Roccapiemonte
è un comune di 9.081 abitanti della provincia
di Salerno, appartenente geograficamente all'Agro
Nocerino Sarnese.
ETIMOLOGIA
Il nome del luogo è un composto "di rocca"
che è riferito al castello posto sul monte
limitrofo (monte Solano) e da "piemonte"
che si riferisce alla posizione del paese "ai
piedi del monte".
CENNI
STORICI
Il primo borgo che sorse nell'attuale comune di Roccapiemonte
nacque dapprima vicino le mura della "Rocca di
S.Quirico" costruita dal principe Longobardo
di Salerno Guaimario nel 1042 sul monte Solano (i
cui ruderi sono presenti ancor oggi) per difendere
le valli circostanti dai Saraceni che in quel periodo
depredavano L'Italia meridionale. Successivamente,
man mano che il pericolo saraceno si diradava, il
borgo si sviluppò ai piedi del monte Solano
prendendo il nome di Roccapiedimonte("Rocca"
dal nome del castello e "piedimonte" dal
fatto che il borgo si trova ai piedi del monte Solano).
Proprio il Monte Solano fu definito dal paesaggista
e scrittore Edward Lear ,in viaggio per queste zone
nel 1847, un piccolo monte a forma di "Pan di
Zucchero", con riferimento al famoso monte che
si trova a Rio de Janeiro, in Brasile.
Nel 1059 la maggior parte del territorio della Rocca
di S.Quirico fu assegnata da Roberto il Guiscardo
all'abate di Cava dei Tirreni.Dal 1169, quando divenne
castellano della rocca Guglielmo de Conturso, della
famiglia degli Altavilla, si susseguirono come signori
del feudo varie famiglie: infatti dopo la morte dell'ultimo
Altavilla la rocca andò agli Svevi; nel 1279
andò a Giacomo di Brussone o Bursone, che aveva
preso in moglie Ilaria Filangieri; dopo il 1340 divenne
signora del feudo Angela de Capua, duchessa di Satriano.
Successivamente il castello fu donato da Giovanna
I d'Angiò a Nicolò Acciaiuoli(1349),
e sotto Ladislao esso passò alla famiglia Latro.
Nel XIV secolo il feudo di Roccapiemonte fu diviso
in tre Università(circoscrizioni amministrative):
Rocca Corpo, Rocca Monastero e Rocca Casalium; le
quali rimasero fino a quando divennero liberi comuni
nel 1806.
Nel XVI secolo il feudo passò al duca di Castrovillari,
a cui successe Giovanni Battista che nel 1550 fu però
condannato a cedere il territorio a Isabella Caracciolo,
che la governò in vece del figlio Troiano Spinelli.
Nel 1625 il feudo, dopo essere passato tra le mani
dei Gaudioso e dei D'Amato, fu alienato a Ettore Ravaschieri,
principe di Satriano e duca di Cardinale per 32.600
ducati. Nel 1689 l'abate di Cava cedette definitivamente
il feudo al conte Antonio Ravaschieri per 3000 ducati,
con l'obbligo di inviare annualmente all'abbazia di
Cava dei Tirreni tredici ducati e altrettante galline.
Il governo dei Ravaschieri durò molto tempo
estendendosi su tutte e tre le circoscrizioni; ultima
discendente della famiglia è Ornella Fieschi
Ravaschieri, figlia di Vincenzo, ultimo duca di Roccapiemonte.
Della rocca di S.Quirico rimangono attualmente solo
alcuni ruderi, tra cui si possono notare abbastanza
nitidamente la triplice cinta muraria e le due porte
con la torre di vedetta a forma cilindrica. La situazione
attuale è stata determinata non solo da assedi
dei Saraceni, da continui terremoti come quelli del
dicembre 1631, e del 1857; ma anche da alcuni bombardamenti
alleati durante la seconda guerra mondiale.
Nel 1998 il torrente Solofrana, straripando a causa
di un cedimento degli argini, ha inondato alcune zone
di Roccapiemonte e ha causato ingenti danni soprattutto
alle coltivazioni.
Recentemente è inoltre deceduta l'ultima discendente
dei Ravaschieri, famiglia che durante la propria signoria
ha trasferito la propria residenza dalla "Rocca
di S.Quirico" al così chiamato "Palazzo
Ravaschieri".
Il 28 Settembre del 2007 una colata di fango, distaccatasi
dal monte Caruso a causa di incessanti piogge, ha
inondato gran parte del centro abitato di Roccapiemonte,
causando diversi danni alle abitazioni e molti disagi.
DA
VEDERE
Nel territorio di Roccapiemonte sono presenti vari
monumenti di una certa importanza: Sulle falde di
una massiccia muraglia rocciosa del monte Caruso all'altezza
di 252 metri è situato il Santuario di Santa
Maria di Loreto. Laspetto esterno, nella sua
parte inferiore, è caratteristico del XII secolo.
Dedicata
al patrono è la Chiesa di San Giovanni Battista,
menzionata in un atto di donazione del 1081, con il
quale Giliberto il Normanno cedeva alcuni beni allabate
di Cava. Ledificio ha subito numerosi rifacimenti,
i più significativi dei quali furono completati
nel 1761. Nel 1859 la chiesa venne ampliata nei bracci
della crociera e fu arricchita della Cappella di Santa
Maria delle Grazie, oggi restaurata, nella quale troneggia
una bella immagine dellImmacolata. La Chiesa
di Santa Maria del Ponte sorse nel secolo XV per volontà
della famiglia Rescigno. Nel XVI secolo fu restaurata
e donata di una rendita di quattro ducati annui. Ledificio
fu ampliato nel 1575 e restaurato dopo il terremoto
del 1857. Il 18 dicembre 1975 è stato consacrato
un nuovo altare costruito in Birmania. Fa parte di
questa la Cappella di San Nicola di Bari, risalente
al XII secolo. Meritano una menzione anche la Chiesa
di Santa Maria delle Grazie, sorta nel XII secolo
nella frazione di Casali e ristrutturata nel secolo
XVIII, che conserva la cappella di San Giuseppe che
è appartenuta alla famiglia dei baroni Calvanese
e quindi dei nobili Grimaldi, ramo degli omonimi Patrizi
genovesi; e la Chiesa di San Pasquale, un tempo Chiesa
di Santa Maria di Codola, restaurata nel 1951, che
conserva un portale del XII secolo.
Presso
la cinquecentesca villa Ravaschieri si trova un vero
e proprio gioiello d'arte e architettura: La gentilizia
cappella dell'Addolorata o di S.Vincenzo, risalente
al 1720, progettata dall'architetto Ferdinando Sanfelice.
La facciata originaria è stata sostituita da
una gotica, mentre l'interno è composto da
una navata unica a pianta ottagonale. L'edificio che
un tempo conteneva cinque altari, oggi ospita due
sarcofagi con le salme dell'ultimo duca di Roccapiemonte,
Vincenzo Ravaschieri, e della sua consorte, Potenziani.
All'interno è presente inoltre un bassorilievo
in marmo del grande scultore Giovanni Duprè.
Pregevoli
sono la Cappella dellArciconfraternita del Santissimo
Corpo di Cristo, ricca di stucchi decorati, la Cappella
del Convento delle suore dellAddolorata in San
Potito, risalente al secolo XIX, la rurale Cappella
della Pietà, del XIX secolo, e la Cappella
di San Rocco in località Casali. Degni di interesse
sono anche diversi palazzi gentilizi: Palazzo Marciano
situato nella frazione Casali, Palazzo Romano e Palazzo
Romaldo, dotato di unimportante scala, opera
dellarchitetto Sanfelice.
MANIFESTAZIONI
Oltre alla festa dedicata al santo patrono del comune,
S.Giovanni Battista, che si festeggia il 24 giugno,
ogni anno, il 1° maggio, i sindaci di Roccapiemonte
e Nocera Superiore organizzano la Festa del Majo.
La manifestazione, che risale allinizio del
Seicento, consiste nel trasportare in corteo dei ramoscelli
verdi adorni di fiori e di foglie, simbolo della fecondità
della vegetazione. I sindaci dei due comuni si incontrano
con i rispettivi cortei nel piazzale della Basilica
di Materdomini, si scambiano le fusciacche e poi entrano
in chiesa: un ricordo dellomaggio, oggi rappresentato
da tre alberelli, che feudatari e soldati porgevano
allabate de convento. Altamente coreografico
è il cosiddetto "Intreccio", spettacolo
di danze durante il quale i ballerini, travestiti
da donne, si intrecciano reggendo fra le mani dei
rami flessibili di vite pieni di fiori. Assai significative
sono anche la Festa della Madonna di Loreto e la Festa
della Vergine Immacolata, che si svolge lultima
domenica di agosto. Si è riusciti a portare
alla luce l'antico onore della frazione di Casali,
con l'organizzanione della "Fera Nova",
la particolare festa medievale durante la quale, con
vestiti e musiche di quei tempi, Casali ritorna al
suo vecchio splendore, grazie anche alla perfetta
interpretazione da parte dei Casalesi, che danno l'impressione
a chi di passaggio di essere tornati indietro nel
tempo, utilizzando un vernacolo che rispetta fedelmente
quello utilizzato nel medioevo. Negli ultimi anni
la Fera si è svolta nei dintorni ed all'interno
del palazzo Marciano, ma negli anni precedenti aveva
coinvolto anche altre zone di Casali come Casacaliendo
e S.Rocco.
ECONOMIA
Roccapiemonte vanta unabbondante produzione
di cereali, patate, fagioli, pomodori e frutta. Inoltre
numerose piccole aziende industriali operano nei settori
metalmeccanico e alimentare. In passato il paese ha
creato ottimi scalpelli, specializzati nel restauro
di opere darte. Fino agli inizi del Novecento,
inoltre, è stato intenso lo sfruttamento del
tufo giallo presente nel sottosuolo del comune; con
il quale materiale sono costruite la maggior parte
delle costruzioni del luogo.