IL CAPITANO
Azienda Agricola Biologica - Agriturismo - Oleificio
Fattoria didattica - Turismo rurale

Vico Libertà, 12 - 84030 Caggiano (SA)
Tel. e Fax 0975.393148
E-mail: info@ilcapitano.info
Sito Internet: www.ilcapitano.info
Un tuffo nella tradizione Caggianese

L'azienda agrituristica biologica è diretta dalla quinta generazione della famiglia de Il Capitano, che ha raccolto una prestigiosa tradizione secolare nella coltivazione agricola, ma ha saputo guardare oltre, trovando un perfetto equilibrio in una visione moderna e rispettosa di quel passato.
La produzione biologica, che porta la firma orgogliosa della vera tradizione a garanzia dell'attuale qualità, ed il profondo amore per il territorio in cui è collocato, sono i veri plus dell'azienda.
Per Il Capitano l'agriturismo non è solo un soggiorno fuori casa, ma l'opportunità di vivere natura e tradizione con tutti i sensi.


Un'accoglienza completa

L'azienda Il Capitano, estesa su oltre 30 ettari di terra a Caggiano, in località Mozzoni, si trova ai piedi del monte Serra, immersa in un paesaggio suggestivo ed affascinante.
Ristorante ed alloggi sono organizzati in due strutture di tipo rustico.
L'antico frantoio, prezioso museo di famiglia facente parte dell'azienda e collocato nel centro storico di Caggiano, è stato aperto alle visite di ospiti, turisti e scolaresche, dopo essere stato restaurato e allestito con tutti gli strumenti della tradizionale lavorazione delle olive.
Le stalle, il pollaio, l'orto ed il caseificio aziendale, arricchiscono il bagaglio di esperienze raccolte nel progetto Fattorie Didattiche che è possibile vivere presso la struttura.
A completare il quadro, un sentiero guidato percorre tutta la struttura, per offrire ai turisti l'opportunità di intrattenersi in ogni momento della giornata con passeggiate suggestive, istruttive ed assolutamente rigeneranti.


Una cucina tradizionale

Gustose e naturali, le pietanze servite presso l'azienda de Il Capitano sono le specialità caggianesi, preparate dalla signora Caterina, con i prodotti genuini dell'azienda.
Ortaggi, vino, salumi, formaggi, sottoli, legumi, ma soprattutto l'ottimo olio extravergine di oliva, impreziosiscono i sapori di ogni piatto, accuratamente preparato secondo le antiche ricette tramandate a voce di madre in figlia. I prodotti biologici sono disponibili anche per la vendita al dettaglio.


Una collocazione suggestiva

Il paese è incastonato come una perla su un rilievo dell'Appennino lucano, ai confini del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Caggiano si trova di fronte alla suggestiva catena dei monti Alburni, che la dividono dal mare di Paestum e dal golfo di Salerno, visibile nelle giornate terse da Marvicino, una via del centro storico con veduta panoramica.
La prossimità geografica con la Basilicata, dai quali confini Caggiano dista poco più di 3 km, che ha influito sulla formazione storica e culturale del paese grazie all'assimilazione delle antiche tradizioni lucane, contribuisce ulteriormente ad arricchirne il panorama.
A 828 m sul livello del mare, le fanno da cornice territori ricchi di storia e bellezze naturali. Tra i più celebri e visitati, le grotte di Pertosa, la Certosa di San Lorenzo a Padula, il territorio dei Volcei con le sue ville rustiche e i numerosi siti archeologici e naturali, mentre nel fondovalle scorre Melandro, ambientazione ideale per gradevoli passeggiate.


Una grande varietà di attività

L'organizzazione di numerose attività offre agli ospiti un'ottima occasione per distaccarsi dal caos e dai ritmi cittadini e vivere a pieno la fattoria e respirare l'aria incontaminata dei territori che circondano Caggiano.

Il Capitano offre la possibilità di partecipare a numerose attività comprese nel progetto Fattorie didattiche all'interno della propria struttura, dedicate a turisti e scuole:
- lavorazione del maiale
- corsi di cucina
- vendemmia
- preparazione di formaggi e ricotta
- ciclo ovino/caprino
- potatura, zootecnia
- raccolta erbe e frutti di stagione
- tosatura delle pecore
- giornate a tema

Inoltre è possibile usufruire di:
- pacchetti turistici, organizzati per aree geografiche dall'azienda agrituristica in collaborazione con Bestway Tour Operator in Cilento, Vallo di Diano e Basilicata;
- escursioni e visite a Caggiano, un tributo alle bellezze naturali ed artistiche locali, fortemente voluto dalla famiglia de Il Capitano, per valorizzare luoghi e monumenti locali;
- itinerari di trekking, in collaborazione con Officinae Itineris del trekking Campania, indimenticabili escursioni guidate nei sentieri naturali che circondano Caggiano e nei monti incontaminati del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.


Il Capitano si racconta...

Quando il trisavolo Onofrio aveva poco meno di dieci anni, la nostra famiglia possedeva già delle pecore. Questo mestiere è stato poi tramandato, di generazione in generazione, fino ad oggi.
Il territorio di Pertosa, dove queste pascolavano, era di proprietà di nonno Onofrio per eredità.
Ci raccontavano che lì, nei dintorni, c'era una grande grotta e che, quando la terra tremava, vi si portavano le pecore e vi si rifugiavano anche il prete e la gente di Pertosa.
Quando bavone Peppe, figlio di Onofrio, decise di acquistare le terre dette ai Mozzoni, al prezzo di 7.000 lire, dovette chiedere un prestito a don Antonio, un benestante medico dell'epoca. Ma per pagare i debiti emigrò in America, a Dunkrik, attorno al 1910.
Prima della partenza aveva già sposato bava Lecchia, Angela Lamattina, che era "na piezz 'r femmna" e anche, come si dice da noi, "femmina 'r cenda". Quest'ultima aveva rifiutato di seguire il marito in America per prendersi cura del suocero Onofrio, che viveva in casa con loro.
Bavone Peppe era un infaticabile contadino e lavorò le terre degli altri come operaio, nonostante, insieme ad Angela, fosse riuscito ad acquistare l'oleificio ubicato nel centro storico, che apparteneva a don Silvio, farmacista dell'epoca.
Nel 1929, al tempo della costruzione del Ponte di Massavetere, assieme a bava Lecchia, cominciò a raccogliere le olive del fondo dei Rizzo, famiglia di impresari di Padula.
L'accordo stipulato era detto alla "quinta", cioè 4 parti del raccolto spettavano al padrone ed una agli operai. Il fondo dei Rizzo ancora oggi è in fitto alla nostra famiglia: un fondo di 1500 piante.
Pur essendo rimasto cieco a seguito di un calcio ricevuto da un mulo durante una fiera di paese, Bavone Onofrio non ha mai smesso di lavorare. Continuava a svolgere piccole mansioni, come sfruculiare a mano le spighe di granoturco ed assistere, nel salone, alla gabbella, ossia alla spartizione delle olive.
All'epoca esistevano molti frantoi che venivano distinti con l'associazione ai gradi militari in base alla qualità dell'olio ed alla quantità di olive molite: i nostri nonni meritarono il grado di "Capitano".
Un lavoro duro e faticoso, quello della lavorazione dell'olio, al quale la nostra famiglia ha legato la propria tradizione.