Venafro

Venafro è un comune di 12.000 abitanti in provincia di Isernia. Sorge ai piedi del monte Santa Croce (1.026 m s.l.m.), ad una quota che varia da 158 a 1.205 m s.l.m. Il territorio comunale si estende nella omonima piana, attraversata dai fiumi Volturno e San Bartolomeo. La città è conosciuta come "porta del Molise", come punto di transito obbligato dalla Campania (attraverso la strada statale 85 "Venafrana") o dal Lazio (attraverso la SS 6 - dir., la diramazione della strada statale 6 Casilina verso Cassino).

ORIGINI E STORIA
Attribuita la fondazione a Diomede, ha nell'antico nome di Venafrum origini sannitiche
Durante le Guerre Sociali, il frentano Mario Egnazio la prese a tradimento e fece strage di sei corti romane. Anche Silla la rase al suolo. Nel gennaio del 49 a.C. Pompeo Magno venendo da Teano, vi fece sosta. Con Augusto divenne Colonia (Colonia Augusta Julia Venafrum), e recepì la caratteristica sistemazione urbanistica romana, parzialmente conservata nell'abitato attuale.
Rinomata per fertilità e amenità, è da Orazio ricordata come luogo di villeggiatura, e Plinio parla di una sorgente diuretica. È Sede Vescovile dal sec. V. Ultimi Feudatari i Savelli, i Peretti, i Caracciolo di Miranda. Fra il 774 d.C. ed il 787 d.C. la piana di Venafro fu attraversata dalle truppe di Carlomagno che si scontrarono con quelle dei Longobardi del principato di Benevento(vedi Pozzilli). Tra l'autunno del 1943 e la primavera del 1944[2],come altri paesi dei dintorni(Pozzilli,Filignano,San Pietro Infine ecc.)fu teatro di aspri combattimenti tra i Tedeschi asserragliati sulle montagne a nord e gli Anglo-Franco-Statunitensi,lungo la linea Gustav,per la conquista di Montecassino. Scambiata per Montecassino dai piloti anglo-americani, Venafro venne colpita duramente dai bombardamenti alleati il 15 marzo 1944. Nella primavera del 1984 fu molto danneggiata dal terremoto originatosi nella non lontana Val di Comino(Frosinone). Dal 1994,insieme ad altri 338 soci,fa parte dell'A.N.C.O.,Associazione Nazionale Città dell'Olio. Il 25 aprile 2005 Venafro ha ottenuto la medaglia d'oro al valor civile dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per il tragico bombardamento aereo subìto il 15 marzo 1944. Tra il centro di Venafro ed il convento dei Cappunccini a 500 mt di distanza verso est è presente il cimitero militare francese dei caduti della seconda guerra mondiale appartenenti al CEF guidato da Alphonse Juin.

CENTRO STORICO
Il centro storico è stato costruito sulla preesistente struttura urbana romana. Ai piani superiori degli edifici si trovano le abitazioni, mentre i locali del piano inferiore sono adibiti a botteghe, come è visibile soprattutto nella “via per dentro”.
Il castello, che sorge nella parte più alta della città, trae origine da un mastio longobardo sorto su una più antica fortificazione nel X secolo. Nel XIV secolo fu ampliato con l'aggiunta di tre torri circolari e fu trasformato nel XV secolo dai Pandone, signori della città, che vi realizzarono inoltre un fossato. Di particolare interesse risultano gli affreschi raffiguranti cavalli fatti realizzare dal conte Enrico Pandone in età rinascimentale.

L'anfiteatro romano, cosiddetto "Verlascio", rimane visibile nelle successive sovrapposizioni seicentesche, che ne hanno mantenuto la pianta ellittica. Si ritiene che le gradinate potessero contenere fino a 15.000 spettatori.

Il teatro romano, situato a monte dell'ultimo decumano, è di notevoli dimensioni e presenta una scena (frons scaena) di circa 60 m, con una cavea capace di ospitare 3.500 spettatori.

Tracce di un acquedotto romano, della cinta di mura, con una fase di epoca sannitica risalente al IV secolo a.C. ed una in opera poligonale del I secolo a.C, di mura sannitiche. Sempre di origine romana è la "Torricella", una struttura fortificata situata sulla montagna. Altri monumenti sono la cosiddetta "Torre del mercato" ("palazzo Caracciolo") e la Palazzina Liberty, novecentesca.

EDIFICI RELIGIOSI
Il consistente numero di chiese presenti sul territorio venafrano ha dato a Venafro l’appellativo del “paese delle 33 chiese”.

* La Cattedrale è situata ai piedi del Parco Oraziano. Risalente al V secolo, fu costruita con materiali prelevati da altri monumenti di epoche precedenti (elementi romani e decorazioni cristiane, come il bassorilievo del vescovo Pietro di Ravenna: un rilievo che, per il suo aspetto inconsueto, viene chiamato dagli abitanti "Marzo Settecappotti"). L'interno è tre navate decorate da opere pittoriche del XIV secolo. La precede una grande piazza, considerata l’inizio della antica cinta muraria cittadina.
* La chiesa dell'Annunziata, venne costruita nel Trecento dalla "Confraterna dei Flagellanti", ed è stata più volte modificata nel tempo. Presenta un campanile rinascimentale e conserva all'interno un Crocefisso del XIV secolo, una tavola cinquecentesca con Santa Caterina, un dipinto con Madonna e Santi e un organo del 1784.

* La chiesa e il convento di San Nicandro, situati alla periferia della città, sulla strada per Isernia, furono edificati su resti romani, in parte riutilizzati nella costruzione. La chiesa, più volte trasformata e restaurata nel 2001, presenta interno a due navate e conserva un altare in legno intarsiato e pirografato e le opere pittoriche dell’artista molisano Amedeo Trivisonno, che narrano le vicende del Santo. I portali in bronzo sono opera di Alessandro Castani.

Sono da citare, inoltre, sempre nel centro storico, le chiese di San Francesco, di Sant’Agostino, del Carmine (presso la Cattedrale), di San Sebastiano, delle Anime del Purgatorio e del Corpo di Cristo. Fuori dal centro storico sono situate le chiese di recente costruzione, come quella dedicata ai Santi Martino e Nicola, e quella in onore del Beato Don Orione.
La chiesa del Cristo
La chiesa del Cristo

- la chiesa di Cristo,nel quale ogni anno si tiene un festa pre-pasquale.

MANIFESTAZIONI
I patroni della città sono i santi martiri Nicandro, Marciano e Daria, (Daria consorte di Nicandro) che sono anche patroni della diocesi di Isernia-Venafro, la cui festa ricorre il 17 giugno. La festa ebbe origine in occasione di un terremoto che colpì la città nel 1688, che tuttavia non avrebbe provocato, né gravi danni, né vittime: la popolazione avrebbe tributato uno spontaneo ringraziamento ai propri patroni per lo scampato pericolo in occasione della festa, pochi giorni dopo. Si decise di celebrare ogni anno una festa di ringraziamento la prima domenica di giugno.

Venne inoltre realizzato un busto di san Nicandro in argento, in seguito rubato e sostituito da una copia identica, che viene portato in processione nel corso della festa. Nel 1933 sotto l'altare maggiore della chiesa di San Nicandro si rinvenne la tomba con i resti del santo, da cui si origina la "santa manna" a scadenze fisse, per cui la cripta della chiesa è divenuta meta di pellegrinaggio.

Attualmente le festività si iniziano il 17 maggio, quando si apre il mese dedicato ai santi, con una processione di andata e ritorno dalla chiesa dell'Annunziata al convento di San Nicandro. La festa vera e propria viene invece celebrata al 16 al 18 giugno, con spettacoli e processioni. Il 16 Giugno si tiene una processione col busto di San Nicandro e le reliquie dalla chiesa dell'Annunziata alla chiesa del santo, dove rimangono per tutti i festeggiamenti e dove il giorno seguente si celebra la messa pontificale, a cui partecipano il vescovo e le autorità civili e religiose La festa culmina con la processione del 18 con la quale le statue dei tre santi vengono riportate dalla chiesa di San Nicandro a quella dell'Annunziata, durante la quale, nelle varie fermate, si canta l'inno corale dei santi martiri e che si svolge fino alla mezzanotte.

* Il 1 maggio si celebra la festa della Croce, sulla cima del monte, con messa e pranzo all'aperto.
* La domenica di Pentecoste si celebra la Madonna delle Rose, festa di quartiere, presso la chiesetta omonima.
* Il 13 giugno si svolge la processione di sant'Antonio di Padova per il centro storico.
* Il 1 e il 2 luglio presso la chiesetta della zona du "Colle" si festeggia la Madonna delle Grazie, festa di quartiere.
* Il 15 e il 16 luglio si festeggia la Madonna del Carmelo con fuochi pirotecnici nel laghetto e la processione del 16,.
* Il 23 settembre si festeggia san Pio da Pietrelcina presso il convento di San Nicandro.
* L'11 novembre si festeggiano i santi Martino e Nicola presso l'omonima chiesa, festa di quartiere.

Tra le tradizioni troviamo i Favor r' Sam Giuseppe, il 19 marzo e i Cummìt ovvero la pasquetta Venafrana che si tiene il martedì dopo Pasqua, perché il lunedì in Albis si celebra il Pontificale nella Cattedrale, altra tradizione religiosa di Venafro.