Un
tuffo nella tradizione Caggianese
L'azienda
agrituristica biologica è diretta dalla quinta
generazione della famiglia de Il Capitano,
che ha raccolto una prestigiosa tradizione secolare
nella coltivazione agricola, ma ha saputo guardare oltre,
trovando un perfetto equilibrio in una visione moderna e
rispettosa di quel passato.
La produzione biologica, che porta la firma orgogliosa
della vera tradizione a garanzia dell'attuale qualità,
ed il profondo amore per il territorio in cui è
collocato, sono i veri plus dell'azienda.
Per Il Capitano l'agriturismo non è solo un soggiorno
fuori casa, ma l'opportunità di vivere natura
e tradizione con tutti i sensi.
Un'accoglienza completa
L'azienda
Il Capitano, estesa su oltre 30 ettari di terra a
Caggiano, in località Mozzoni, si trova ai
piedi del monte Serra, immersa in un paesaggio suggestivo
ed affascinante.
Ristorante ed alloggi sono organizzati in due strutture
di tipo rustico.
L'antico frantoio, prezioso museo di famiglia facente
parte dell'azienda e collocato nel centro storico di Caggiano,
è stato aperto alle visite di ospiti, turisti e scolaresche,
dopo essere stato restaurato e allestito con tutti gli strumenti
della tradizionale lavorazione delle olive.
Le stalle, il pollaio, l'orto ed il caseificio aziendale,
arricchiscono il bagaglio di esperienze raccolte nel progetto
Fattorie Didattiche che è possibile vivere
presso la struttura.
A completare il quadro, un sentiero guidato percorre
tutta la struttura, per offrire ai turisti l'opportunità
di intrattenersi in ogni momento della giornata con passeggiate
suggestive, istruttive ed assolutamente rigeneranti.
Una cucina tradizionale
Gustose
e naturali, le pietanze servite presso l'azienda de Il Capitano
sono le specialità caggianesi, preparate dalla
signora Caterina, con i prodotti genuini dell'azienda.
Ortaggi, vino, salumi, formaggi, sottoli, legumi, ma soprattutto
l'ottimo olio extravergine di oliva, impreziosiscono i sapori
di ogni piatto, accuratamente preparato secondo le antiche
ricette tramandate a voce di madre in figlia. I prodotti
biologici sono disponibili anche per la vendita al dettaglio.
Una collocazione suggestiva
Il
paese è incastonato come una perla su un rilievo
dell'Appennino lucano, ai confini del Parco Nazionale
del Cilento e Vallo di Diano.
Caggiano si trova di fronte alla suggestiva catena dei monti
Alburni, che la dividono dal mare di Paestum e dal
golfo di Salerno, visibile nelle giornate terse da
Marvicino, una via del centro storico con veduta panoramica.
La prossimità geografica con la Basilicata,
dai quali confini Caggiano dista poco più di 3 km,
che ha influito sulla formazione storica e culturale del
paese grazie all'assimilazione delle antiche tradizioni
lucane, contribuisce ulteriormente ad arricchirne il panorama.
A 828 m sul livello del mare, le fanno da cornice territori
ricchi di storia e bellezze naturali. Tra i più celebri
e visitati, le grotte di Pertosa, la Certosa di San
Lorenzo a Padula, il territorio dei Volcei
con le sue ville rustiche e i numerosi siti archeologici
e naturali, mentre nel fondovalle scorre Melandro, ambientazione
ideale per gradevoli passeggiate.
Una grande varietà di attività
L'organizzazione
di numerose attività offre agli ospiti un'ottima
occasione per distaccarsi dal caos e dai ritmi cittadini
e vivere a pieno la fattoria e respirare l'aria incontaminata
dei territori che circondano Caggiano.
Il
Capitano offre la possibilità di partecipare a numerose
attività comprese nel progetto Fattorie didattiche
all'interno della propria struttura, dedicate a turisti
e scuole:
- lavorazione del maiale
- corsi di cucina
- vendemmia
- preparazione di formaggi e ricotta
- ciclo ovino/caprino
- potatura, zootecnia
- raccolta erbe e frutti di stagione
- tosatura delle pecore
- giornate a tema
Inoltre
è possibile usufruire di:
- pacchetti turistici, organizzati per aree geografiche
dall'azienda agrituristica in collaborazione con Bestway
Tour Operator in Cilento, Vallo di Diano e Basilicata;
- escursioni e visite a Caggiano, un tributo alle
bellezze naturali ed artistiche locali, fortemente voluto
dalla famiglia de Il Capitano, per valorizzare luoghi e
monumenti locali;
- itinerari di trekking, in collaborazione con Officinae
Itineris del trekking Campania, indimenticabili escursioni
guidate nei sentieri naturali che circondano Caggiano e
nei monti incontaminati del Parco Nazionale del Cilento
e Vallo di Diano.
Il Capitano si racconta...
Quando
il trisavolo Onofrio aveva poco meno di dieci anni, la nostra
famiglia possedeva già delle pecore. Questo mestiere
è stato poi tramandato, di generazione in generazione,
fino ad oggi.
Il territorio di Pertosa, dove queste pascolavano, era di
proprietà di nonno Onofrio per eredità.
Ci raccontavano che lì, nei dintorni, c'era una grande
grotta e che, quando la terra tremava, vi si portavano le
pecore e vi si rifugiavano anche il prete e la gente di
Pertosa.
Quando bavone Peppe, figlio di Onofrio, decise di acquistare
le terre dette ai Mozzoni, al prezzo di 7.000 lire, dovette
chiedere un prestito a don Antonio, un benestante medico
dell'epoca. Ma per pagare i debiti emigrò in America,
a Dunkrik, attorno al 1910.
Prima della partenza aveva già sposato bava Lecchia,
Angela Lamattina, che era "na piezz 'r femmna"
e anche, come si dice da noi, "femmina 'r cenda".
Quest'ultima aveva rifiutato di seguire il marito in America
per prendersi cura del suocero Onofrio, che viveva in casa
con loro.
Bavone Peppe era un infaticabile contadino e lavorò
le terre degli altri come operaio, nonostante, insieme ad
Angela, fosse riuscito ad acquistare l'oleificio ubicato
nel centro storico, che apparteneva a don Silvio, farmacista
dell'epoca.
Nel 1929, al tempo della costruzione del Ponte di Massavetere,
assieme a bava Lecchia, cominciò a raccogliere le
olive del fondo dei Rizzo, famiglia di impresari di Padula.
L'accordo stipulato era detto alla "quinta", cioè
4 parti del raccolto spettavano al padrone ed una agli operai.
Il fondo dei Rizzo ancora oggi è in fitto alla nostra
famiglia: un fondo di 1500 piante.
Pur essendo rimasto cieco a seguito di un calcio ricevuto
da un mulo durante una fiera di paese, Bavone Onofrio non
ha mai smesso di lavorare. Continuava a svolgere piccole
mansioni, come sfruculiare a mano le spighe di granoturco
ed assistere, nel salone, alla gabbella, ossia alla spartizione
delle olive.
All'epoca esistevano molti frantoi che venivano distinti
con l'associazione ai gradi militari in base alla qualità
dell'olio ed alla quantità di olive molite: i nostri
nonni meritarono il grado di "Capitano".
Un lavoro duro e faticoso, quello della lavorazione dell'olio,
al quale la nostra famiglia ha legato la propria tradizione.