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Irsina
Basilicata

Irsina è un comune di 5.265 abitanti in provincia di Matera. Nel suo patrimonio artistico può vantare l'unica scultura del Mantegna fino ad ora conosciuta che rappresenta Sant'Eufemia. Irsina era, un tempo, sede vescovile; oggi mantiene questa prerogativa solo sulla carta poiché, sebbene esista l'arcidiocesi di Matera-Irsina, essa ha come sede effettiva Matera. Con 262 km² di superficie territoriale, Irsina è il 59° comune più grande d'Italia per estensione, secondo in Basilicata solo a Matera. È situata ad un'altitudine di 548 m s.l.m. in posizione dominante la valle del Bradano, vicina al confine con la provincia di Potenza e la provincia di Bari; confina a nord con il comune di Genzano di Lucania (PZ), ad est con Gravina in Puglia (BA), a sud con Grottole e Grassano, e ad ovest con Tricarico, Tolve (PZ) ed Oppido Lucano (PZ). Nel suo territorio, a circa 10 km dal centro abitato, si trova il bosco di Verrutoli, area boschiva di circa 650 ettari situata ad un'altitudine di 600 m s.l.m., dotata di un'area attrezzata e riserva naturale di un gruppo di daini che vivono liberamente nel bosco. Irsina ha come frazione Borgo Taccone, situato a circa 14 km a nord-ovest del Comune.

DA VEDERE
Cattedrale di Santa Maria Assunta: costruita nel XIII secolo e rifatta nel 1777, con facciata barocca e campanile a bifore di stile gotico. Al suo interno vi sono una fonte battesimale in marmo rosso, la statua marmorea di Sant'Eufemia opera del Mantegna e diverse tele di scuola napoletana del XVIII secolo.
Chiesa del convento di San Francesco (ex castello di Federico II): risalente al XII secolo, fu rifatta nel XVI secolo. La sua cripta conserva affreschi di scuola umbro-senese del XIV secolo raffiguranti il Redentore, l'Incoronazione, l'Annunciazione, la Crocifissione e la Resurrezione.
Chiesa di Maria S.S. del Carmine (Purgatorio): vi è conservata una pregevole tela del 1600 raffigurante le nozze di Cana.

Palazzo Lombardi
Palazzo Cantorio
Palazzo Angeletti
Palazzo Nugent
Porta Arenacea
Porticella dei Greci
Porta Maggiore o di Sant'Eufemia
Porta della Provvidenza
Ruderi Porta Antico Castello Federico II
Torretta
Torre Castello Federico

ORIGINI E CENNI STORICI
Irsina è uno dei paesi più antichi della Basilicata, come testimoniano numerosi reperti archeologici risalenti ai periodi greco e romano. Dal Medioevo fino al 6 febbraio 1895 il nome del paese era Montepeloso. Per quanto riguarda l’etimologia, sembra che il nome Montepeloso derivi dal greco plusos, che vuol dire terra fertile e ricca, modificato in pilosum dai latini.
Fu assediata ed invasa nell'895 dai Saraceni, che nel 988 la distrussero; fu ricostruita dal Principe Giovanni II di Salerno e fu contesa tra i Bizantini ed i Normanni.
Il territorio di Irsina è al centro della Battaglia di Montepeloso, combattuta il 3 settembre 1041, a breve distanza dalle rive del fiume Bradano. L'esercito Bizantino è guidato da Augusto Bugiano (Boioannes); le forze Normanne sono comandate da Atenolfo, fratello del Principe di Benevento, che coordina anche i militari Longobardi. I cavalieri sono guidati da Guglielmo d'Altavilla e da Argiro. I Normanni lanciano la prima carica, mentre i Greci accusano il colpo e cadono a centinaia.
Guglielmo I d'Altavilla è infermo, ma lascia la sua tenda, posta sopra una altura, e si lancia nella mischia. Secondo il cronista Guglielmo di Puglia, i cavalieri Normanni sbaragliano le forze Bizantine e le truppe che provengono dalla Calabria, dalla Sicilia e dalla Macedonia ed un gruppo di mercenari Pauliciani. Secondo lo storico De Blosiis, l'eroe della battaglia è barone Normanno, figlio del Conte Amico. I bizantini vengono ricacciati dalle truppe Normanne, che risultano vincenti e, pertanto, la città passò sotto il dominio Normanno. I Normanni catturano Augusto Bugiano, lo trasferiscono a Melfi insieme con le insegne bizantine e poi a Benevento lo consegnano ad Atenolfo.
Secondo la cronaca di Amato di Montecassino, Tristano, cavaliere al seguito della casata Altavilla nel territorio del Vulture, è il primo Conte normanno di Montepeloso, una delle dodici baronie di cui si compone la Contea di Puglia.
Nel 1059 al Concilio di Melfi I, il Pontefice Niccolò II, eleva la Contea di Puglia a Ducato di Puglia e la affida alla Casata Altavilla. Il secondo Signore della città, nel 1068, è Goffredo, conte di Conversano, un nipote di Roberto il Guiscardo.
Nel 1123 il papa Callisto II con una bolla elegge Montepeloso a sede vescovile, anche per contrastare la presenza bizantina ancora forte nel paese. Nel 1132 i cittadini aderiscono alla rivolta contro Ruggero II e Montepeloso diviene feudo di Tancredi di Conversano, conte di Brindisi, ma l'anno successivo Ruggero II la punisce per essersi schierata con i ribelli e la fa radere al suolo.
Nel periodo svevo fu annessa alla contea di Andria e dopo la morte di Federico II divenne un marchesato sotto la signoria di Manfredi. Nel 1266, dopo la battaglia di Benevento, passò sotto il dominio degli Angioini che la donarono a Pietro di Beaumont conte di Montescaglioso e successivamente a Giovanni di Monfort. Nel 1307 passò al dominio degli Orsini Del Balzo, che la persero in seguito alla congiura dei baroni, quando subentrarono gli Aragonesi. Nel 1586 venne acquistata dalla ricca famiglia genovese dei Grimaldi ed infine passò ai Riario Sforza, che furono gli ultimi signori feudali di Montepeloso.
Nel 1799 aderì ai moti repubblicani innalzando l'albero della libertà, ben presto soffocati dalle truppe del cardinale Fabrizio Ruffo. Dopo l'unità d'Italia fu interessata dal fenomeno del brigantaggio.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento