Mendicino
Calabria

Mendicino è un comune della provincia di Cosenza.

ORIGINI E CENNI STORICI
Molto incerte, anche se antichissime, sono le origini di Mendicino. Alcuni storici ritengono, per i reperti archeologici ritrovati, che sia l'antica Pandosia Bruzia, capitale degli Enotri, nel cui assedio, presso il fiume Acheronte (oggi Caronte), nel 300 a.C. morì Alessandro il Molosso, re dell'Epiro, chiamato dai tarantini che combattevano contro i Bruzi. Quale casale di Rende appartenne agli Adorno e successivamente ai Marchesi Alaçorn Mendoza. Il territorio comunale di Mendicino ha una superficie di 35,31 km². Confina ad Ovest con lo spartiacque di Monte Cocuzzo, che lo divide dai territori di Fiumefreddo Bruzio, Longobardi e Belmonte Calabro; a Sud con il territorio di Lago e Domanico; ad Est il fiume Caronte lo separa da Carolei, il Busento da Dipignano e il Santomiele da Cosenza; a Nord, infine, i torrenti Janno e Campagnano lo dividono, rispettivamente, da Cerisano e da Castrolibero. Venendo dall’autostrada si esce allo svincolo sud di Cosenza, si percorre Via P. Rossi, poi Viale della Repubblica fino all’ospedale dell’Annunziata, alla fine del quale si imbocca a destra la strada provinciale n. 113 per Cerisano e Mendicino. Dopo meno di due chilometri si entra in territorio mendicinese, ove un cartellone stradale annunzia di trovarsi in Mendicino, sito dell’antica città di Pandosia, reggia degli Enotri. Provenendo da sud attraverso la S.S. 18, si costeggia il colle Pancrazio di Cosenza e si attraversa il ponte Mancini sul Busento, quindi si può svoltare a sinistra per imboccare la ex S.S. 278 per Potame e Amantea; dopo circa cinquecento metri, costeggiando il Busento sulla sua sponda sinistra, si sottopassa il viadotto autostradale e si entra già in territorio mendicinese; si lascia a sinistra lo svincolo per Dipignano e subito dopo ci si immette, a destra, sulla strada Acheruntia, che, costeggiando la sponda sinistra del fiume Caronte porta direttamente al Centro Storico dopo appena cinque chilometri circa. Superato il ponte Mancini, si può anche proseguire verso l’ospedale, svoltare a sinistra e imboccare il primo percorso descritto. Da Cosenza Sud, si raggiunge dalla Piazza della Riforma, affrontando la salita del Crocefisso e percorrendo la S.P. per Cerisano e Mendicino; da Cosenza Nord, invece, dal quartiere San Vito si prende la stradina di Serra Spiga, che si immette sulla provinciale in contrada Pirillo, tra Rosario e Pasquali.(V:De Rose, Mendicino alla radice di un mito).

DA VEDERE

Area archeologica di San Michele, decreto della Sovrint.BB.AA.RC n.829/1982, "agglomerato urbano del IV°- II° sec.a.c."

Chiesa Matrice di San Nicola: è sita nell'antica Piazza Duomo. È contraddistinta da una facciata in blocchi di tufo; vi è annessa torre campanaria. Nell'omonimo sito si trova la Chiesetta di San Sebastiano. Parroco della Parrocchia San Nicola di Bari è il Rev.mo don Enzo Gabrieli,a Mendicino da quasi dieci anni.

Chiesa di San Pietro e San Bartolomeo: Costruita sui ruderi di un convento domenicano è meta di moltissimi visitatori da dicembre a gennaio per l'artistico presepe, allestito annualmente dagli artigiani locali.

Torre dell'orologio (1907): Si trova nell'antico rione "Castello" su un colle da cui si domina la vista di tutto il paese e che si può raggiungere attraverso una caratteristica scalinata di 132 scalini scavati nella roccia.

Palazzo del Gaudio oggi Campagna: Sito nell'antico quartiere Pilacco, è databile al 1780. Costruito con blocchi di tufo lavorati a mano dagli scalpellini locali, è oggetto di un progetto di restauro da parte dell'amministrazione comunale.

Santuario di S. Maria dell'Accoglienza: Facciata in tufo. Il primo insediamento cristiano sul luogo dove oggi sorge il santuario è datato intorno al VII-VIII secolo d.C. (Il Santuario di Santa Maria - Don Enzo Gabrieli). All'interno una statua in pietra raffigurante la Madonna di Schiavonea, recentemente restaurata con iconografia moderna.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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