Melfi
è un comune della provincia di Potenza, secondo
per numero di abitanti nella provincia dopo Potenza
e quarto della Basilicata dopo il capoluogo di regione,
Matera e Pisticci. Costituita da un centro storico
di aspetto complessivamente medievale, la città
è diventata recentemente uno dei centri più
produttivi della Basilicata e uno dei maggiori nuclei
industriali del Meridione: il polo industriale SATA,
sorto nei primi anni novanta, ospita infatti uno dei
più importanti stabilimenti del gruppo FIAT
e diverse aziende dell'indotto automobilistico. Sin
dal 1866, sono state fatte varie proposte per rendere
Melfi provincia autonoma da Potenza e l'ultima risale
al 2006, ad opera dei senatori Viceconte e Taddei.
Melfi si colloca nell'estremo nord della Basilicata,
al confine con la provincia di Foggia, in un territorio
prettamente collinare con un'altitudine di circa 530
metri sul livello del mare. Dista pochi km dalle pendici
del Monte Vulture, vulcano inattivo dall'era protostorica,
presenta una superficie di 205,15 km² e si affaccia
sul fiume Ofanto, che divide la Basilicata dalla Campania
e dalla Puglia.
ORIGINI
La fondazione di Melfi (sebbene abitata da epoche
remote) è di ignota datazione ed esistono vari
pareri discordanti. Giovanni Pontano e Leandro Alberti
sostennero che i fondatori fossero greci; il monaco
longobardo Erchemperto nelle sue opere attribuì
la nascita di Melfi ad alcune famiglie dell'impero
romano. Quando Costantino il Grande ricostruì
Bisanzio, queste avrebbero deciso di trasferirsi nella
città ma, a causa di un violento nubifragio
nei pressi di Schiavonia, si sarebbero fermate a Ragusa
(Croazia). Dopo esserne state scacciate, sarebbero
infine tornate sulle coste italiane e, insediandosi
nell'area del Vulture, avrebbero fondato Melfi. Esiste
un'altra teoria che ne data la fondazione ai primi
anni dell'XI secolo, ad opera del bizantino Basilio
Boioannes, poiché non esistono prove documentali
dell'esistenza della città in tempi precedenti.
IL
CASTELLO E LA CINTA MURARIA
Edificato dai normanni, è uno dei più
noti della Basilicata ed uno dei castelli medievali
più rappresentativi del meridione. Roberto
il Guiscardo vi confinò la prima moglie Alberada,
ripudiata per sposare Sichelgaita di Salerno. Federico
II promulgò qui le Costituzioni di Melfi. Con
l'avvento degli angioini il castello subì radicali
restaurazioni e fu nominato nel 1284 residenza ufficiale
della moglie di Carlo II d'Angiò, Maria d'Ungheria.
Gli Aragonesi affidarono il castello prima alla famiglia
Caracciolo e poi al principe Andrea Doria, che fu
di proprietà della sua stirpe fino al 1950.
Il centro storico di Melfi è interamente circondato
da mura turrite costruite per lo più dai Normanni
che si estendono per oltre quattro chilometri. Il
circuito segue l'orlo del pianoro su cui fu costruita
la città, cinto da ogni parte da scoscendimenti,
a tratti da veri e propri precipizi. L'opera costituisce
un raro esempio di fortificazione nel sud Italia.
Le fasi costruttive della cinta muraria appartengono
al periodo bizantino, normanno, svevo e aragonese.
Gli ultimi a metterci mano furono Niccolò Acciaiuoli
nel trecento e Giovanni Caracciolo nel quattrocento,
a cui risale la sistemazione attuale, per difendere
la città dalle artiglierie nemiche. Assedi
e terremoti hanno reso necessari continui restauri
ed il sisma del 1930 ne ha seriamente compromesso
la struttura.
DA
VEDERE
Palazzo
del Vescovado.
In origine un edificio normanno del XI secolo, nel
corso del tempo subì varie modifiche, a causa
dei terremoti, fino a raggiungere uno stile barocco
nel '700. All'interno esiste una pinacoteca ove sono
esposti dipinti di Nicola da Tolentino a Cristiano
Danona. È inoltre sede della biblioteca vescovile,
che conserva documenti come le cinquecentine.
Palazzo
Araneo
Presenta una facciata in stile rinascimentale, ma
la parte restante della struttura è ritenuta
risalente al Medioevo. Un tempo adibito a tribunale,
si affaccia su un giardino pubblico nel quale si ammirano
due monumenti, con busti in bronzo, del sen. Floriano
Del Zio e dell'on. Arduino Severini. Un tempo il palazzo
era di proprietà della ricca famiglia Mandina.
Palazzo
Severini
Risale al XVI secolo e fu un convento dei Carmelitani.
Divenne poi proprietà di Decio Severini, scrittore
e professore universitario presso gli atenei di Pisa
e Roma, nonché direttore generale delle irrigazioni
in Argentina e progettista di grandi opere in Italia
ed Egitto. Il palazzo, attualmente è sede di
un'agenzia assicurativa.
Palazzo
Sibilla
Edificio eretto nell'XVI secolo, era la dimora natale
del generale Ascanio Sibilla, decorato di medaglia
al valor militare e benemerito per i soccorsi e gli
aiuti umanitari ai terremotati di Messina, nonché
sindaco di Melfi tra il 1952 ed il 1956.
Palazzo
della Corte
Costruito nel XVI secolo, l'edificio è anche
la vecchia sede del municipio ed, attualmente, ospita
la pro loco di Melfi. Al suo interno vi è un
busto di Federico II, donato alla città di
Melfi dalla Repubblica Federale Tedesca.
Cattedrale
di Santa Maria Assunta
Iniziò da essere costruita nel 1076 per volere
di Roberto il Guiscardo. Del suo passato normanno
è rimasto ben poco per via dei terremoti e
dei ripetuti restauri che hanno reso il suo attuale
aspetto prettamente barocco, ad eccezion fatta per
il campanile, eretto nel 1153 per ordine di Ruggero
II, il quale conserva ancora uno stile romanico normanno.
Chiesa
di Sant'Antonio
La costruzione avvenne nel 1423 e i restauri dopo
il 1851. Fu gravemente danneggiata dall'esercito di
Odet de Foix nel 1528, durante l'assedio di Melfi
e resistette ai terremoti del 1731 e del 1752, ma
quello del 1851 la danneggiò seriamente. Dal
XVII al XVIII secolo, la chiesa viene dedicata a Sant'Antonio.
Di stile romanico e gotico, conserva affreschi dell'epoca,
una statua lignea di Sant'Antonio con Bambino dipinto
in oro e un dipinto napoletano su tavola del XVI secolo.
Durante le opere di restauro furono scoperti due archi
in stile gotico, ove sull'arco trionfale è
scolpita la data di ricostruzione (1523), a seguito
del sisma del XV secolo.
Chiesa
rupestre di Santa Margherita
Interamente scavata nel tufo, risale al 1200. Fu scoperta
da Gian Battista Guarini. Gli affreschi rappresentano
soggetti come S. Margherita (sopra all'altare principale),
l'arcangelo Michele, la Madonna con Bambino, S. Giovanni
Battista e Cristo in Trono. Notevole una rappresentazione
del motivo di Federico II che si imbatte in tre scheletri,
diffuso schema di memento mori. Tra gli affreschi
appaiono tre figure laiche in tenuta da falconieri,
che, per il critico napoletano Raffaele Capaldo, sono
i componenti principali della famiglia imperiale sveva:
Federico II, sua moglie Isabella d'Inghilterra ed
il figlio dell'imperatore, Corrado IV.
Chiesa
rupestre della Madonna delle Spinelle
Scoperta nel 1845 a seguito di una frana, ne resta
solo la cappella terminale (resti della navata furono
spianati negli anni settanta per creare un piazzale
antistante) di pianta esagonale con sei semicolonne
che sostengono un cornicione. In era medievale era
una parte della Basilica di S. Stefano, una costruzione
paleocristiana con più navate e cappelle annesse.
Fu luogo di varie riunioni e congressi e si sostiene
che da questa struttura partirono i soldati normanni
capeggiati da Boemondo e Tancredi d'Altavilla per
la prima Crociata in Terra Santa.
Chiesa
rupestre di Santa Lucia
Situata in contrada Giaconelli, a metà strada
tra Melfi e Rapolla, è costituita da un solo
ambiente con volta a botte. Gli affreschi della cripta,
risalenti al XIII secolo e restaurati dal pittore
prof. Tullio Brisi, presentano uno stile prettamente
bizantino ed illustrano le storie della santa. Inoltre
vi è una raffigurazione della "Madonna
con Bambino" seduta su trono mosaicato, tipica
opera bizantina.
Chiesa
della Madonna del Carmelo (o Chiesa del Carmine)
Un tempo era parte del Convento dei carmelitani, che
occupava buona parte degli stabili circostanti. L'originaria
porta in legno (oggi conservata nel Palazzo del Vescovado)
presenta immagini che riassumono il tipico esempio
della concezione medioevale della morte. La confraternita
di questa chiesa (insieme a quella di S. Anna) cura
i riti della settimana Santa con l'esecuzione di mesti
canti riguardanti la tragedia del Golgota.
Chiesa
di San Teodoro
La data di costruzione è ignota sebbene antica,
si è a conoscenza solamente che nel 1040 fu
elevata a parrocchia dal vescovo Monsignor Baldovino,
fino all'anno 1988, quando l'allora vescovo Mons.
Cozzi accorpò la chiesa alla Cattedrale. Nell'edificio
era conservato un vasetto di legno che conteneva le
reliquie di San Teodoro M., di San Sebastiano e San
Petronilla ma, dopo il sisma del 1980, questa testimonianza
è andata perduta. Vi si trova un crocifisso
in legno di medie dimensioni e una statua della "Madonna
Desolata".
Chiesa
rupestre dello Spirito Santo
Interamente scavata nella roccia, si trova a circa
900 metri di altezza tra i boschi del Monte Vulture.
Conserva una statua della madonna, che viene portata
per le via della città durante la festa della
Pentecoste in memoria della battaglia tra francesi
e spagnoli a Melfi.
Chiesa
di Santa Maria ad Nives
Fu costruita nel 1570 dall'albanese Giorgino Lapazzaia,
giunto a Melfi nel 1534. Legata al rito arbëreshë,
in essa si celebrano due antiche tradizioni: quella
dello Spirito Santo e quella delle "panedduzze".
Chiesa
della Trasfigurazione di Nostro Signore e Convento
Sede dei Cappuccini, posizionata sulla collinetta
Tabor. Fu costruita nel XIII secolo e all'inizio era
una casa di noviziato per poi essere adibita, dal
1696, a studio teologico e filosofico.
Chiesa
di San Lorenzo
Risalente al 1120, a quel tempo appartenente all'Abbazia
di "Sant'Ippolito" di Monticchio, è
probabilmente la chiesa più antica di Melfi.
Di forma ottagonale, è affiancata dal moncone
di una torre del XII secolo.
Fontana
del Bagno
Risalente agli inizi del '900, era un tempo luogo
per lavare i panni, per abbeverare i cavalli e per
far scorta d'acqua quando non esisteva ancora nelle
case. Nella sua area, ai tempi del dominio normanno,
vi era una delle porte della città, denominata
proprio "Porta del Bagno".
Fontana
del Bagnitello
In tempi passati fu un centro di ristoro per il viandante,
per il pellegrino e per il contadino con i suoi animali,
è stata ristrutturata nel 2003 con il contributo
dell'associazione "Lucani in Umbria".
Fontana
Stazione
Di recente costruzione (1989) è situata nella
piazza antistante alla stazione di Melfi.
Fontana
Acqua Santa
Edificata nel XX secolo, situata nella frazione Foggiano.
Porta
Venosina
È una delle sei porte cittadine ubicate nella
cinta muraria, sebbene tre di queste (Porta del Bagno,
Porta SS. Maria e Porta Sant'Antolino), a causa di
terremoti e saccheggi, non esistano più. Risalente
all'epoca sveva, è l'unica ancora in buono
stato e fu realizzata sull'antico tracciato verso
Venosa e la via Appia. Alla destra dell'ingresso è
osservabile lo stemma di Melfi e, a sinistra, quello
dei Caracciolo che restaurarono le mura sul finire
del quattrocento. Federico II vi fece apporre una
lapide che decantava la gloria e la grandezza della
città,[3] sostituita più tardi da Giovanni
Caracciolo con quella ancor oggi visibile, anche se
illeggibile. L'arco ogivale è di origine sveva,
mentre la torre cilindrica fu aggiunta nel '400 da
Caracciolo.
Porta
Troiana
Fu costruita nel XV secolo, per volere del principe
Troiano Caracciolo, figlio di Giovanni e da cui prese
il nome. Di questa opera sono rimasti solamente alcuni
ruderi.
Porta
Calcinaia
Era la porta più vicina al castello. Conduceva
dalla zona artigianale, dove si produceva calce ed
argilla (da cui il nome), al centro storico e all'attuale
Via Normanni, che tuttora porta al Castello. Anche
di questo varco resta solo qualche testimonianza.
MUSEO
NAZIONALE DEL MELFESE
Il Museo Nazionale del Melfese conserva varie testimonianze
archeologiche rinvenute nel comprensorio del Vulture,
riguardanti le popolazioni indigene della preistoria
e dei periodi dauno, sannita, romano, bizantino e
normanno. Da non dimenticare la presenza nella torre,
vicino all'ingresso, del cosiddetto Sarcofago di Rapolla,
monumento originario dell'Asia Minore rinvenuto verso
la metà del 1800 e datato II sec d.C., con
figure inserite in una struttura architettonica ai
lati e con il ritratto della defunta sul coperchio.
Si presume che sia il mausoleo sepolcrale della nobildonna
romana Emilia Scaura, morta di parto poco dopo il
secondo matrimonio.
MANIFESTAZIONI
Festa di Sant'Alessandro - dedicata al patrono della
città, viene celebrata il 9 febbraio.
Festa dell'Assunta - si festeggia il 15 agosto
Festa dell'Immacolata - si festeggia l'8 dicembre
Festa di Santa Lucia - si tiene il 13 dicembre, nelle
piazze dei diversi quartieri dove vengono accesi dei
falò per salutare la notte più lunga
dell'anno.
Corteo Storico Federiciano - nato nel 1997, è
un evento che si tiene nell'ultima settimana di ottobre
e rappresenta le attività più importanti
svolte da Federico II a Melfi. Si celebra nei giorni
di venerdì, sabato e domenica dell'ultima settimana
di ottobre e si assiste al raduno dei falconieri di
tutta Europa, gara di caccia con i falconi, danze
e musiche medievali per le vie principali della città,
il corteo dell'imperatore Federico II e dei suoi sudditi,
la cerimonia di investitura di un cavaliere secondo
il diritto normanno, il torneo medievale degli antichi
casati di Melfi e, per concludere, degustazioni di
Aglianico del Vulture e prodotti tipici di Melfi come
castagne e salumi.
Sagra della Varola - dedicata alla castagna (varola
in dialetto locale) si tiene da quasi 50 anni nel
penultimo week-end di ottobre in Piazza Umberto I.
Protagonista della festa è il tipico "marroncino
di Melfi". Oltre alle caldarroste, viene offerto
l'Aglianico ed esposti prodotti a base di castagne,
come dolci e gelati. Il tutto viene allietato da spettacoli,
gruppi musicali e danze.
Festa dello Spirito Santo - conosciuta anche come
la "Pasqua di Sangue", ricorda il giorno
della Pentecoste, quando ci fu l'assedio di Melfi
da parte dei francesi nel marzo 1528 e il ritorno
degli abitanti in città dopo il saccheggio
con pellegrinaggio sul Monte Vulture, sfilata del
corteo storico per le vie della città e spettacoli
di sbandieratori e cavalieri in costume.
Rally del Vulture - gara automobilistica che parte
da Melfi e coinvolge altri comuni come Atella, Bella,
Rapone, Rionero, Ruvo del Monte, San Fele e città
di altre regioni come Lacedonia (Avellino) e Rocchetta
Sant'Antonio (Foggia).
Festa delle Pannedduzze - celebrata l'8 dicembre,
consiste nella distribuzione del tipico pane azimo
di origine albanese. Tutto ciò risale al momento
dopo l'eccidio francese del 1528, quando la cittadina
venne ripopolata da vari individui, tra cui una colonia
di albanesi venuta a Melfi per un editto dell'imperatore
Carlo V. La colonia introdusse questi piccoli pani
azzimi, distribuiti durante la messa.
GASTRONOMIA
Maccuarnar - nome dialettale della Maccaronara, è
il piatto tipico per eccellenza di Melfi,[42] fatto
con un tipo di pasta fresca preparata con un mattarello
in metallo con lame affilate che consente di ottenere
maccheroni (da cui il nome dialettale) con una tipica
sezione quadrata. Si condisce con sugo di coniglio
o maiale.
Lagane di castagne - altro piatto distintivo fatto
con le lagane, varietà di tagliatelle a base
di farina di grano duro con una larghezza di circa
un centimetro, ottenute da una sfoglia circolare.
Questo tipo di pasta viene preparato con farina di
castagne, sale, uova, latte, burro, caciocavallo e
pecorino grattugiato.
Strascinati con ricotta - un tipo di pasta realizzato
con carne mista (maiale, coniglio, vitello, capretto),
cipolla, pomodori, ricotta dura grattugiata, olio
di oliva e sale.
Tagliatelle e ceci - piatto composto da ceci lessati
e soffritti con aglio, pomodori, olio di oliva e sale.
Tagliatelle con fave secche - vengono preparate con
fave secche fatte a purea, con l'aggiunta di olio
di oliva, pomodori, peperoncino e sale.
Pancotto alla melfitana - viene preparato con pane,
patate e rape, lessati insieme e conditi nella stessa
pentola con un soffritto di olio, aglio e peperoncino.
Pane del pastore - piatto fatto con pane raffermo,
fatto bollire con olio, alloro, origano e pomodoro
con l'aggiunta di uova cotte in camicia.
Cucinidd - agnello cucinato con pancetta, salsiccia,
pomodori, cardi e uova. Per la tradizione, viene consumato
nel periodo pasquale.
Cicerchie con crostini di pane e cipolla - legumi
lasciati in ammollo, lessati e conditi con un soffritto
di cipolla, aglio, e peperoncino, il tutto accompagnato
da crostini di pane duro.
Carteddate - chiamate spesso anche Scartellate, sono
dolci di farina fritti e intrisi di miele o vincotto
Calzoncelli - in dialetto Cavzuncidd, piccoli panzerotti
fatti con sfoglia di farina di grano duro, uova, olio
d'oliva (o burro) e vino bianco. Il ripieno è
composto da un impasto di cioccolato, mandorle (o
castagne), buccia di limone grattugiata e un pizzico
di cannella.
PERSONAGGI
FAMOSI
Francesco Saverio Nitti - ministro, presidente del
consiglio e uno degli assertori della questione meridionale.
Pasquale Festa Campanile - regista e sceneggiatore,
ha partecipato a film famosi come Il Gattopardo, Rocco
e i suoi fratelli, Il soldato di ventura e Il petomane.