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Vasto
Abruzzo

Vasto è un comune italiano di 39.000 abitanti in provincia di Chieti. È la settima città in Abruzzo per numero di abitanti.

ETIMOLOGIA
Vasto è l'Histonium della Roma antica, di cui rimangono antichi resti, molti in fase di scavo, nel centro storico. La leggenda narra che Diomede, Re d'Etolia, guida degli Illari, dopo l'assedio di Troia, si esiliò volontariamente dalla sua Patria e sbarcò con le sue genti nell'Italia Meridionale dove fondarono diverse città tra cui Histon (scelse questo nome perché gli ricordava il monte Histone di Corfù). Il nome odierno deriva, dall'epoca longobarda, da Guasto d'Aimone. Guasto a sua volta deriva da gastaldato (un abbozzo di provincia odierna). Guasto si è poi modificato nel tempo e nei documenti catastali e comunali in Uasto e poi in Vasto. Il nome completo della città è in effetti "Città Del Vasto" (città del gastaldo). In virtù di tale denominazione la "Città Del Vasto" dunque richiede l'articolo deteminativo maschile (in tutto il mondo solo Il Cairo (Egitto) ed Il Pireo (Grecia) possiedono tale caratteristica)

MONUMENTO A GABRIELE ROSSETTI
Poeta esule e patriota situata nell'omonima piazza, nel centro storico.

MONUMENTO ALL'EMIGRANTE
Sito in Piazza Belvedere Romani, opera dello scultore ortonese Aldo D'Adamo.

MONUMENTO ALLA BAGNANTE
Sulla scogliera a Vasto Marina.

CASTELLO CALDORESCO (o di Caldora)
Edificato nella prima meta' del secolo XV su una preesistente struttura dal signore di Vasto Giacomo Caldora, il castello sostenne nel 1464 un assedio durato tre mesi contro le truppe di re Ferdinando I d'Aragona. Adibito a tribunale e a carcere tra 1605 e 1697, restaurato e rafforzato nel 1713, è stato utilizzato verso la meta' dell'Ottocento come abitazione per privati. Il complesso presenta una pianta quadrilatera determinata da quattro Castello Caldorescofabbricati a base scoscesa disposti intorno ad un cortile rettangolare. Ai potenti bastioni cilindrici originali sono state aggiunte nel 1439 tre punte sporgenti quadrangolari. Risultano ancora visibili nelle mura le cannoniere e le feritoie per le colubrine. Il Castello Caldoresco, edificato sulla collina su cui si adagia la città alta, in un punto da cui si domina la marina, è un monumento dalla lunga e articolata storia costruttiva. All'impianto originario, risalente alla fine del XIV secolo e inizi del seguente, sarebbe da ascrivere la prima struttura a pianta quadrata con torri angolari cilindriche (ne rimangono solo due), articolata intorno ad un cortile centrale, secondo un modello risalente all'architettura militare svevo-angioina. In seguito a distruzioni subite dalla popolazione vastese nel corso dei tumulti del XV secolo, il castello venne fortemente rimaneggiato sul finire dello stesso secolo da Castello CaldorescoInnico D'Avalos , al quale si devono molti degli interventi che hanno conferito alla costruzione l'aspetto attuale. In questo periodo infatti, il forte viene trasformato e rinforzato da grandi bastioni angolari a mandorla (oggi ne rimangono solo tre dei quattro originari) e irrobustito da più spesse cortine murarie, coronate da apparato a sporgere continuo su beccatelli. L'adozione dei bastioni a mandorla, indica la volontà del committente di "aggiornare" la costruzione secondo le più recenti ed efficaci tecniche difensive: questo tipo di rinforzo angolare è infatti particolarmente resistente agli assalti, attenuando fortemente la vulnerabilità di questi punti. Oggi il forte si presenta dunque come un monumento "palinsesto", con le bastionature aragonesi che avvolgono il precedente nucleo angioino e con superfetazioni e sopraelevazioni esterne, iniziate a partire dal XVIII secolo, che hanno via via privato la struttura del suo uso e dunque del suo aspetto militare, per adeguarlo alle funzioni residenziali. Oggi il Castello Caldoresco è in parte adibito a scopi residenziali, in parte ad uso commerciale.

CASTELLO ARAGONESE
Sulla ex statale 16, nei pressi della chiesetta di San Michele.

CASTELLO DI MIRAMARE
Si trova nel centro, sotto la Villa comunale.

CATTEDRALE DI SAN GIUSEPPE
La chiesa di San Giuseppe è la "Cattedrale" di Vasto. La sua storia risale a molti secoli fa, quando era annessa al convento degli Agostiniani. Ci sono delle date certe: dal 1266 al 1271 qui studiò il Beato Angelo da Furci che poi si trasferì a Parigi per perfezionare gli studi. Un'altra data certa è quella del 1293, riportata sulla lunetta della facciata,che indica il nome di chi ha ricostruito il portale che ancora oggi possiamo ammirare.Mentre il grazioso campanile barocco risale al 1730. Nel 1808 a causa dei continui litigi tra le parrocchie di S.Maria Maggiore e di San Pietro, la chiesa, che cambiò il nome in S. Giuseppe, fu innalzata a "Collegiata insigne" e accolse tutti i preti della città. Il 23 luglio 1853 fu elevata a "Cattedrale" della ripristinata diocesi Vastese. Nel 1890 la chiesa venne completamente ricostruita in stile gotico.Dalla chiesa medievale rimane solo il portale duecentesco su cui venne inserito nel 1928 il caratteristico rosone. Nei secoli scorsi quasi nessuno aveva un orologio in casa,era il Comune che provvedeva ad installare un orologio pubblico a servizio di tutti i cittadini. Si trattava di orologi meccanici,posti nei palazzi municipali, che suonavano rintocchi di campana per scandire l'ora o le frazioni di ora. Nel 1814 il Comune di Vasto decise di trasferire l'orologio dal Palazzo di Città al campanile di San Giuseppe.Da allora gli orari della vita cittadina, l'inizio del lavoro o della scuola, sono scanditi da questi rintocchi che puntualmente suonano ogni quarto d'ora. Il suono è abbastanza forte e giunge anche nelle campagne circostanti.

SANTA MARIA MAGGIORE
S. Maria Maggiore è la chiesa più cara ai vastesi. Le sue origini sono antichissime,non è escluso che il sito era prima occupato da un tempio romano,poi da una fortezza (la zona veniva chiamata "Castellum"), infine dalla chiesa di S. Eleuterio.le prime notizie vengono dal nono secolo dopo Cristo. La chiesa aveva la sola navata centrale con il tetto con le travi di legno. Nel 1234 venne aggiunto a destra un grande porticato,quasi sicuramente per far sostare i poveri infermi prima del loro ricovero all'interno dell'ospedale annesso alla chiesa. Nel 1331 fu costruita la torre campanaria a base quadrata. Nel '500 con l'arrivo dei Marchesi d'Avalos la chiesa accrebbe il suo prestigio. Il 1° agosto 1566, però, fu distrutta dalla furia devastatrice dei turchi guidati da Pialì Pascià, e solo la grande generosità della famiglia d'Avalos permise di ricostruire di nuovo la chiesa. Nello stesso secolo, il Marchese Francesco Ferrante II d'Avalos donò alla chiesa di S. Maria Maggiore la Sacra Spina. Nel 1645 un nuovo incendio distrusse completamente l'edificio, ma per fortuna la Sacra Spina fu salvata da uno schiavo turco.Nel 1785 si decise di ingrandire la navata centrale e di costruire le due navate laterali.Nel 1826 si avviò la costruzione della grandiosa cupola. Nella navata di destra ci sono le tombe dei d'Avalos e delle altre famiglie nobili di Vasto. Nella cripta riposa il corpo di San Cesario. Nella chiesa vengono conservate molte opere d'arte - tra cui i pregevoli dipinti attribuiti a Paolo Veronese, alla Scuola di Tiziano, a Francesco Solimena; calici, reliquari antichi e un prezioso e raro organo del 1700.

MANIFESTAZIONI
Ogni anno si svolge a Vasto la rievocazione storica chiamata il "Toson D'Oro".La manifestazione è stata ideata dall'arch. Francescopaolo D'Adamo per ricordare i fasti della famiglia d'Avalos.L'ordine del "Toson D'Oro" fu fondato nel 1429.In tre secoli divenne la più alta onorificenza in Europa e veniva conferita soltanto ai re, ai principi realied ai personaggi della più illustre nobiltà europea.Nel 1723 il Marchese Cesare Michelangelo D'Avaloc ricevette l'incarico, da parte dell'imperatore Carlo VI d'Asburgo, di consegnare in prima persona la collana del Toson D'Oro al principe Fabrizio Colonna, capo della storica famiglia romana. Il Marchese volle fare la cerimonia a Vasto, piccola capitale del suo stato feudale, per mostrare all'ospite romano ed ai molti nobili invitati le ricchezze della sua casa e le magnificenze di cui amava circondarsi.Le cerimonie e le feste si svolsero a Vasto dal 23 ottobre al 2 novembre 1723.Il 23 ottobre il principe romano Fabrizio Colonna giunse a Vasto con un corteo di 186 cavalli tutti riccamente bardati.All'arrivo fu accolto dagli spari e salve dei 57 pezzi di artiglieria del castello, del suono festoso delle campane, dallo scoppio dei mortaretti.La mattina di domenica 24 ottobre 1723 avvenne la cerimonia di consegna (detta "collazione") del Toson d'Oro nela camera di udienza di Palazzo d'Avalos.Il Principe Colonna inginocchiato,promise fedeltà e ricevette dal Marchese la collana del Toson d'Oro.Seguirono il Te Deum del Coro, il suono delle campane, lo sparo delle artiglierie del castello, le scariche a salve delle truppe ammassate nelle piazze circostanti.Nel frattempodalle finestre e dal balcone centrale di Palazzo d'Avalos vennero "gettate al popolo gran quantità di pane, formaggi, salame e altri commestibili", mentre le sei cannelle della fontana grande (allora davanti S.Giuseppe,ora in piazza Barbacani), versarono vino bianco e rosso per 5 ore consecutive.Fuori dal Palazzo i festeggiamenti popolari proseguirono con i giochi della cuccagna e della tombola, il "lauto rinfresco a tutto il popolo", l'incendio di una macchina pirotecnica.A sera ancora musica.E da tutte le finestre del Palazzo si accesero centinaia di torce di cera lasciate poi ardere interamente.

ORIGINI E CENNI STORICI
Secondo le tesi storiche i primi insediamenti risalgono a diversi secoli prima della venuta di Cristo.- 1184 a.C. (10 anni dopo la fine della guerra di Troia). Verso il V secolo a.c. vi si insediarono i Frentani, antica popolazione italica di origine sannitica dedita al commercio della lana. Histon in seguito alla guerra sociale del I secolo a.c. (91-88 a C.) divenne Histonium (deriva dal dal greco iston che vuol dire tela di lana) e fu elevato a municipio romano (potendo oggi vantare sul proprio stemma la dicitura VASTUM OLIM HISTONIUM ROMANUM MUNICIPIUM) e durante l'età imperiale acquisì importanza e prestigio. Oggi la città presenta ancora l'antica struttura romana, a trama viaria ortogonale nella parte nord, apparendo infatti evidente il Decumano massimo e il cardine principale inglobate dalla cinta muraria medioevale di cui resta la porta (santa Maria) ed un torrione cilindrico (di Bassano). La città romana vantava il campidoglio, le terme e numerosi templi e ville augustee oltre ad un anfiteatro (celato sotto piazza Rossetti). La frana del 1956 ha cancellato le numerose tracce di antichità esistenti nella parte orientale. Nel tardo impero cominciò il declino durante il quale venne continuamente esposta a dominazioni e saccheggi, dapprima dai longobardi con Teodorico il quale lo fece aggregare al ducato di Benevento come gastaldato, e poi nell'802 venne distrutta dai franchi di Pipino il Breve, guidati da Guasto d'Aimone duca di Dordona. Una parte del terreno venne poi assegnata in premio allo stesso Guasto d'Aimone, il quale rapito dall'incantevole luogo decise di fondare sulle rovine di Histonium una città che prese il suo nome. Un'altra parte venne data a un Gisone (da cui Guasto Gisone). Fu coinvolto in un fiume turbinoso di vicende di guerre e passò sotto vari feudatari, dal secolo IX al secolo XIV: splendore e decadenza si avvicendarono con un ritmo sconcertante. Tra il X e il XII secolo venne devastato dai Saraceni e dagli Ungari fino a quando la città divenne possedimento dell'Abbazia di San Giovanni in Venere dal 1041 al 1271. La città venne saccheggiata anche dai Crociati nel 1194 e dai Veneziani nel 1240. Nel 1177 Papa Alessandro III rimase a Vasto, costretto da una tempesta, per un mese (dal 7 febbraio al 9 marzo) fino al giorno delle Ceneri. In riconoscenza all'ospitalità offerta il 12 dicembre dello stesso anno Papa Pio VI concesse alla città l'indulgenza plenaria in forma di Giubileo che si celebra tutt'oggi la terza domenica di gennaio di ogni anno presso la chiesa di Sant'Antonio da Padova dal 1956 (anno in cui ci fu la frana che interessò la chiesa di San Pietro ove fino ad allora veniva celebrato il "Beneficium"). Nel 1385 vennero fuse Guasto d'Aimone e Guasto Gisone per disposizione di Carlo III di Durazzo. Si impadronirono del Vasto dapprima i Caldora (a cui si devono: il castello caldoresco, la torre di Bassano, la torre Diomede de Moro e la Torre di Santo Spirito), poi i Guevara e poi i D'Avalos. Il feudo poi passò nuovamente nelle mani dei Caldora, dei Guevara per poi essere infeudato nel 1496 a Roderigo D'Avalos la cui famiglia la tenne poi fino al 1798. I D'Avalos nobile famiglia spagnola vi trasferirono il fasto della corte iberica e costruirono uno splendido palazzo: il palazzo D'Avalos (distrutto dai turchi nel 1566 e poi ricostruito in stile rinascimentale). La città per la sua bellezza venne chiamata l'Atene degli Abruzzi. Il 29 marzo 1710 Carlo III d'Austria, con suo diploma concede a Vasto il privilegio del titolo di "Città". La rivoluzione francese, i moti e l'instaurazione della monarchia napoleonica ebbero notevole influsso sulla vita della città e Vasto fu la prima città d'Abruzzo che, il 4 settembre 1860, dichiarò decaduto il Regno Borbonico innalzando il Tricolore di Garibaldi e di Vittorio Emanuele. Nel 1938, in epoca fascista, Vasto venne ribattezzata ufficialmente Istonio, con un chiaro riferimento al suo antico nome latino, Histonium, e mantenne tale denominazione fino all'autunno del 1944.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 35.362 (M 17.187, F 18.175)
Densità per Kmq: 500,5

Numero Famiglie 12.465
Numero Abitazioni 16.980

CAP 66054
Prefisso Telefonico 0873
Codice Istat 069099
Codice Catastale E372

Denominazione Abitanti vastesi
Santo Patrono San Michele Arcangelo
Festa Patronale 29 settembre

Il Comune di Vasto è:
Località balneare segnalata con una vela nella Guida Blu di Legambiente
Bandiera Blu delle Spiagge 2007 (Marina di Vasto e Punta Penna)

Il Comune di Vasto fa parte di:
Associazione Città del Pane

Comuni Confinanti
Casalbordino, Cupello, Monteodorisio, Pollutri, San Salvo

Il comune è gemellato con
Perth (Australia)

 
BI ALIMENTA - FARA SAN MARTINO (CH)