Rosciano
è un comune della provincia di Pescara in Abruzzo.
Nella frazione Villa Badessa (in lingua arbëreshë
Badhesa) è presente l'unica comunità
Arbëreshë (Italo-Albanese) dell'Abruzzo,
che conserva in parte l'uso della lingua "arbereshe"
e il rito bizantino greco, secondo l'anno liturgico
orientale. Il Comune di Rosciano è famoso in
Abruzzo ed in Italia per la sua vocazione territoriale
alla produzione di vino e olio extravergine d'oliva
di qualità. Il Comune è parte delle
Città del Vino d'Italia. Per le sue bellezze
artistiche, per la bontà dei suoi vini (nel
territorio sono presenti alcune delle più rinomate
aziende vitivinicole abruzzesi) e dei prodotti tipici.
DA VEDERE
Nel centro storico si possono ammirare la chiesa dell'Assunzione
della Beata Vergine Maria (detta anche di sant'Eurosia,
patrona del paese), con tele del seicento e del settecento,
fra le quali tre tele di Nicola Ranieri da Guardiagrele
datate 1774 ed una Madonna del Rosario col papa Pio
V di fattrice manieristica datata 1581. Vi si trova,
inoltre, la graziosa chiesetta di San Nicola, che
conserva una preziosa serie di affreschi rinascimentali
della scuola di Andrea De Litio, il principale artista
abruzzese del quattrocento. A Villabadessa si può
ammirare la chiesa di rito bizantino greco che fu
costruita intorno alla seconda metà del XVIII
secolo e rappresenta il simbolo religioso delle comunità
Albanesi dell'Italia peninsulare. La chiesa di Villa
Badessa conserva una ricca collezione di icone bizantine
e post bizantine, tanto da essere considerata una
delle principali raccolta artistiche di icone dell'Europa
Occidentale. Di recente è stato pubblicato
il primo catalogo delle icone badessane, che è
già presente in tutte le principali università
e musei d'Italia e d'Europa. Vi funziona un piccolo
museo comunale sulle tradizioni culturali arbëreshë
e sul rito religioso greco-bizantino.
MANIFESTAZIONI
Il Comune di Rosciano è denominato anche Terra
del Gusto e di Cultura. Il paese è ricco di
feste e di tradizioni popolari. Fra queste si ricorda
la rappresentazione de Lu Sant'Andonie che si svolge
in onore di Sant'Antonio abate presso la frazione
Villa San Giovanni.
ORIGINI E CENNI STORICI
Abitato sin dal neolitico (come testimoniano reperti
rinvenuti nelle località Coccetta e Piano Ciero),
e probabilmente vicus romanus (lo dimostrano l'impianto
in laterizio che funge da basamento alla torre del
castello, nonché vari oggetti scoperti nel
territorio (tra i quali un sarcofago, suppellettili,
armi), l'area di Rosciano vide l'insediamento di una
fara longobarda, posta ai confini meridionali del
ducato di Spoleto lungo la riva sinistra del fiume
Pescara. Del periodo longobardo restano vari reperti,
come un pettine in osso lavorato, venuto alla luce
da una sepoltura presso Villa Oliveti ed una necropoli
in località Piano Fara più varie sepolture
lungo il tracciato del Tratturo, ma anche diversi
toponimi come Piano Fara, Colle della Guardia e S.
Giovanni alla Pescara, quest'ultimo in riferimento
alla chiesa edificata dai longobardi ai piedi del
colle sul quale, nella seconda metà del secolo
XI, Achille Valignani, Duca di Vacri, fece costruire
una torre con la funzione di testa di ponte per le
schiere normanne in movimento alla volta del comitato
pinnense. Intorno a questo elemento fortificato, poi
ampliatosi nell'attuale castello, le popolazioni della
fara e quelle circonvicine crearono il primitivo nucleo
abitato di Rosciano. In esso sono situate costruzioni
molto antiche, come il castello medioevale con la
torre detta "dei Paladini", edificata dai
normanni, il cui primo comandante militare, Roscio
da Montechiaro, ha dato il nome al paese. Aggregati
inizialmente alla contea normanna di Manoppello, il
feudo e, soprattutto, il castello di Rosciano diedero
ricovero ai più temibili e famosi capitani
di ventura del tempo (Roscio da Montechiaro, poi Minuccio
dell'Aquila, Giovanni Caldora, Muzio Attendolo Sforza
e suo figlio Francesco, duca di Milano, che guadagnarono
al luogo l'epiteto di "Rocca dei Capitani".
Testimonianze della storia del territorio possono
essere rintracciate anche negli antichi libri catastali
del XVII e del XVIII secolo, ancora ben conservati
presso la sede comunale e studiati quali importanti
fonti per la storia del paese. Nel corso del XVIII
e del XIX secolo furono aggregate all'originaria Universitas
Terrae Rusciani le attuali frazioni Villa S. Giovanni
(già Commenda di San Giovanni Gerosolimitano
per l'Ordine di Malta), Villa Oliveti (già
feudo benedettino di S. Liberatore a Majella nella
diocesi di Montecassino) e Villa Badessa. Quest'ultima
è un'isola etnico e linguistica Arbëreshë.
Sebbene questa lingua sia ormai scomparsa nel parlato
quotidiano, tuttavia permane nella ritualità
liturgica: vi è situata, infatti, una chiesa
di rito bizantino greco che fa capo all'Eparchia di
Lungro, in Calabria. Provenienti dalla Morea, Corfù
e dalla coste dell'Epiro meridionale, le genti badessane,
giunte in Abruzzo per fuggire la dominazione turco
ottomana, furono stanziate nelle terre di Rosciano
nel 1743, grazie al beneplacito del re Carlo III di
Borbone.