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Qualiano
è un comune italiano di oltre 25.000 abitanti della
provincia di Napoli in Campania. Oggi la cittadina è
parte dell'agglomerato urbano di Napoli. È stato
un comune ad economia prevalentemente agricola. Negli anni,
però, l'intensificazione demografica, conseguente
da una forte immigrazione da Napoli, ha creato anche un
forte sviluppo del settore edilizio. La città si
è sviluppata lungo l'antica strada Consolare Campana
che univa Capua con Aversa e Pozzuoli, oggi identificabile
nella strada Provinciale Campana. Il centro abitato si è
sviluppato prevalentemente a ridosso della chiesa parrocchiale
di San Magno, espandendosi successivamente lungo le strade
trasversali, con abitazioni con impianto tipologico a corte
caratterizzato dalla presenza di ballatoi esterni. L'epoca
borbonica con il nuovo atteggiamento culturale nei confronti
del territorio è, dal punto di vista dello sviluppo
urbanistico, quella più significativa per Qualiano:
Ferdinando II fece sistemare la Via Campana, che diventò
strada provinciale, facendole scavalcare l'Alveo dei Camaldoli
con un ponte a tre arcate (detto ponte "di Surriento"
ancora oggi esistente), per migliorare i collegamenti tra
l'agro giuglianese ed il porto di Pozzuoli.
ETIMOLOGIA
Qualiano si chiamava Caloianum, come si evince dal primo
elenco completo di tutti i casali esistenti nel regno di
Napoli; in un elenco successivo, di epoca angioina, si trasforma
in Coliana. Qualiano ha dato origine a due tesi interpretative
sul significato del termine: una vuole fare risalire l'origine
del nome in Colo Ianum, per culto al dio Giano (lo confermerebbe
il ritrovamento di una grossa testa di divinità bifronte
e barbuta); l'altra lo riconduce a Gaudianum, nel senso
di «città nel bosco», pur evidenziando
che il toponimo Gualdo è variamente diffuso in tutto
il territorio del ducato Longobardo.
DA
VEDERE
Chiesa di Santo Stefano, in precedenza intitolata a San
Magno
Ponte di Surriento, costruito in epoca borbonica per volontà
di Ferdinando II
ORIGINI
E CENNI STORICI
Le ipotesi storiche sull'origine di Qualiano vengono avvalorate
e confrontate da svariati ritrovamenti archeologici che lasciano
supporre, senza ombra di dubbio, il ruolo e la funzione del
borgo romano di Collana, soprattutto se viene proiettato in
quel fenomeno che investì tutti i centri della Campania
e meridionali dominati da colonie greche prima e poi romane.
Storicamente si conosce la tragica fine dell'egemonia greca
della città di Cuma, avvenuta nell'anno 334 a.C. ad
opera dei Romani, che da Capua giungevano a Cuma per poi proseguire
via mare. Di conseguenza questa nuova realtà politica
d'espansione della nascente civiltà romana interessò
anche Qualiano, data la sua posizione geografica: punto nodale
per raggiungere Cuma da Capua a Roma. Di questo antico tracciato
viario è testimone l'antica strada Consolare Campana
che raggiungeva Capua, Aversa e Pozzuoli. Recenti ritrovamenti
archeologici fanno inoltre supporre che fosse un centro prediletto
dal patriziato romano per il clima salubre e la florida vegetazione
(lo storico Tito Livio descrisse e decantò le ricchezze
naturali dell'intero agro giulianese). Resti di statue in
marmo acefale, murature in opus reticulatum e latericium,
pavimentazioni in mosaico colorato: tipici elementi del periodo
di massimo splendore dell'Impero Augusteo; enormi vasi di
creta per la conservazione di derrate alimentari (grano, orzo,
ecc.), una cisterna per la raccolta dell'acqua a forma rettangolare
con copertura a volta. Una necropoli del IV secolo a.C. venne
alla luce durante i lavori per la costruzione del primo intervento
di case popolari (in via Cavour). Erano ventidue tombe - di
cui la maggior parte a casse in blocchi di tufo giallo - sei
erano alle Cappuccine ed un sarcofago monolitico in tufo e
vi si trovarono svariati elementi di arredo funerario: dal
lacrimatoio al cratere, vasi a vernice nera: Askos, Skyphos,
ecc. Tutto ciò si può ammirare al museo archeologico
di Napoli, nella sala LX «La Necropoli di Qualiano».
Le testimonianze finora elencate sono venute alla luce interessando
una zona urbana unitaria: la località San Pietro ad
Aram, avendo come capisaldi l'Alveo dei Camaldoli, tratto
della Consolare Campana e la località Pioppitelli (via
Palumbo); difatti quest'area era caratterizzata da una strada
lunga nella quale sono venute alla luce tombe, ville patrizie,
cisterne per la conservazione dell'acqua ed una villa rustica
di notevole interesse storico-archeologico per il materiale
rinvenuto che va dal IV secolo a.C. al III secolo d.C.: ceramica
a vernice nera «campana», unguentari, monete bronzee
dell'imperatore Decio Traiano, lame di ferro di attrezzi agricoli,
frammenti di vetro, ecc. Dalla lettura di questa realtà
archeologica si può supporre che Qualiano fosse un
centro di stazionamento per le legioni di soldati romani che
scendevano da Roma per proseguire verso Cuma: una «Statio
romana». Dagli scavi effettuati non sono venuti alla
luce né mura di difesa, né altra struttura con
lo stesso scopo. Quindi possiamo ipotizzare che il casale
di Qualiano sorgeva su di un'area sicura e priva di pericoli
e godeva tranquillità e garanzia da uno stato precostituito:
l'Impero romano, anche se in decadenza, del IV e V secolo
d.C. Già nel IV secolo a.C. Qualiano registra la presenza
del popolo sannita, mentre la formazione di un centro o villaggio
agricolo (fagus) si deve risalire al III secolo a.C. con la
presenza del popolo osco-sannita, che raggiunse la massima
importanza e crescita urbana nel IV o V secolo d.C. durante
il periodo di decadenza romana. Qualiano dal 1340 al 1805
fu feudo del monastero di Santa Chiara in Napoli. Dal 1806
al 1836 fece parte del Comune di Panicocoli (Villaricca) e
il 5 settembre 1836 Ferdinando II, con proprio decreto, le
conferì l'autonomia amministrativa. I periodi storici
che si susseguono in questo arco di tempo - da quello angioino-aragonese
a quello del vice regno spagnolo (1500 e 1600) - interessano
relativamente il modesto agglomerato di Qualiano, mentre notevole
importanza, sotto il profilo urbanistico, ebbe il secondo
periodo borbonico (1815-1860). In questa realtà illuministica
per il territorio, operata dai regnanti Borboni, Qualiano
trasse non pochi benefici. Attualmente Qualiano fa parte del
comprensorio giuglianese con i comuni di Villaricca, Calvizzano,
Giugliano in Campania, Marano di Napoli e Mugnano di Napoli.
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Popolazione
Residente 25.313 (M 12.431, F 12.882)
Densità per Kmq: 3.486,6
Superficie: 7,26 Kmq
CAP
80019
Prefisso Telefonico 081
Codice Istat 063062
Codice Catastale H101
Denominazione
Abitanti qualianesi
Santo Patrono Santo Stefano Promartire
Festa Patronale 26 dicembre
Il
Comune di Qualiano fa parte di:
Regione Agraria n. 5 - Piano Campano sud-occidentale
Comuni
Confinanti
Calvizzano, Giugliano in Campania, Villaricca
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