Campagna
è un comune di 16.000 abitanti circa, della
provincia di Salerno. Il territorio fa parte della
Comunità Montana Alto e Medio Sele. Il territorio
comunale, di 135,41 km², è un penepiano
dei Monti Picentini composto da tre aree: un area
pianeggiante alluvionale formata dai fiumi Sele e
Tenza, comprendente le frazioni di Quadrivio, Galdo,
Mattinelle, Santa Maria La Nova caratterizzate da
culture irrigue a carattere intensivo; una seconda
area collinare composta dalle frazioni Serradarce,
Puglietta, Romandola-Madonna del Ponte, Camaldoli
ricche di uliveti e delimitata a sud dal fiume Sele
la cui sponda fa parte della Riserva naturale Foce
Sele - Tanagro; una terza zona completamente montuosa,
ricadente nel Parco regionale Monti Picentini, caratterizzata
dal Centro Storico posto alla confluenza dei fiumi
Tenza e Atri, ai piedi del monte Ripalta e del colle
Girolo, in una vallata utilizzata in parte per colture
orticole e mentre la restante parte montuosa, culminante
col Monte Polveracchio, è coperta da boschi
cedui, da castagni e faggi. Idrograficamente nel comprensorio
di Campagna oltre al Tenza e all'Atri sono presenti
il Trigento, l'Acerra, il torrente Barbieri e nel
tratto montano confinante con Acerno, il Tusciano.
Il principale asse viario del territorio comunale
è la Strada Statale 91 della Valle del Sele
che lo attraversa da ovest a est; da questa si diramano
diverse strade provinciali tra cui la Sp 38, la Sp
233, la Sp 234, la Sp 106, la Sp 153 e la Sp 9A che
conduce a Oliveto Citra e la Sp 31, principale collegamento
per il Centro Storico. La Strada procìvinciale
31 è divisa in due tratti, il primo partendo
dalla frazione Quadrivio fino al capoluogo, in via
Roma; il secondo tratto, non ancora terminato, nonostante
iniziato negli anni cinquanta, dalla Via Normanni
fino all'ingresso dell'Oasi naturale del Monte Polveracchio.
Il terzo tratto è nel comune di Acerno ma non
è collegato agli altri due tratti. Il centro
storico è attraversato da un asse principale,
Corso Umberto I, su cui si aprono le tre principali
piazze (Sant'Antonio, M. Guerriero, G.C. Capaccio)
e il tutto costeggiato a sinistra dalla via esterna
San Bartolomeo e a destra da Via Castagneto-Via Trintà-Via
Normanni. Urbanisticamente, l'abitato è diviso
in sei casali (quartieri): San Bartolomeo, Sant'Agostino,
Zappino, Giudeca, Casalnuovo e Sant'Antonio.
ETIMOLOGIA
Il nome Campagna deriverebbe dalla contrazione della
dicitura finibus Campanie usata fino ai primi anni
del XI secolo per identificare, in documenti pubblici,
i territori posti presso il fiume Sele, al confine
con la Campania. In un documento del 1056 si cita
per la prima volta un castellum Campanie.
ORIGINI
Tracce certe dei primi abitanti si hanno a partire
dal XV secolo a.C. come hanno testimoniano i ritrovamenti
ossiferi risalenti alletà del bronzo,
in una grotta nella valle del Tenza e i rinvenimenti
fatti nella valle dei tassi, presso il monte Polveracchio,
di epoca del bronzo. Nelle zone pedemontane di Piantito,
Palazza, Tuoro, Saginara sono state rinvenute tombe,
vasellame dipinto e monete (IV-III secolo a.C.) e
del periodo romano sono in parte visibili i resti
del ponte romano sul Sele della via Popilia in località
Persano scalo e nelle vicinanze un approdo fluviale
[2]. Tranne questi rinvenimenti, non esistono prove
certe dellesistenza di abitati se non a partire
dal IX in epoca longobarda.
STORIA
Le aree pedemontane, denominate nellaltomedioevo
locus Ariano e locus Furano[3] rispettivamente a sinistra
e a destra delle sponde del fiume Tenza, probabilmente
abitate da pastori e contadini in case sparse, erano
costellate da mulini ad acqua, da otto chiese e due
castelli (Castello de Pancia, Castello de Alegisio)[4].
Nella valle del Tenza era presente un abitato posto
sul promontorio Zappino con tre chiese e a ridosso
il Castello Gerione. Probabilmente, a seguito delle
scorrerie saracene del 843, gli abitanti si rifugiarono
presso il Gerione perché più nascosto
e maggiormente difendibile.
Labitato principale nel periodo normanno viene
dotato di una struttura difensiva composta da torri,
cinque porte (Porta Roma, Porta Atro, Porta Fiera,
Porta Zappino, Porta Giudeca) e le abitazioni costruite
intorno, usate come mura difensive, il tutto collegato
da un sentiero, protetto da un muro, con il castello
Gerione posto sulla collina Girolo. Sullo sperone
roccioso, denominato successivamente SantAgostino,
venne costruito nel XIII secolo un palazzo per i feudatari,
lasciando luso del castello alle truppe. Oltre
al casale Zappino, al di fuori delle mura, a monte
del colle Girolo, erano presenti i casali di Pianello,
San Nicola di Possessione (oggi Pedenzone) e Torelli[5].
. Per quel che riguarda le altre due zone pedemontane,
sono documentate lesistenza di una chiesa di
S. Maria di Pulea (documentata nel 1170), probabile
chiesa del nucleo medievale di Puglietta, la chiesa-monastero
di S.Giacomo degli Eremiti (documentata nel 1192)
e la chiesa di S. Maria de Strata con convento annesso,
ubicata in località Calli e abbandonata nel
XIV secolo.
Il feudo di Campagna dopo i Normanni passò
ai Del Balzo, ai Sanseverino, agli Orsini, al Demanio
della Corona e infine agli Orsini di Gravina il cui
possesso durò dal 1431 al 1530. In questo periodo
la città cominciò a prendere l'assetto
urbanistico attuale. Verso la metà del XV secolo
il numero di abitanti è stimato intorno ai
14000.
Nel 1525 venne istituita la diocesi di Campagna da
Clemente VII e durò fino al 1983, data in cui
venne di fatto incorporata a Salerno (formalmente
arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno). Fautore di
questa conquista fu Melchiorre Guerriero (1468-1525)
custode della cancelleria apostolica e maestro dei
brevi pontifici. Il suo primo successo fu elevare
la Chiesa di S. Maria della Giudeca in Collegiata
nel 1514 (con laiuto del conte Ferdinando Orsini)
da Papa Leone X. Nel 1525, con bolla papale di Clemente
VII, approfittando di contrasti fra il papa e il vescovo
di Salerno, fece istituire una nuova sede vescovile
a Campagna (spaccando il territorio salernitano) ,
unendola a quella di Satriano (in stato di abbandono).
Il 23 luglio 1532 Carlo V, elevata Campagna a Marchesato,
la diede ad Onorato I di Monaco, in cambio della sua
fedeltà; i suoi discendenti lo tennero fino
al 1640. Il 1500 rappresenta il secolo aureo per lo
sviluppo urbanistico di Campagna che si arricchisce
di nuovi edifici religiosi e civili, cappelle e palazzi
nobiliari e di bellissime fontane e si da l'avvio
alla costruzione della basilica cattedrale. Furono
istituite l'Accademia dei Taciturni e l'Accademia
dei Solitari, nacque la prima tipografia e furono
fondati diversi ordini conventuali. Nel 1640 il Marchesato
di Campagna venne tolto ai Grimaldi e dato ai Caracciolo
di Torrecuso che lo ebbero fino al 1660, anno in cui
ritornò ai Grimaldi fino al 1673.
Diversa fortuna ebbe il marchesato durante i Caracciolo.
Sullonda della rivoluzione di Masaniello, nel
1647 vi fu una rivolta popolare ma pacifica che ottenne
nuovi statuti e maggiori garanzie agli abitanti. La
tassazione divenne insostenibile e, con la peste del
1656, la popolazione venne decimata (da 14.000 passarono
a 1.500). Nel 1660 ritornarono i Grimaldi.
LA
STAMPA
Nel 1545 venne fondata la prima tipografia dell'attuale
territorio salernitano, da Giovan Antonio De Nigris
e Marco Fileta Filiuli nel Palazzo Tercasio. Gia fondatori
anche delle Accademia dei Taciturni e l'Accademia
dei Solitari, De Nigris e Filiuli invitarono a Campagna
il tipografo Francesco Fabri di Corinaldo. Il primo
libro stampato fu Repertorium super extravaganti constitutione
Clementis Papae VII contra clericos non incedentes
in habitu et tonsura una cum mirifico apparatu di
De Nigris. Seguirono altre opere di De Nigris e Fileta
Filiuli, Giulio Ferretti, Ioannis Sicinianensis, Virgilii
de Castro, Luigi Tronolo, Berlingiero Bernalla, Giovanni
Bolognetti. La stampa di testi continuò fino
al 1673 grazie allarrivo del Vescovo Juan Caramuel
y Lobkowitz, che fondò la tipografia Arca Santa,prima
nel Monastero di SS Spirito e poi nel Palazzo Vescovile.
Vi furono stampati numerosi suoi libri fra cui il
Mathesis Biceps, vetus et nova (1670), dove viene
illustrato il sistema numerico binario, il Pandoxium
physico-Ethicum, cius tomi sunt tres: Primusque Logicam,
secundus Philosophiam, et tertius Theologiam realiter
et moraliter dilucidat (1668) e il Primus Calamus
ob oculos exhibens Rhithmicam quae Hispanicos, Italicos,
Gallicos, Germanicos (1668, seconda edizione).
IL
DUCATO PIRONTI
Tolto il Marchesato definitivamente ai monegaschi,
passò al Demanio che lo vendette ai Pironti
nel 1695, col titolo ducale. Con i Pironti nel XVIII
secolo si completò l'impianto urbanistico della
città: venne costruito il palazzo ducale e
modificato lattuale Largo Giulio Cesare Capaccio
ed edificato lospedale civico (attuale caserma
Carabinieri).
CASTELLO
GERIONE
Fu edificato intorno all'anno mille. Situato sulla
collina del Girolo ne segue l'andamento orografico
a forma di fuso. Ridotto ormai a rudere sono ancora
visibili i resti della torre principale a pianta quadrata,
due corti separate da un ponte levatoio, alcune volte
a crociera ed altre a botte, alcune cisterne, resti
del palazzo signorile e resti delle mura esterne con
una torre intermedia Raggiungibile solo a piedi, dalla
sommità della collina si può ammirare
un panorama mozzafiato.
CASTELLO
DE ALEGISIO
Ruderi di edificio longobardo, documentato a partire
dal 1164, posti su una rupe rocciosa del monte Ripalta.
Sono ancora visibili parte di una torre in pietre
calcaree irregolari.
Palazzo
di Città
Fatto erigere nel Trecento dai feudatari Del Balzo-D'Apia
come loro dimora, intorno al 1580 fu trasformato completamente
dagli Orsini e destinato a Convento degli Agostiniani.
Con l'abolizione degli ordini monastici fu destinato
a uffici pubblici e l'edificio fu modificato per adattarlo
alle nuove esigenze. Di notevole interesse storico
artistico è da segnalare il bellissimo chiostro
tardocinquecento scandito su ogni lato dalla successione
di quattro archi in pietra viva sottilmente lavorata
e da notevoli affreschi con scene di vita agostiniana.
Al centro del chiostro è situata una fontana
monumentale ottagonale, tricefala nei getti d'acqua.
Palazzo
Ducale Pironti
Edificato da Nicola Pironti (1654-1726), primo Duca
di Campagna nel 1694 nell'antico quartiere Zappino,
in un luogo vicino la chiesa del Ss. Salvatore. Il
medesimo Duca fece ribaltare la collocazione della
chiesa contigua in modo da trasferirne l'ingresso
principale sulla stessa piazza. L'immobile ricopre
un'insula quadrangolare e si estende su tre livelli
con una corte centrale rettangolare. La facciata presenta
sei finestre su ogni piano, due fondachi al piano
terra e un portale in pietra dal quale si entra in
un androne coperto da una volta a botte lunettata,
con un affresco posto al centro, e da qui al cortile
pavimentato con grandi lastroni di pietra dove si
apre il vano scala con i pianerottoli; i tre livelli
sono scanditi da grandi archi a sesto leggermente
ribassato, e dalle ringhiere di ferro. Nel cortile
vi è una fontana con un mascherone in pietra
e, laterali all'accesso della scala, due tondi scultorei
raffiguranti delle teste, di evidente stile rinascimentale.
Dopo il sisma del 1980, fu sottoposto ad operazioni
di consolidamento e di restauro e, attualmente, rappresenta
una delle più riuscite esperienze di recupero
tra gli stabili della città.
Palazzo
Tercasio
Posto a ridosso del fiume Tenza, si affaccia su Piazza
Melchiorre Guerriero. Palazzo nobiliare dei conti
Tercasio, nella seconda metà del Cinquecento
fu ingrandito e trasformato in monastero francescano
dedicato ai SS. Filippo e Giacomo, rimanendo attivo
fino al 1866. Il palazzo presenta notevole interesse
architettonico. La parte più antica dell'edificio
è quella compresa fra il chiostro e la piazza.
La facciata su piazza Guerriero, oggetto di numerosi
rimaneggiamenti, è costituita da due corpi
distinti: quello della cappella, e quello del convento
che riecheggia la struttura di una torre. L' ingresso
della cappella è caratterizzato da un pregevole
basamento lapideo definito da una cornice cui si collega
il portale di ingresso. L'ingresso del monastero invece
presenta il portone di ingresso racchiuso in una cornice
imponente. La parte posteriore dell'edificio è
articolata intorno al chiostro, che presenta su ogni
lato sei arcate a tutto sesto in pietra, impostate
su colonne poggianti su un basamento analogo a quelli
usati nel Palazzo Municipale. Sede del Distretto Militare
prima, dopo la soppressione fu adattato in Istituto
Magistrale. In seguito al sisma del 1980 un'intera
ala del cortile è crollata.
Palazzo
dei Governatori dei Principi di Monaco
Edificio posto nelle vicinanze di Piazza M. Guerriero,
sede del Governatore nominato nel periodo del Marchesato
dei Grimaldi. Di stile barocco, nell'atrio interno,
a cui si accede da via Seminario attraverso un portone
in pietra finemente lavorato, è ancora ben
visibile lo stemma dei Grimaldi di Monaco e dei Landi
Principi di Val di Taro.
Palazzo
Rivelli
Sorge in via Dony Rocco nel quartiere Casalnuovo.
Edificato verso la fine del 1400, si presenta finemente
restaurato. Al suo interno presenta un cortile lastricato
in pietra calcarea bianca su cui si affacciano loggie
arcate, una scala in pietra e stucco con volte a botte
al cui centro circonda un pozzo.
Palazzo
Pastore-Alinante
Situato in via Giudeca, di fianco alla basilica, è
stato restaurato dopo il terremoto in modo eccellente
mantenendolo quasi intatto. Posto su tre livelli,
di stile barocco-neoclassico, ha un'interessante cisterna,
una meravigliosa scala sostenuta da pilastri ed una
fontana parietale di chiaro stile neogotico deliziosamente
rivestita da centinaia di conchiglie.
Palazzo
Bernalla
Posto in via San Bartolomeo, fu proprietà dei
marchesi Bernalla. Di stile rinascimentale, presenta
un atrio su cui si affacciano, su due livelli, colonne
ed arcate in pietra; di notevole pregio è una
fontana barocca con delfini. Il basamento d'ingresso
del cortile è quello originale: si compone
di piastrelle in cotto poste a spina di pesce.
Palazzo
Trotta
E' stato edificato di fianco alla Chiesa del SS. Salvatore
nel quartiere Zappino. Le prime notizie dell'edificio
risalgono al XVI secolo, di proprietà dei Trotta,
nobili conciatori di pelli. Nella seconda metà
dell'Ottocento passò alla famiglia Rivelli
che posero, sulla facciata, una lapide indicante il
vanto di un'ascendenza con la famiglia Guerriero.
Basilica
Cattedrale di Santa Maria della Pace
Composta da tre luoghi di culto:
Cappella
della Beata Vergine del Carmelo (Gia S. Maria della
Giudeca, originaria del 1112)
Cripta (1564-1634)
Basilica Cattedrale (iniziata nel 1634, consacrata
nel 1683)
Chiesa della SS. Annunziata
Parte dell'attuale palazzo municipale, la chiesa è
stata parzialmente demolita a seguito del terremoto
del 1980. Tuttora in fase di ricostruzione, della
struttura originaria conserva solo due archi della
navata, l'abside e molti degli arredi interni di pregevole
fattura fra cui la pala di S. Maria della Cintura
con S. Agostino e S. Monica opera di Michele e Francesco
Curìa, l'Ecce Homo, la tela di S. Gaetano,
il Crocifisso, S. Nicola, S. Biagio, le reliquie di
S. Serafino e di S. Vito martire e la statua di S.
Liberato Martire. Di recente, nel corso di alcuni
saggi, sono venute alla luce, nella zona absidale,
tracce di affreschi trecenteschi.
Chiesa
di S.Giovanni
Posta su c.so Umberto I° fu edificata prima del
XVII secolo. Essa è costituita da una facciata
in parte manierista e in parte barocca. L'edificio
è di piccole dimensione ed è coperta
da una cupola. L'interno, finemente abbellito da stucchi,
presenta tre nicchie simmetriche poste sui muri. Vi
si conservano le statue di S. Giovanni Battista e
S. Emidio (sec. XVII) e S. Sofia (sec. XV).
Chiesa
del SS Salvatore e Sant'Antonino
Citata in un documento del 1168. Dal 1258 ospita la
colonna taumaturgica di Sant'Antonino abate ceduta
dall'abbazia di Santa Maria La Nova. Nel XVI secolo
subì una totale modifica (inversione della
facciata) a seguito della costruzione del Palazzo
Ducale. Presenta tre navate divise da cinque colonne
in pietra con capitelli dorici.
MANIFESTAZIONI
'A chiena: si tiene fra l'ultima quindicina di luglio
per concludersi il 16 agosto con la "Chiena di
mezzanotte", in questo periodo il fiume Tenza
viene fatto straripare per allagare il corso principale
del centro storico. I ragazzi, e non solo loro, si
bagnano nell'acqua e la prima settimana prendono a
secchiate chiunque capiti loro a tiro. Nei giorni
successivi si puo' tranquillamente passeggiare nella
"chiena" bagnandosi i piedi e non solo;
vengono organizzati anche giochi e manifestazioni
culturali il tutto legato all'acqua, come ad esempio
il "Chiena Jazz Festival","Chiena Classic"
Chiena Palio dell'acqua(giochi nell'acqua durante
la "Chiena"), Chiena Acqua Drink (aperitivo
nella chiena), Chiena di Mezzanotte.
Portoni ghiottoni: itinerario turistico-gastronomico
del centro storico, in cui palazzi storicidi maggior
pregio vengono aperti al pubblico ed utilizzati per
la preparazione e la degustazione di prodotti locali.
I fucanoli (falò): si tengono il 17 gennaio,
festa di Sant'Antonio abate; l'evento consiste, appunto,
nell'accendere fuochi nelle piazze (usanza comune
un po' in tutta Italia).La festa è articolata
da un triduo religioso, seguito da una processione
lungo le vie cittadine. I fuochi pirotecnici annunciano
la fine della celebrazione religiosa con il rientro
della statua e linizio della festa popolare.
Nel frattempo i rioni, che hanno accatastato la legna
per i fucanol (i falò),
si preparano a organizzare succulenti pietanze tradizionali;
abbondanti arrostite di carni sono accompagnate da
vini tipici locali, guidati da musiche e balli tradizionali.
Sagra del castrato al ragù: si svolge nel periodo
estivo a Serradarce.
Antichi sapori contadini: si svolge a Santa Maria
La Nova.