicenda della natura che fiorisce a nuova vita. Morte
e vita, nel mondo rurale si identificano: dalla morte
del seme ne consegue la nascita della pianta. Altro
elemento di vita è l'acqua. Su queste premesse
si innesta il rito religioso che nei giorni della
festa dell'Ascensione, sulla Statale 18, nei pressi
del seicentesco Santuario, si celebra in onore della
"Madonna dei Bagni". La festa, secondo autorevoli
studiosi, rientra nel culto delle "Sette Madonne"
in Campania. A Bagni, oltre al Santuario di S. Maria
Incoronata dei Bagni, risalta la fonte ('o fuosso)
che contiene l'acqua ritenuta miracolosa; dove una
vecchietta intinge una penna di gallina nell'olio
santo, unge e benedice la gente. Altre peculiarità
del "fosso" sono: la camomilla, i papaveri
e "'o Vacille cu' 'e rrose", bacinella con
petali di rose maggiaiole che vengono, secondo la
leggenda, benedetti da un "Angelo" che passa
nei campi la notte precedente l'Ascensione, donando
ai fiori tipici della festa proprietà taumaturgiche
e purificatorie. Icona mobile della festa Il
Carrettone Anticamente i signorotti del napoletano
raggiungevano Bagni con il "Bleak", vettura
di lusso trainata da cavalli dove prende-vano posto
le "maeste ncannaccate", signore con vistosi
gioielli al collo. I contadini invece si servivano
dei comuni carretti che per l 'occasione "annoccavano"
(addobbavano) con fronde e fiori di carta velina,
per copertura, come riparo dal sole, venivano sistemate
delle lenzuola. Da tali carretti deriva il nome "'O
Carrettone 'e Vagne". Tale mezzo di viaggio,
la cui ultima apparizione risaliva al lontano 1954,
è stato riproposto, nel pieno rispetto dell'antica
tradizione, dal 1982 al 1987, fino a quando la festa
non ha subito un processo di trasformazione con l'
immissione di elementi spurii che non hanno nessuna
congruenza culturale - antropologica con la memoria
autentica. Il "Carrettone" era preceduto,
nel suo "viaggio", da un folto gruppo di
ragazzi che indossavano "antrite", collane
di noccioline e castagne e che "guidavano"
il tipico "chirchio", cerchio di bicicletta
o di botte, anch'esso "annoccato" con fiori
di carta, penna di gallina e immaginetta della Madonna.
La Festa della Madonna dei Bagni conserva oggi il
suo fascino in ragione delle esibizioni spontanee
della gente che rimane protagonista autentica quando
accompagnandosi con le inseparabili "castagnette"
si disinibisce e si esprime a lungo in una frenetica
"tammurriata" collettiva.
PERSONAGGI
FAMOSI
-
Luigi Pagano: Pittore
- Luigi Vollaro: Scultore
- Neffa: cantautore e cantante
- Vincenzo Sicignano: calciatore.