Corigliano
Calabro è una città in provincia di Cosenza.
ETIMOLOGIA
Deriva dal nome latino di persona Corellius con l'aggiunta del suffisso
-anus che indica possesso. Secondo altri il nome deriva da Corion Elaion,
che significa Giardino d'Olio.
CASTELLO
DUCALE
Edificato da Roberto il Guiscardo intorno al 1073 come postazione militare
alla metà XIV secolo fu trasformato come residenza nobiliare
dal conte di Corigliano Roberto Sanseverino. Fu in possesso alla fine
del XV secolo per un breve periodo di Ferdinando I d'Aragona e vi vennero
eseguite nuove opere di fortificazione. Ammodernamenti alla residenza
furono ancora eseguiti dai Sanseverino e soprattutto dai Saluzzo, a
partire dalla prima metà del XVII secolo, con la costruzione
di una torretta ottagonale sopra il mastio del castello, della cappella
di Sant'Agostino e delle rampe di accesso dal cortile interno, e con
la nuova decorazione degli ambienti interni. Dopo la vendita a Giuseppe
Campagna nel 1828 il figlio Luigi fece costruire una quarta ala inglobando
la cappella di Sant'Agostino e un secondo piano di ambienti. Il fossato
sul lato nord venne ceduto al Comune che vi costruì sopra la
via Tricarico e furono demolite anche le scuderie. Anche gli altri lati
del fossato vennero colmati per allestirvi un giardino. Il castello
fu venduto nel 1971 all'arcivescovato di Rossano e da questo al Comune
di Corigliano nel 1979.
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesa del Carmine, dedicata alla Santissima Annunziata, fu consacrata
nel 1493 presso il convento dei Carmelitani. Presenta affreschi cinquecenteschi
sulla facciata. L'interno a tre navate conserva sulla volta della navata
centrale tre affreschi di Domenico Oranges del 1744.
Chiesa di Sant'Antonio, costruita con l'annesso convento francescano
nella prima metà del XV secolo e trasformata nel 1740, presenta
una cupola rivestita di maioliche gialle e azzurre e una porta in bronzo
dello scultore Carmine Cianci (1982). Dal 1861 il convento è
sede del collegio-ginnasio e la chiesa, con la denominazione di "San
Luca in Sant'Antonio" divenne parrocchia nel 1949. L'interno con
pianta a croce latina conserva dipinti di di Leonardo Antonio Olivieri
(Immacolata ed Estasi di sant'Antonio) e un affresco sulla volta di
Severino Ferrari (San Francesco ha la visione del Crocifisso, del 1740).
Nella "sacrestia vecchia si conserva il "mausoleo di Barnaba
Abenante" del 1522.
Chiesa collegiata di San Pietro, di fondazione precedente al XV secolo,
conserva dipinti settecenteschi. Altre opere d'arte sono attualmente
nel Museo diocesano di arte sacra di Rossano, tra le quali la preziosa
doppia "icona della Odigitria", di fattura candiota, del XV
secolo, un tempo venerata nell'abbazia bizantina di Santa Maria del
Patir, offerta dall'abate Atanasio Calceopulo, e trasferita, con altri
importanti cimeli del cenobio, nella chiesa coriglianese dal padre basiliano
Valentino Marchese, dopo la soppressione dell'abbazia nel 1809. Costituisce
la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, a cui fanno riferimento anche
le chiese di Ognissanti, di Santa Chiara e di Sant'Agostino (nel castello)
e la cappella Sotto la giurisdizione della parrocchia dei SS. Pietro
e Paolo ricadono la chiesa di Ognissanti, quella di Santa Chiara, e
quella di Sant'Agostino, ubicata nel Castello, a cui si aggiunge la
cappella dellAddolorata, affidata alla "Congrega di Maria
Santissima dei Sette Dolori".
Chiesa della Riforma, consacrata nel 1686 a Santa Maria di Costantinopoli,
aveva annesso un convento dei padri riformati. L'interno presenta un'unica
navata con quattro cappelle a destra. Conserva un Crocifisso seicentesco
attribuito a frate Umile Pintorno da Pietralia. Nella sacrestia si conserva
il dipinto della Madonna di Costantinopoli di Luigi Medolla.
Chiesa di Santa Chiara o "delle Monachelle" edificata tra
il 1757 e il 1762 su una piccola chiesa precedente, inglobata come parlatorio
nell'attiguo convento delle Clarisse (dal 1919 sede della scuola elementare).
L'interno con unica navata conserva una tela di Nicola Domenico Menzele
del 1762 (San Michele Arcangelo) e un organo del 1735. Sulla volta della
navata un dipinto di Pietro Costantini con Santa Chiara e suore di clausura
che difendono il Santissimo (1762).
Chiesa matrice di Santa Maria Maggiore, risalente al X secolo, aveva
in precedenza il nome di Santa Maria Assunta della Platea. Venne ricostruita
nel 1329 dal conte Ruggero Sangineto e restaurata nelle forme attuali
nel 1744 a cura dell'arciprete Francesco Maria Malavolti. L'interno
ad una sola novata conserva una tela seicentesca attribuita al pittore
Cesare Fracanzano (SantAgata in carcere), un ciclo pittorico settecentesco
del pittore Pietro Costantini da Serra San Bruno e un grande organo
del 1757. Il coro in legno intagliato nell'ultimo quarto del Settecento
si deve all'ebanista Agostino Fusco di Morano Calabro, mentre nella
sacrestia, con arredi lignei intagliati e dorati, è conservato
uno dei più ricchi e antichi archivi ecclesiastici della città.
Il campanile è stato utilizzato anche come torre civica.
Chiesa di San Francesco di Paola, costruita nel XVI secolo presso l'omonimo
convento. L'interno a navata unica conserva un pregevole coro ligneo
del 1776 (di Pasquale Pelusio) e sulla parete di fondo del presbiterio
un dipinto di Felice Vitale da Maratea, con il Trionfo del nome di Gesù
(forse 1584) e al di sopra di quest'ultimo una Santissima Trinità
attribuita a Pietro Negroni. Nei pressi l'ex chiesa di San Giacomo è
preceduta da una statua del santo, innalzata nel 1779 per ringraziamento
della sua protezione durante il terremoto del 1767.
Porta di Prando (anche Brandi o Librandi), unico esempio parzialmente
integro di porta civica praticata nella cinta fortificata che cingeva
il paese. Su di essa fu edificato nel cinquecento il Palazzo Leonardis,
poi Morgia e infine posseduto dai Malavolti.
Castello di San Mauro,edificato nel 1515 nella pianura in corrispondenza
del monastero greco bizantino di San Mauro ad opera dei Sanseverino,
ed abbellito per ospitare,nel novembre del 1535, Carlo V reduce dalla
campagna di Tunisi.
MANIFESTAZIONI
Fiera del Primo maggio, che si svolge la prima domenica di Maggio nel
borgo marinaro di Schiavonea.
Fiera dei morti, che si svolge nel borgo marinaro di Schiavonea l'1
e il 2 Novembre di ogni anno e richiama la popolazione di tutta la piana
di Sibari
Festa Patronale in onore del Santo Patrono di Corigliano San Francesco
di Paola che si svolge il 23-24-25 Aprile di ogni anno
Estate Coriglianese, che si svolge ad agosto con concerti,spettacoli
e rappresentazioni cinematografiche. Si dà molto risalto alla
rassegna musicale Alba Jazz [1] e alla Grande Festa di Via Roma che
da molto risalto agli antichi mestieri.
Festa di "San Francesco di Paola al Monte" che si svolge l'ultima
domenica di Agosto a Piana Caruso
SCHIAVONEA
Sorta come borgo di pescatori e approdo ("Marina del Cupo")utilizzato
per il commercio dei prodotti agricoli. Prima del 1583 era stata eretta
la "Torre del Cupo" in funzione anticorsara e un magazzino
("Taverna") di proprietà prima dei Sanseverino e poi
dei Saluzzo. Nel 1615 gli abitanti eressero la piccola chiesa di San
Leonardo. Nel 1649 in seguito ad un'apparizione miracolosa iniziò
l'erezione del santuario della Madonna della Schiavonea o "Madonna
della Guida". Al posto della chiesetta precedente, che venne consacrato
nel 1665. Nel 1850 Luigi Compagna vi fece erigere su progetto dell'ingegner
Francesco Bartholini di Cosenza, il Palazzo delle Fiere. Nella seconda
metà del XIX secolo si costruirono le case in muratura. Dopo
i lavori per il porto di Corigliano, iniziati nel 1968 si ebbe un intensa
crescita edilizia negli anni Settanta. Patrona della frazione è
la Madonna della Neve, che si celebra il 5 agosto.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Le origini di Corigliano sarebbero da riportare all'epoca dell'incursione
araba del 977 da parte dell'emiro di Palermo, al Quasim, quando alcuni
abitanti della Terra di Aghios Mavros (San Mauro, nei pressi dell'attuale
frazione di Cantinella) si spostarono in luoghi più elevati,
determinando lo sviluppo del piccolo villaggio di Corellianum (il cui
nome indicherebbe un "podere di Corellio") sul colle secoli
dopo denominato delli Serraturi (nome derivato dalla concentrazione
nella zona di un consistente numero di segantini: la denominazione è
stata successivamente adeguata all'italiano nella forma "Serratore").
Dopo la conquista normanna, a Roberto il Guiscardo viene attribuita
nel 1073 la fondazione di un castello, con annessa chiesa dedicata a
San Pietro. La città si sviluppa progressivamente intorno al
castello e alle chiese di "Santoro" e di "Santa Maria".
Durante il XIV secolo vi era stata accolta una comunità ebraica
e nella località "Pendino" venne costruito il monastero
francescano. Nel 1276 la città arrivò a circa 2700 abitanti.
Nel XIV secolo fu sotto il dominio dei conti di Sangineto per passare
in seguito ai Sanseverino. Un arresto dello sviluppo si ebbe nel XV
secolo, a causa del continuo stato di guerra tra Angioini e Aragonesi.
Nel 1532 il numero degli abitanti era cresciuto quasi a 4.000 e nel
1538 la città riuscì a respingere l'attacco del pirata
saraceno Barbarossa. I Sanseverino tennero il dominio su Corigliano
fino alla morte dell'ultimo Sanseverino del ramo di Tricarico, il prodigo
Niccolò Bernardino, principe di Bisignano. Nel 1616, per ripianare
i debiti lasciati dal Sanseverino, il governo dispose la vendita dei
suoi beni feudali e tra questi Corigliano, che fu acquistato da Agostino
e Giovan Filippo Saluzzo, ricchi finanzieri impegnati nelle attività
economiche del Regno di Napoli. Dopo alcuni passaggi ereditari la signoria
si consolidò progressivamente nelle mani di Giacomo Saluzzo,
presidente della "Regia Camera della Sommaria", che dispose
del feudo in favore del figlio Agostino. Questi, dopo aver sostenuto
un lungo assedio nel Castello e aver respinto le forze repubblicane
del duca di Guisa (1647-48), ottenne, l'8 maggio del 1649 il titolo
di duca di Corigliano da parte di Filippo IV di Spagna. Durante il XVII
secolo i Saluzzo non riuscirono a fermare la progressiva decadenza economica:
molte delle terre della pianura erano state abbandonate ed erano divenute
paludose, provocando un accentuazione della malaria, a cui si aggiunse
un'epidemia di peste nel 1656. Nel XVIII secolo si ebbe un miglioramento
delle condizioni, grazie alle opere di bonifica intraprese dai duchi
e alla produzione della liquirizia. Gli abitanti raggiunsero la cifra
di 6.800 nel 1743 e la città si era sviluppata con nuovi quartieri
fuori della mura ("Gradoni Sant'Antonio" e San Francesco).
I Saluzzo alienarono i loro beni coriglianesi nel 1828 al barone Giuseppe
Compagna, (1780-1834),che abilmente ricompose nelle mani proprie e dei
suoi eredi Luigi (1823-1872) e Francesco (1848-1925), il potere economico
che era stato dei duchi. Tra il 1814 e il 1951 gli abitanti passarono
da poco più di 8.000 a circa 21.000: lo sviluppo si deve alla
riforma agraria e alla bonifica della pianura, dove si impiantano vasti
agrumeti. Crebbero considerevolmente le varie frazioni, alcune delle
quali si svilupparono come località turistiche (Piano Caruso).
Nel 1863 Corigliano prese la denominazione di "Corigliano Calabro"
per evitare la confusione con Corigliano d'Otranto.
DATI RIEPILOGATIVI
Popolazione Residente 38.241 (M 19.010, F 19.231)
Densità per Kmq: 195,1
CAP 87064
Prefisso Telefonico 0983
Codice Istat 078044
Codice Catastale D005
Denominazione
Abitanti coriglianesi
Santo Patrono San Francesco di Paola
Festa Patronale 25 aprile
Numero
Famiglie 12.067
Numero Abitazioni 21.309
Il Comune di Corigliano Calabro fa parte di:
Comunità Montana Destra Crati
Regione Agraria n. 16 - Colline Litoranee di Rossano
Parco Nazionale della Sila
Comuni con nomi simili
comuni con nome: Calabria o Calabro
Comuni Confinanti
Acri, Cassano allo Ionio, Longobucco, Rossano, San Cosmo Albanese, San
Demetrio Corone, San Giorgio Albanese, Spezzano Albanese, Terranova
da Sibari.