Pisticci
è un comune della provincia di Matera. Con i suoi
17.936 abitanti è il terzo della regione per numero
di abitanti. Il territorio di Pisticci si estende per 23.000
ettari ed è compreso tra i fiumi Basento, a Est,
e Cavone, a Ovest, che separano il territorio pisticcese
rispettivamente dai comuni di Bernalda e Montalbano Jonico.
Le tre colline su cui sorge il centro storico, Serra Cipolla,
San Francesco e Monte Como, sono situate nella parte occidentale,
dove il terreno è prevalentemente argilloso e i versanti
sono caratterizzati da profonde scanalature, i calanchi.
A causa della natura del terreno, Pisticci è stata
spesso interessata da fenomeni di dissesto idrogeologico
e frane. Nella parte orientale del territorio invece, si
estende un altopiano che digrada dolcemente verso la pianura
metapontina e verso gli 8 km di costa, limite comunale sul
mar Jonio. Pisticci è uno dei cento comuni della
"Piccola Grande Italia". Numerose sono le associazioni
culturali e i circoli in tutto il territorio comunale. Sono
molti gli eventi organizzati durante tutto l'arco dell'anno;
l'evento di maggior rilevanza per la comunità sono
comunque le feste patronali del 15, 16 e 17 agosto.
ETIMOLOGIA
L'ipotesi meno probabile vuole che l'etimologia del nome
Pisticci derivi dal greco Pistoikos, luogo fedele (da pistis,
fede, e oikos, luogo). Infatti, durante la guerra tra Taranto
e Roma nel 291 a.C., Pisticci fu l'unica città metapontina
che rimase fedele a Taranto, da qui il nome di luogo fedele,
poi latinizzatosi in Pisticium. L'altra ipotesi, al momento
la più accreditata, vuole che il nome derivi dal
tardo latino Pesticium o dal basso franco Pestiz che significano
terreno pascolativo. Il toponimo dialettale, Pstizz, mostra
una notevole assonanza fonetica con il termine francese.
DA
VEDERE
Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo
Ruderi del Castello normanno. Resta un torrione quadrato,
decorato da una successione di archetti a tutto sesto.
Torre dell'acquedotto: enorme torre cilindrica realizzata
nel 1930.
Torre Bruni: torre cilindrica, ritenuta antichissima, anche
se se ne ignora la data di costruzione. Secondo una leggenda
per un breve periodo vi trovò anche rifugio Bruto
dopo la congiura contro Cesare.
Palazzo De Franchi: in stile rinascimentale, è caratterizzato
da un loggiato a quattro arcate a tutto sesto. Imponente
il portale, costruito in blocchi di pietra bianca, sovrastato
dallo stemma nobiliare.
Palazzo Rogges
Rione Dirupo: una delle 100 meraviglie della "Piccola
Grande Italia".
Chiesa dell'Immacolata Concezione: piccola chiesa edificata
intorno al XVI secolo. Ha pianta a croce latina e uno splendido
soffitto ligneo a carena di nave, tutto dipinto a tempera
con decorazioni floreali e figure di santi. L'altare è
in stile barocco.
Chiesetta della Madonna di Loreto: già esistente
nel Cinquecento e ampliata nel Ottocento, ospita una statua
di Salvatore Sacquegna.
Chiesa di Sant'Antonio o del Convento: si affaccia sulla
piazza centrale del paese. Fino al 1860 era parte del convento
di Santa Maria delle Grazie, i cui locali furono destinati
a municipio. Si compone di tre navate e al suo interno vi
sono altari barocchi e in marmo di Carrara, affreschi e
numerosissimi dipinti tra cui uno di Andrea Vaccaro.
Palazzotto o Palazzocchio: costruito tra il 1528 e il 1571
dai mastri Pietro e Antonio Laviola (gli stessi che lavorarono
alla Chiesa Madre), venne denominato Palazzocchio per la
sua posizione dominante. Ospita un archivio del Cinquecento.
Palazzo del tribunale.
Chiesa di San Rocco: costruita tra il 1930 e il 1934 su
progetto dell'architetto Ernesto Lapadula sulla chiesa preesistente
del Purgatorio. Costituita da tre navate ospita un ciclo
di affreschi sulla vita di San Rocco realizzato nel 1940
e la statua del santo patrono, laminata in oro. Interessante
in quanto primo esempio in Italia di stile novecento applicato
ad un edificio religioso.
Torre dell'orologio in Piazza Plebiscito.
Piazzetta di Sant'Antuono con fontana e chiesetta.
Monumento ai Caduti
Palazzo Giannantonio: attualmente ospita il comune. Di stampo
cinquecentesco è stato tuttavia completato solo nel
1695. Interessanti il portale monumentale con cancello in
ferro battuto intarsiato e la corte interna con cisterna.
Abbazia del Casale
Chiesa di Cristo RE: Chiesa fondata intorno agli anni 60.
Essa è una struttura moderna abbellita da stupendi
mosaici in oro. Sopra la chiesa si erge maestoso Cristo
re affianco alla chiesa vi è una piazza della parrocchia
e una chiesa scoperta. Alla parrocchia Cristo re appartiene
l'Abbazia del casale.
Statua bronzea in onore di Padre Pio, dello scultore Egidio
Ambrosetti, presso la piazza principale della città,
Piazza Umberto I, dove è situata la chiesa di Sant'Antonio
di Padova.
Dintorni:
Cappella della Madonna delle Grazie: poco distante dal centro
abitato, l'interno è riccamente decorato e presenta
un imponente altare con statua della Madonna.
Area archeologica dell'Incoronata (località di San
Teodoro).
Castello
di San Basilio
Piazza Elettra: è la piazza centrale della frazione
Marconia, intitolata alla figlia dello scienziato Guglielmo
Marconi da cui la cittadina prende il nome, è interessante
in quanto tipico esempio di centro abitato fascista nato
in seguito alla bonifica delle paludi e presenta quindi
la torre littoria al centro circondata dagli edifici del
fascio e dalla chiesa, il tutto costruito secondo le proporzioni
auree.
Piazza Bologna Marconia - Monumento al Confinato Politico,
eretto nel maggio del 1980 a ricordo della colonia confinario
di Pisticci, durante il fascismo.
MANIFESTAZIONI
17 gennaio: Piazza Sant'Antuono, festa di Sant'Antonio Abate
con falò e benedizione degli animali.
Febbraio - Marzo: "Carnevale Pisticcese": tradizionali
serenate notturne; concerti, sagre ed eventi culturali;
sfilate di carri e gruppi in maschera organizzate dall'
associazione "ACT in Circus"
Marzo - Aprile: riti e processioni della settimana santa
e allestimento dei "sepolcri" Sacri Cibori nelle
varie chiese cittadine.
Aprile:Ultima domenica di aprile Festa millenaria di Maria
SS.la sanità del Casale anticipata da una novena
che richiama molti pellegrini e devoti.
Maggio: Festa della Madonna delle Grazie che viene portata
in paese il 1 maggio;
festività in onore del santo Padre Pio. Nella piazza
principale della città, infatti, vi è una
statua in bronzo dello scultore Egidio Ambrosetti raffigurante
il Santo.
Giugno:
festa di Sant'Antonio da Padova.
Luglio:
LucaniaFilmFestival, rassegna internazionale di cortometraggio.
Raduno regionale di bande da giro.
Varie manifestazioni culturali, sportive e spettacoli.
Prima settimana di luglio, festività in onore della
Madonna di Fatima e Cristo Re.
Ultima domenica del mese di luglio, gara podistica su percorso
cittadino a cura del Centro Studi Gymnasium.
26 luglio - Sagra dell'anguria e festa di Sant'Anna nella
frazione di Casinello.
Agosto:
1° agosto, sparo di mortaretti e giro della Banda di
Pisticci per le vie della città alle ore 6.00 per
segnalare l'inizio ufficiale delle festività e dell'"agosto
pisticcese".
6° agosto, rassegna musicale "Cantabimbi"
a cura del Centro Studi Gymnasium.
1-10 agosto, manifestazioni culturali e spettacoli organizzati
dalla Proloco Pisticci.
8 agosto, XI edizione del Premio "Dirupo d'Oro",(Voluto
nel lontano 1996 dal Presidente dell'epoca Giovanni Rotundo,e
altri amici avendo trovato molte difficoltà ad allestire
la prima edizione) assegnazione del premio a personalità
lucane distintesi nel mondo in vari settori professionali,
organizzato dalla Proloco Pisticci.
1-14 agosto, "Lammieinmusica", rassegna di musica
popolare organizzata dall'associazione "Allelammie".
12 agosto, alla mattina fiera-mercato, retaggio dell'antica
fiera del bestiame, alla sera fiera dei prodotti tipici
organizzata dall'Associazione "La Spiga" con assaggi
di specialità pisticcesi e lucane.
15-16-17 agosto, feste patronali in onore di della Madonna
Assunta, di S. Rocco e di S. Vito; processioni, concerti
bandistici, gare pirotecniche, illuminazioni, manifestazioni
culturali e sportive, spettacoli di musica leggera. 17 a
sera processione del carro trionfale trainato dai cavalli.
18 agosto, serata conclusiva delle feste patronali con concerto
di un cantante.
Manifestazioni culturali e sportive fino alla fine del mese.
Fine agosto - Feste di San Pietro e San Leonardo nei pressi
delle rispettive chiesette rurali con bancarelle e spettacoli.
Settembre:
Festività in onore della Madonna delle Grazie (Frazione
Marconia), Madonna di Loreto, Madonna di Viggiano.
Dicembre:
Festa dell'Immacolata Concezione, patrona del paese insieme
a San Rocco.
Concerti di musica sacra e popolare a cura della Proloco
Pisticci.
Mostra internazionale dei presepi- dall' 8 Dicembtre al
7 gennaio- a cura dell'Ass"Arte-Cultura-Tradizione"
con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale.
MANIFESTAZIONI
La cucina tradizionale è la tipica meridionale: piatti
semplici della tradizione contadina con pasta fatta in casa,
verdure e ogni cosa commestibile producibile dal maiale.A
tal proposito Pisticci fa onore alla tradizione che vuole
la salsiccia lucana assolutamente superlativa rispetto a
tutte le altre se è vero, come è vero, che
il nome di "lucanega", che fin dal tempo dei Romani
al nord significa salsiccia, non può che venire da
Lucania. La salsiccia pisticcese si caratterizza per l'abile
dosaggio di ingredienti, assolutamente naturali, che impediscono
possa avariarsi, a onta del clima non particolarmente freddo
tipico di una realtà collinare. Tra questi ingredienti
spicca l'"anese", che pare debba essere la spezia
nota come "coriandolo" e il peperoncino in polvere,
dolce o piccante a seconda dei gusti, che veniva ottenuto
direttamente dalla molitura dei peperoni precedentemente
essiccati. Vi sono fondamentalmente due tipi di salsiccia,
quella "magra", più prelibata e quella
grassa, ottenuta con più dovizia di lardo e più
adatta alla cottura sotto la brace.L'una e l'altra comunque
capaci di ispirare gli strambotti e le composizioni improvvisate
al suono del cupa cupa. Per non parlare della soppressata
pisticcese, ormai rara, autentico capolavoro della tecnica
casalinga e contadina dell'insaccamento e della successiva
conservazione, che nel caso della soppressata avveniva secondo
modalità antichissime che prevedevano l'uso della
paglia o della cenere come ambienti idonei alla stagionatura.
Altro autentico capolavoro locale è il pane, ancora
oggi prodotto seguendo costumanze che si perdono nella notte
dei tempi.L'ingrediente fondamentale, ormai in via di estinzione,
è la farina ottenuta da una varietà indigena
di grano duro, il cosiddetto"cappello" o "cappella"
che rende il pane, opportunamente impastato anche con l'aggiunta
di patate, particolarmente fragrante e capace di conservarsi
diversi giorni. La stessa farina viene impiegata per la
pasta fatta in casa.
I
tipi di pasta tipici sono le tapparédde (a forma
di rombo), i rucchélé (ruccoli, gnocchetti
concavi), i tagghiariédde (tagliolini), maccheroni
ai ferri e orecchiette, con sughi spesso insaporiti da cacciagione,
una volta lepre e cinghiale, ma anche uccelletti prede della
micciarola. Tagliolini e ruccoli si prestano anche a piatti
con verdure cotte: i ruccoli in particolare vengono impiegati
per un piatto molto simile a quello pugliese degli "strascinati"
e cime di rape, mentre i tagliolini vanno bene con i ceci,
i fagioli o i piselli.Per non dire della cicerchia, leguminosa
assai discussa, almeno nel vissuto popolare, per un'antica
credenza che la vuole capace di far perdere la ragione.
Le
verdure tipiche sono fave e cicorie, lambasciùne
(cipolline).I lambascioni sono bulbi selvatici, che si scavano
nel terreno usando una zappa lunga e stretta, " u zappudd'".
Corrispondono presumibilmente alla pianta nota come muscaro:
leggermente amarognoli, ricchi di proprietà sconosciute,
digestivi, forse afrodisiaci, si cucinano e si conservano
secondo diverse modalità, con l'olio fritto e l'aceto,
con il peperoncino, impanati nell'uovo e così via.
I
dolci tipici natalizi sono le pettole, le ncartagghiate
(cartellate), i porcedduzzi (porcellini).
SAN
ROCCO
Il protettore di Pisticci ha origini francesi: pare venisse
da Montpellier e si guadagnò fama e venerazione per
il suo operato durante una delle terribili pestilenze che
hanno funestato l'Italia; La figura di San Rocco è
strettamente associata alla peste e il nome del santo è
diffuso in tutto il meridione e, in particolare, in Lucania,
dove San Rocco è protettore di diversi paesi, come
Tolve, in provincia di Potenza. "Rocco e i suoi fratelli",
capolavoro della cinematografia italiana, fa presagire dal
titolo che la vicenda narrata è vicenda di meridionali;
Rocco Petrone era il lucano figlio di emigranti che in America
diventò responsabile del programma Nasa per lo sbarco
sulla luna. San Rocco dunque, pur francese, è lucano
di adozione.
A Pisticci San Rocco rappresenta la divinità per
eccellenza: su di lui, osannato e bestemmiato, si polarizzano
sentimenti opposti e intense emozioni al passaggio della
sua processione nella canicola estiva, con la familiare
iconografia della sua statua sfavillante d'oro: il volto
vagamente somigliante al Nazareno, il cappello sulla spalla,
il bastone del pellegrino in mano, la cosiddetta "mazza",
con cui si ritiene egli vada a punire di notte i suoi bestemmiatori,
il cane, e la vistosa piaga della peste sulla coscia, il
tutto in una mescolanza di oro e di argento che sfavillano
al sole di agosto. Lungo il percorso della processione vengono
delle tavole, in mezzo alla via, finemente addobbate, perché
il Santo si fermi, poggiato dai suoi portantini ed accetti
l'offerta accompagnata dall'esortazione: "Azzetta ti
sia, Santi Rocca mija" ("Che accetta ti sia, San
Rocco mio"). Si tratta di banconote, messe in fila
l'un all'altra, con spille e nastrini a formare mantelli,
poggiati sulle spalle del Santo. Non solo euro, una volta
lire, ma anche le offerte degli emigranti: dollari americani,
canadesi e le sterline australiane, che serviranno a finanziare
la festa.
Il San Rocco portato invece sul carro trionfale, la sera
del diciassette di agosto, è più piccolo:
viene chiamato "Santrucchicchio", con un'espressione
che ha un che di blasfemo. L'onore di portare il carro è
conteso a suon di offerte in denaro, con il nome del vincitore
scandito dal megafono del "comitato", a celebrarne
la ricchezza, la potenza. Si cerca, nel successo della "riffa",
una sorta di investitura paesana, di cui molto spesso beneficia
gente venuta dal nulla, senza arte né parte, che
cerca quella occasione come un momento di gratificazione
sociale, non altrimenti possibile. Una tempo, quando la
moneta non era il bene più diffuso, l'aggiudicazione
del carro avveniva con l'offerta granaria, a suon di "tomoli"[3]
di grano. La licitazione per aggiudicarsi il carro non avveniva
sempre in modo lineare; insorgevano contrasti di vario tipo,
per via di alleanze che si formavano all'ultimo momento,
di pretese relative a verifiche immediate circa l'effettiva
capacità contributiva dei partecipanti all'asta o
addirittura sulla qualità del grano offerto, che
avrebbe potuto essere non dei più fini, di scarso
valore, "a sulim" invece che "u cappell".
Tutti i contrasti si ricomponevano all'ombra del santo.
La sua statua veniva accompagnata trionfalmente alla sua
chiesa a renderlo disponibile per la nuova tornata, l'anno
successivo, a devozione e ringraziamento di un raccolto
più copioso e migliore.
ECONOMIA
L'economia pisticcese subì la prima grande trasformazione,
da prettamente agricola ad industriale, negli anni '60,
quando nella valle del Basento furono scoperti grossi giacimenti
di metano, che determinarono la costruzione, da parte dell'Eni,
dello stabilimento petrolchimico Anic, chiuso poi verso
la fine degli anni '70, a seguito della crisi petrolifera
mondiale. Sempre all'Eni faceva capo lo stabilimento dell'EniChem
Fibre, specializzato nella produzione di fibre sintetiche
e intermedi per materie plastiche. Oggi l'economia pisticcese
è debole, lo sviluppo è fermo spesso a causa
della mentalità clientelare molto diffusa. Anche
se meno acuta rispetto agli altri centri, resta alta l'incidenza
della disoccupazione, soprattutto giovanile, che va ancora
ad alimentare il problema dell'emigrazione, soprattutto
verso Roma e le città del Nord Italia. Si punta ad
interventi mirati di sviluppo come le colture intensive
e pregiate del metapontino, sulle aziende della valle del
Basento e sul turismo balneare, archeologico e agricolo.
Numerosissime sono le attività e le botteghe artigianali,
tra cui rinomata la produzione di manufatti della pregiata
argilla locale, bianca con incisioni bluastre. A Pisticci
ha sede la celebre azienda Amaro Lucano S.p.A., dall'anno
della sua fondazione, avvenuta il 1894 ad opera di Pasquale
Vena.
ORIGINI
E STORIA
I primi insediamenti in territorio di Pisticci risalgono
al X secolo a.C., ad opera degli Enotri, e sono testimoniati
da diverse necropoli. Successivamente l'area venne colonizzata
dai Greci e Pisticci divenne un importante centro del territorio
di Metaponto. Tra il V e il IV secolo a.C. vi visse e operò
il cosiddetto Pittore di Pisticci, primo ceramografo italiota
ad aver adottato in Magna Grecia la produzione di vasi a
figure rosse. Dopo la sconfitta di Taranto, Pisticci passò
sotto la dominazione romana e diventò un importante
centro agricolo. Intorno all'anno 1000 i Normanni costituirono
il feudo di Pisticci, posseduto in successione dai Sanseverino,
dagli Spinelli, dagli Acquara e dai De Cardenas. Sempre
nello stesso periodo, i Benedettini fondarono il cenobio
di Santa Maria del Casale, poco distante dall'abitato, sui
resti di un antico insediamento basiliano. Nel 1565, in
una località che dopo prenderà per questo
il nome Scannaturchi, si combatte una battaglia tra Pirati
Saraceni e un manipolo eterogeneo di pisticcesi, professionisti,
chierici e contadini. In questi decenni le invasioni dei
pirati sono molto frequenti e per questo viene costruita,
nel territorio metapontino, una rete di torri di avvistamento
. Nel Seicento l'abitato contava circa 6000 abitanti e comprendeva
i rioni Terravecchia, Santa Maria dello Rito (oggi Loreto),
Osannale, Santa Maria del Purgatorio e Casalnuovo. La notte
del 9 febbraio 1688, a seguito di un'abbondante nevicata,
una frana di enormi proporzioni fece sprofondare i rioni
Casalnuovo e Purgatorio, causando circa 400 morti. Dopo
la frana la popolazione rifiutò l'offerta del conte
De Cardenas, sotto la quale si nascondeva una grossa speculazione,
di spostare l'abitato più a valle, dove sarebbero
state costruite nuove case per gli abitanti, che in cambio
avrebbero dovuto pagare tasse supplementari al conte. Sul
terreno della frana furono quindi costruite 200 casette
in filari, tutte uguali, bianche, a fronte cuspidata. Il
nuovo rione prese significativamente il nome di Dirupo,
a ricordo della frana. Nei primi anni dell'Ottocento fu
particolarmente cruenta l'azione del brigantaggio in tutto
il territorio. Nel 1808 fu soppresso il regime feudale e
nel 1861, entrata a far parte del regno d'Italia, Pisticci
diventò municipio: il primo sindaco fu Nicola Rogges.
A cavallo tra l'Ottocento e il Novecento si ebbe la prima
grande ondata migratoria, soprattutto verso le Americhe.
Durante il periodo del fascismo, Pisticci concorse con Matera
per divenire capoluogo provinciale, titolo assegnato alla
città dei sassi nel 1927. Nel territorio di Pisticci
fu realizzato dal regime un campo di confino per antifascisti,
che furono impiegati per disboscare e bonificare la malarica
e paludosa pianura metapontina. In onore di Guglielmo Marconi
questo campo venne chiamato "Villaggio Marconi"
ed oggi è la popolosa frazione di Marconia, che ospita
circa la metà dell'intera popolazione comunale e
che si è molto sviluppata in seguito ad una grande
speculazione edilizia tra gli anni '60 e '70 del Novecento.
Dopo la prima e la seconda guerra mondiale, ci fu nuovamente
una forte emigrazione verso il Nord America e la Germania.
A metà del Novecento a Toronto si era formata una
comunità di oltre 5.000 pisticcesi. Nel 1975, a seguito
di forti piogge, franò una parte del rione Croci,
a molti abitanti di quel quartiere fu assegnata una casa
a Marconia, il che favorì la speculazione edilizia
nella frazione. Dagli anni '80 fino alla fine degli anni
'90 il centro storico ha subito un notevole spopolamento
soprattutto dei rioni più antichi, i cui abitanti
hanno preferito trasferirsi nella frazione Marconia, che,
notevolmente cresciuta ha iniziato ad aspirare all'indipendenza
amministrativa, tuttavia osteggiata dalla gran parte della
popolazione residente nella frazione stessa. Nei primi anni
del XXI secolo, tuttavia lo spopolamento del centro storico
si è sostanzialmente fermato e il flusso demografico
risulta in controtendenza rispetto agli anni precedenti.
Il 27 aprile 1991 Papa Giovanni Paolo II, in Basilicata,
visitò Pisticci dove incoronò la statua di
Santa Maria la Sanità del Casale, conservata nell'omonima
Abbazia.