Auletta
è un comune italiano di 2.456 abitanti, della
Provincia di Salerno in Campania. L'abitato di Auletta
è fiancheggiato a valle dal Fiume Tanagro che
attraversa tutto il territorio fino ad incrociarsi
con l'affluente Fiume Bianco nei pressi dell'area
industriale di Buccino, inoltre ricade nell'area perimetrata
del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
ETIMOLOGIA
Alcuni credono che il nome derivi dalla sua struttura
urbanistica che è simile ad una piccola aula,
quindi ad un'auletta. Altri credono, invece, che il
nome derivi da "aia", quindi piccolo cortile,
derivando dal latino aula. Una spiegazione più
leggendaria lega il nome del paese ad un personaggio
mitologico, compagno di Enea, chiamato Aulete, che
si fermò in questa zona per molto tempo.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Secondo una leggenda citata dall'abate Giovan Battista
Pacichelli, Auletta sarebbe stata fondata da Auleto,
compagno di Enea. Alcuni storici invece affermano
che il termine Auletta sia un fitonimo: dal momento
che la zona è piena di ulivi (Olea europaea),
si fa derivare il nome proprio da olea.
Ad avvalorare tale tesi sono stati trovati documenti
notarili nei quali la città è nominata
come olibola nel 1095 e come olivola
nel 1131. Altri studiosi invece attribuiscono origini
greche al nome Auletta, facendolo derivare da Auletes
che vuol dire suonatori di flauto richiamandosi
anche alle origini pastorali del primo nucleo abitato,
che pare si sia stanziato nella zona vicina alla Grotta
dell'Angelo. Intorno all'anno Mille Auletta era già
stata fortificata e aveva tre vie di accesso, che
confluivano verso le tre porte delle mura di cinta
denominate: Porta del Castello, Porta del Fiume e
Porta Rivelino o Piano. In tale periodo era stato
già realizzato il Castello Marchesale con le
sue torri, che era parte integrante del sistema di
difesa del Ducato di Salerno e nel 1535 permise di
resistere alle truppe spagnole di Carlo V. In epoca
normanna, questa terra fu dominata da Guglielmo di
Principato, appartenente alla stirpe degli Altavilla,
poi dai Gesualdo, dai Vitilio e dai più nobili
Di Gennaroa. Nel periodo aragonese, essa divenne terra
promiscua del feudo di Caggiano. In seguito
feudo dei de Gennaro e per successione femminile dei
Castriota Scanderbeg (Giorgio Castriota Scanderbeg
unì le tribù dell'Epiro e dell'Albania,
e resistette per 25 anni ai tentativi di conquista
dell'Impero Ottomano; per tale motivo è considerato
l'eroe nazionale dell'Albania).
DA
VEDERE
Il Centro Storico - Nel Centro Storico di Auletta,
gravemente colpito dal sisma del 1980, vi è
una piccola ma caratteristica piazzetta di un fascino
ancora intatto, il largo Santi Quaranta,
da cui si diramano varie stradine anguste e scalette
che lo attraversano. Accanto al Castello Marchesale,
nella piazzetta detta Campitello, si trova
la Chiesa di Santa Maria delle Grazie,
risalente ai primi secoli dopo l'anno Mille, che dal
XVIII secolo in poi ha ospitato la congregazione laica
della Carità.
Il
Castello Marchesale (Scanderberg) - Esso risale al
XII secolo, periodo in cui tutto il borgo, entrò
a far parte del sistema difensivo del Ducato di Salerno.
Ebbe l'attuale impianto solo dopo il 1494, in seguito
all'ispezione condotta dall'esperto in fortificazioni
Antonio Marchesi. Così risistemato, fu in grado
di opporre resistenza agli assalti delle truppe spagnole
di Carlo V nel 1535. In epoca normanna, il Castello
fu proprietà del conte Guglielmo di Principato
(della famiglia degli Altavilla) e di suo figlio Nicola.
Successivamente ne furono proprietari i Gesualdo (di
cui ci parla l'abate Pacichelli ne Il Regno
di Napoli in prospettiva, 1702), i Vitilio,
i Di Gennaro, i Castriota Scandenberg (eredi dell'eroe
nazionale albanese del'400 Giorgio Castriota) e, per
successione ereditaria, i Maioli, che sono gli attuali
proprietari. Più volte trasformato tra500
e600, il Castello finì per perdere l'originaria
impostazione militare, conservando solo il torrione
cilindrico nell'angolo nord del giardino.
Palazzi
Gentilizi - Tra i Palazzi Gentilizi, ricordiamo quello
dei signori Carusi, quello dei De Maffutiis, dei Fallace,
dei D'Amato, dei Mari (che ospitò Garibaldi
nel 1860) e dei Caggiano.
Il
Casino dei Monaci - Questa importante costruzione,
ancora abitabile e ben visibile a distanza, è
stata a lungo dimora estiva dei monaci benedettini.
Appartenente oggi alla famiglia Carusi, essa è
delimitata da un vasto terreno ricco di vigne e ulivi.
Chiesa
di San Nicola di Mira - Questa antica Chiesa, oggi
chiesa parrocchiale di San Nicola di Mira era già
documentata nel'300 insieme alla Cappella della Circoncisione
posta fuori dalle mura. Fu distrutta dal terremoto
del 1857 e di essa venne poi ricostruito solo il Campanile,
ulteriormente modificato nella parte terminale dopo
il sisma del 1980. Al suo interno è conservata
una lapide murata del 1750 con un'epigrafe in latino
dedicata al nobile e generoso medico De Maffutiis.
Chiesa
Santa Maria Assunta - L'attuale Chiesa di Santa Maria
Assunta fu edificata tra il 500 e il 600
in seguito a una pestilenza che colpì la zona.
I
DINTORNI
Monti
Alburni - Buona parte del territorio si distende lungo
la catena dei monti Alburni che presentano nella parte
bassa del versante boschi lussureggianti (castagni,
noccioli, carpino, quercia, ecc.).
Monte
San Giacomo - Presenta diverse zone adibite al rimboschimento
con conifere.
Fiume
Tanagro - Scorre a valle delle Grotte dell'Angelo
da cui riceve in parte anche le acque, assumendo aspetti
particolari, con piccole cascate, laghetti e con presenza
di vegetazione altrove introvabile. La parte compresa
tra il Comune di Pertosa e lo Scalo ferroviario di
Contursi è senzaltro la più bella
ed interessante, tanto che è stato a suo tempo
inserito, dalla Regione Campania, nella omonima Riserva
naturale protetta.
La
Grotta dell'Acqua - sebbene non si presenti grande
all'esterno, si amplia notevolmente all'interno e
per entrarvi bisogna percorrere un viottolo costeggiato
da una staccionata di legno. Questa Grotta segna il
confine di Auletta con Polla, Petina e Corleto Monforte.