Moscufo
è un comune della provincia di Pescara in Abruzzo.
Moscufo ospita rigogliosi uliveti e numerosi frantoi
formando con i comuni di Pianella e Loreto Aprutino
il cosiddetto "triangolo d'oro dell'olio".
Si tratta di un'area le cui caratteristiche geomorfologiche
e microclimatiche consentono la produzione di olio
extravergine Aprutino Pescarese dalle straordinarie
qualità chimiche e organolettiche. Spesso d'estate
si tiene una sagra dedicata al rinomato olio. È
proprio a Moscufo, inoltre, che ha sede Universal
Caffè, azienda abruzzese che opera nel settore
della torrefazione del caffè.
ETIMOLOGIA
Sull'origine del nome "Moscufo" non c'è
chiarezza. Potrebbe derivare da Moscosus, oppure da
Muskulf, nome di un capo longobardo che aveva posto
il suo accampamento sul pianoro di Contrada Santa
Maria, dove oggi c'è il cimitero e l'abbazia
di Santa Maria del Lago. Pare ci sia un toponimo uguale
nell'Hannover. Nel dialetto originario, correntemente
parlato e compreso dai residenti fino al 1970 circa,
il nome del paese è Meuscuf dove la o iniziale
è sostituita da un suono molto simile al dittongo
francese eu in sillaba aperta e l'ultima o è
muta.
ORIGINI E CENNI STORICI
Diverse sono le tracce del passato di Moscufo. Sembra
che l'antico pagus romano fosse centrato intorno all'abbazia
di Santa Maria del Lago, quindi più a sud dell'antico
paese, come hanno testimoniato i frequenti ritrovamenti
in quelle zone di monete romane e altri reperti. L'attuale
conformazione del paese a borgo fortificato sarebbe
di epoca carolingia. La natura di Moscufo come antico
borgo fortificato è testimoniata dalla toponomastica:
le due entrate del paese sono ancora soprannominate
porta cieca e porta furia, e c'è una via del
Castello. Inoltre rimangono ancora in piedi parte
dalle mura, oltre che un bastione in cotto verso la
valle del Tavo. Fuori il paese, in campagna, ci sono
ancora alcuni torrioni di avvistamento spuntati durante
le incursioni turche (la casa-torre più vicina
è datata da una maiolica al 1527).
SANTA MARIA DEL LAGO
Il monumento di maggior rilievo di Moscufo è
però la bella chiesa romanica di Santa Maria
del Lago. La chiesa, anticamente detta così
per via della vicinanza del bosco (Lucus) era un'abbazia
benedettina, come testimoniano le aperture laterali
a forma di ogiva verso il chiostro. La facciata, estremamente
spoglia e semplice, introduce a un interno elegante
e sobrio, con eleganti affreschi del XII secolo, parzialmente
sbiaditi dal tempo e dalla sovrapposizione di altre
pitture. Ma il vero capolavoro della chiesa è
l'ambone policromo, del maestro Nicodemo da Guardiagrele,
bellissimo esempio di scultura romanica. Scolpite
in rilievo sull’ambone vi sono storie veterotestamentarie
(tra le quali: Davide – o Sansone? - che uccide
il leone, Davide che affronta l’orso, Giona
inghiottito dal pesce, Giona rigettato dal pesce);
storie di Santi (San Giorgio che uccide il drago);
figure allegoriche; animali fantastici; deformi figure
umane come telamoni. In dimensioni maggiori e in rilievo
molto più accentuato sono scolpiti i simboli
del Tetramorfo. L'opera inoltre è firmata e
datata (1159). Le ampie tracce di policromia ancora
visibili fanno di questo pregevolissimo monumento
- tra i maggiori d'Abruzzo, ma di rilievo senza dubbio
nazionale - una rara testimonianza dell'uso di dipingere
le sculture, un tempo molto diffuso ma oggi difficilmente
visibile a causa del degrado del colore. La stessa
chiesa ospita ancora una pregevole Madonna con Bambino
del 1465 circa, tavola di Andrea De Litio, massimo
pittore abruzzese del suo tempo. L'attiguo cimitero,
di fondazione napoleonica, vale una visita perché
i moscufesi hanno replicato le amatissime forme di
Santa Maria del Lago per le proprie cappelle funebri,
disegnando uno scenario assolutamente caratteristico.
DA VEDERE
La chiesa parrocchiale dedicata a San Cristoforo sorge
nel cuore del paese di fronte al palazzo comunale.
Nel 1324 questa chiesa figurava già soggetta
al pagamento delle dècime della Curia romana,
ma l'attuale costruzione risale al XVII secolo. La
monumentale facciata, tutta in laterizio, rivela chiaramente
il carattere barocco, infatti fu costruita nel 1607.
La forte muraglia è vivacizzata da lesène
sporgenti e arretrate poggiate su alti basamenti e
da aggetanti cornici. Il semplice portale è
chiuso da battenti in legno dello stesso carattere
barocco; nella lunetta soprastante ha risalto lo stemma
municipale. Un ampio frontone curvilineo conclude
la zona mediana della facciata, mentre il coronamento
a fronte triangolare è classicheggiante. L'interno,
ampio e luminoso, è ad unica navata su pianta
rettangolare a spigoli arrotondati. Ricco è
l'ornamento scultoreo con varietà di stucchi;
in gran parte eseguiti da Ambrosio Piazza: opulenti
festoni, angioletti in atteggiamenti diversi, a tutto
tondo e ad altorilievo, svolazzano sulle pareti, sugli
archi, sugli altari laterali, creando un piacevole
movimento. Negli angoli concavi sporgono pulpiti convessi
a creare maggior movimento e contrasti tra spazi ricurvi
dove si aprono anche nicchie recanti statue di santi.
La zona presbiteriale è cartatterizata da un
profondo arco a tutto sesto, riccamente ornato da
stucchi; sulla parete di fondo la grande tela raffigurante
San Cristoforo, incorniciata da rilevi in un festoso
barocco. Ai lati dell'altare maggiore, due grandi
tele: "San Vincenzo De Paoli" e la "Madonna
Addolorata". Altre di un certo pregio, sugli
altari laterali: "il purgatorio", il "SS.
Rosario", "San Biagio" e il "San
Francesco di Paola". Altre pitture sulla movimentata
volta a botte, in caratteristici riquadri, rappresentano
scene ispirate al libro di Ester; le finestre, anche
esse adornate da stucchi, sono coronate da profonde
lunette. Sotto la finestra mediana che illumina il
presbiterio, due graziosi angioletti reggono lo scudo
con lo stemma di Moscufo. Anche le pareti laterali
seguono un movimento tipicamente barocco: lesène
binate dai ricchi capitelli artisticamente modellati
si inseriscono nel fregio di altorilievi a festoni
che, con l'aggettante cornicione, gira tutto intorno
al perimetro della chiesa. Due eleganti colonne isolate,
poste su alti basamenti, reggono la sinuosa balaustrata
dell'artistico organo in legno addossato alla parete
retrofacciata. Interessanti anche il coro in noce
finemente intagliato e i confessionali realizzati
nel 1778 da Fabrizio De Fabritiis di Orsogna. È
del 1780 il prezioso reliquiario di San Cristoforo,
lavorato in argento. A pochi passi dalla chiesa, sorge
il municipio (palazzo Orsini), restaurato recentemente,
è diventato di nuovo sede del comune di Moscufo.L'edificio,
altro non è, antica dimora della nobile famiglia
Orsini. L'unica nota degna di citazione che emerge
dalla facciata è l'artistico balcone in ferro
battuto a linea sinuosa, che come la chiesa antistante,
ricorda il possente stile barocco. La struttura architettonica
è molto semplice con rafforzamenti angolari
e cornicione di completamento; le finestre sono prive
di ornamenti. Imponente, invece, il portone d'ingresso,
anch'esso restaurato, che reca lo stemma del Comune.
All'interno un piccolo atrio conduce alla scalinata
che immette al piano superiore con i vari ambienti
intercomunicativi; vi sono ancora porte dipinte, dal
carattere settecentesco; poco è rimasto, invece,
della vecchia struttura. Oltre al palazzo Orsini,
altro edificio civile degno di nota è palazzo
Ferri. Uscendo dalla piazzetta nel centro storico,
che coincide con il punto più alto della collina
su cui sorge Moscufo, e scendendo per le strade del
paese, si incontrano via via tutti gli altri edifici
della cittadina. Altra chiesa settecentesca, con grazioso
campanile a cipolla, è la chiesa della Pietà.
Chi sono anche due palazzi interessanti, il Palazzo
Ferri è il Palazzo Orsini.