Città
Sant'Angelo è un comune della provincia di
Pescara in Abruzzo. Appartiene al club dei Borghi
più belli d'Italia. Città Sant'Angelo
è ubicata su di un colle posto a 322 m s.l.m.
ad una decina di km da Pescara. Il territorio risulta
essere uno dei più vasti tra i comuni del pescarese.
Esso ha una connotazione morfologica prettamente collinare
che culmina in un lembo di terra, bagnato dalle acque
del Mare Adriatico, il quale divide i comuni di Silvi
e di Montesilvano distanziandoli per una misura inferiore
al chilometro.
ETIMOLOGIA
Documentato come civita Sancti Angeli, potrebbe derivare
il suo nome dall'antica Angulus, città dei
Vestini (documentata anche come Angelum). Il termine
civita si riferisce al latino civitas, città
o "cittadinanza".
MANIFESTAZIONI
Il Presepe vivente si svolge solitamente la domenica
precedente il Natale, il paese viene illuminato solamente
dalla luce delle torce e la cittadinanza partecipa
numerosa nel ricreare l'atmosfera tipica della Palestina
del I secolo e della natività.
"Festa in Corso" è, di norma, una
festa di tre giorni che si svolge il primo fine settimana
dopo ferragosto in cui numerosi gruppi musicali (provenienti
da tutta Italia e talvolta anche dall'estero) esprimono
il proprio genere suonando negli angoli caratteristici
del paese.
La Sagra dell'Uva consiste in una sfilata di carri
allegorici che ricorda la tradizione contadina del
paese. La sfilata viene aperta da un carro trainato
da due buoi che trasporta il personaggio del dio Bacco
accompagnato da Arianna.
"Borghi Incantati" si svolge nella prima
settimana di agosto dove vari artisti di strada si
esibiscono per le vie e le piazze del paese.
"Estate Angolana" (anche se ormai da anni
non viene più attuata) consiste in rappresentazioni
teatrali nei luoghi suggestivi del paese (piazze e
giardini) a partire dal mese di giugno sino a settembre.
In occasione della festività del carnevale
si svolge l'ormai classica sfilata a tema delle varie
contrade per le vie del paese; la manifestazione è
un richiamo per tutte le persone della provincia.
Il carnevale di Città Sant'Angelo ha radici
antiche e ruota attorno alla figura di "'Ndirucce"
(al secolo Antero De Tollis), personaggio realmente
esistito alla fine dell'Ottocento che svolgeva il
lavoro di calzolaio, ed animava il carnevale paesano
salendo in cattedra nella piazza principale e sfoggiando
i suoi "ttavitte", sonetti in rima baciata
e con ritmo e musica particolare coi quali 'Ndirucce
riportava i fatti di cronaca scandalistica cittadina,
malefatte, contestava le disposizioni amministrative
comunali e prendeva in giro vari personaggi. Oltre
al titolo di vincitore, la giuria del carnevale delle
contrade assegna anche un premio alla contrada che
realizza li ttavitte che nel complesso risultano i
più belli, pungenti, umoristici.
ENOGASTRONOMIA
Considerando la posizione geografica del comune è
possibile assaporare sia la cucina di terra che quella
di mare. Le colline angolane ricoperte di vigneti
ed oliveti offrono degli ottimi prodotti in particolar
modo il vino Montepulciano d'Abruzzo. Nelle famiglie
della zona è possibile mangiare prodotti tipici
della gastronomia abruzzese come i maccheroni alla
chitarra, la pasta alla mugnaia, gli immancabili arrosticini
(spiedini di pecora), il cace e ove (letteralmente
formaggio ed uova con carne di agnello), le neole
i cagionetti ed il fiadone.
DA VEDERE
Di importante rilievo artistico è la Collegiata,
dedicata a San Michele Arcangelo, ornata in facciata
da un campanile alto 48 metri. Costruita anteriormente
al Mille, fu ricostruita nel Trecento: il portale,
decorato con un ciclo di figure simboliche è
del 1326. Conserva notevoli resti di un pulpito alto-medioevale
in pietra, databile tra il VII e VIII secolo. La tomba
di Amico di Buonamicizia, Vescovo della Diocesi di
Atri-Penne, e il portico sono quattrocenteschi. Il
sarcofago, addossato al muro, è sviluppato
in senso plastico su più piani. Quello centrale
è occupato dall'immagine del defunto e da una
lunga iscrizione che ne riassume la vita. La fabbrica
continuò ad essere ampliata nel Rinascimento:
il campanile, a base quadrata con un tamburo poligonale
sormontato da una cuspide, è derivato da quello
del Duomo di Atri, e fu rimaneggiato dopo il terremoto
del 1706. La chiesa di San Francesco costruita nel
1300, si trova lungo il corso principale del paese
ed è inserita in un ampio edificio conventuale
oggi occupato nella massima parte dagli uffici del
Comune; la chiesa rimaneggiata nel tempo a seguito
dei terremoti del 1706 e 1730 ha uno stile leggermente
barocco con pavimento a mosaico di diverse forme e
colori con disegni floreali, la torre campanaria a
pianta quadrata ne esalta la parte più antica
edificata chiaramente in epoca quattrocentesca. Santa
Chiara, a pianta inconsueta ha la forma di un triangolo
equilatero inserito in un cerchio su cui poggia la
cupola è certamente quella che più di
altre ha avuto meno modifiche nel corso degli anni
come è avvenuto con altre chiese cittadine,
la struttura architettonica di epoca seicentesca risulta
collocata in uno spazio obbligato addossato ad un
precedente edificio fortificato, l'esigua dimensione
della struttura fa pensare che fosse adibita a cappella
privata per le Clarisse che ne occupavano l'attiguo
Convento. Sant'Agostino, a navata unica alle cui pareti
sono stati addossati quattro altari ornati di stucchi
e bassorilievi è attualmente adibita ad Auditorium;
è ipotizzabile che nella zona retrostante la
chiesa fosse, preesistente alla distruzione della
città nel 1239, presente un castello. Tali
ipotesi vengo fatte in considerazione del toponimo
originario dell'antistante via " strada del castello",
dal fatto che il luogo sia il più elevato della
città e che sono stati ritrovati scritti in
cui si accenna ad una donazione regia nel 1314 ai
frati dell'ordine degli Eremitani di Sant'Agostino
per la costruzione del convento. San Bernardo costruita
nel XIV secolo ha all'interno una cripta con alcune
decorazioni e due arcate che ne identificano l'originaria
costruzione del 1300 successivamente la chiesa fu
ceduta ai frati Riformati di San Bernardo i quali
iniziarono subito la costruzione del convento; l'attuale
chiesa fu progettata intorno alla seconda metà
del Settecento con modifiche strutturali radicali.
Nelle immediate vicinanze dell'Auditorium si trova
la Chiesa del Salvatore o di San Liberatore, di modeste
dimensioni a navata unica, fu ricostruita nel 1788
con successivo restauro nel 1850 si presenta con una
facciata classica con finestra centrale hai lati della
quale sono state situate due nichhie che ospitano
le statue in gesso raffiguranti l'Immacolata ed il
Salvatore; è ancora visibile l'interessante
torre campanaria ormai distrutta di palese ispirazione
borrominiana. Fuori dalle antiche mura, di cui restano
preservate le quattro porte chiamate Porta Borea (o
Licina), Porta Casale, Porta Sant'Egidio e Porta Nuova,
sorge sul colle di Santa Chiara vicino al presidio
sanitario locale la Chiesa di Sant'Antonio da Padova
originaria del XIII secolo. Essa ha all'interno una
serie di decorazioni Barocche animate da nicchie,
edicole ed arredi sacri il tutto decorato di stucchi
con tonalità giallo, rosa ed azzurro; qui vengono
conservate una reliquia del Santo donato dalla Basilica
di Padova e le reliquie di San Felice martire. Di
sicura importanza sono presenti nella periferia e
nelle campagne del paese la Chiesa della Madonna della
Pace, la Chiesa di Sant'Agnese, la Chiesa dell'Annunziata
tutte situate nelle omonime contrade nonché
la Chiesa di Sant'Antonio nella frazione di Villa
Cipressi e quella di Sant'Agostino (di recentissima
costruzione) a Marina di Città Sant' Angelo.
Altresì visitabile nella stessa area i Palazzi
Comunali ed il Teatro Comunale, antico edificio ecclesiale
trasformato in refettorio del convento francescano
ed adibita dal 1856 alla sua attuale funzione nonché
il Cisternone, esempio di cisterna pubblica del XIX
secolo, accessibile da un cunicolo si trova al di
sotto del giardino comunale.
ORIGINI E CENNI STORICI
Le origini di Città Sant'Angelo sono incerte
ed hanno costituito sempre motivo di discussione storica,
il primo atto ufficiale reperito dove si parla del
comune menziona di una concessione da parte dell'imperatore
Ludovico II che accorda un privilegio al Monastero
di Casauria sul luogo chiamato "CIVITATE S. ANGELI"
dove si trovavano un castello ed un porto ed è
datato 13 ottobre 875. I numerosi ritrovamenti archeologici,
decisamente più antichi, tra la foce del Piomba
e quella del Saline, e la presenza di piccoli aggregati
urbani in corrispondenza della località oggi
denominata Marina di Città Sant'Angelo fanno
risalire le origini della città al periodo
romano, quando Angulum, di cui gli abitanti ne conservano
ancora il nome di "angolani", viene nominata
da Plinio il Vecchio nella sua descrizione delle terre
vestine nel libro Naturalis Historia (libro II 12.106);
non è da escludere l'ipotesi di qualche storico
che la Angulum citata fosse invece la vicina Spoltore.
L'abitato vestino-romano, che sarebbe stato ubicato
nel vicinissimo Colle di Sale, fu probabilmente distrutto
nell'alto Medioevo; i Longobardi avrebbero ricostruito
il paese ex novo nell'odierna ubicazione, lasciando,
come traccia della loro presenza, il culto dell'Angelo.
Testimonianze di questo culto sono presenti sia nel
toponimo, sia nello stemma comunale, che rappresenta,
appunto, San Michele Arcangelo che uccide il dragone.
È storicamente accertato che fu distrutta nel
1239 da Boemondo Pissone o Pissonus, giustiziere di
Federico II, perché troppo schierati in favore
del Papa Gregorio IX. Successivamente, lo stesso Imperatore
concesse ai superstiti la facoltà di ricostruire
l'abitato in tre casali. Lo sviluppo urbano seguì
tre diversi momenti storici: la ricostruzione, iniziata
dopo il 1240, del nucleo fortificato a semicerchio,
delimitato attualmente da Strada Castello, Strada
Minerva, Via del Ghetto e Via del Grottone; in seguito
con la venuta degli ordini monastici nella prima metà
del XIV secolo si vide l'ampliamento delle chiese
esistenti e la realizzazione di monasteri. Solo nel
XVII secolo si conclude la ricostruzione vera e propria
con il completamento di case e palazzi gentilizi della
borghesia agraria. Questo è il motivo per l'attuale
impianto "a fuso": esso si è costituito,
man mano, grazie a successive espansioni ed aggregazioni
dei nuclei abitativi precedenti, fino a formare un
forte coagulo urbanistico determinando la sistemazione
del centro storico così come ancora oggi lo
vediamo. Detto impianto è attraversato da un
lungo corso, intersecato da una serie di stradine
e vicoli chiusi, denominati in dialetto locale 'li
ruve', entro la cinta muraria e con le porte parzialmente
conservate. Nei secoli seguenti il paese rinacque
fiorente nonostante diversi attacchi di Angioini e
Spagnoli fino alla firma del Trattato di Aquisgrana
del 1748 quando la città passò definitivamente
sotto il Regno di Napoli fino all'Unità d'Italia.
Nel 1815 Città Sant'Angelo unitamente ai comuni
di Penne, Castiglione Messer Raimondo e Penna Sant'Andrea
fu protagonisti delle prime sollevazioni della Carboneria
del Risorgimento Italiano. La rivolta fu repressa
dalle truppe di Gioacchino Murat, guidate dal generale
Pepe, grazie al tradimento di un congiurato ed alla
mancata adesione di diversi comuni che dopo aver dato
il loro parere positivo rimasero quieti. I capi angolani
della rivolta, Filippo La Noce e Domenico Marulli
vennero fucilati a Penne e le loro teste furono barbaramente
esposte sulla porta principale del paese mentre Michelangelo
Castagna, un altro capo della rivolta riuscì
a scappare trovando ricovero dalla sorella nella città
di Atri. Memorie più recenti raccontano la
storia triste della seconda guerra mondiale quando
nell'aprile del 1940 il Ministero dell'Interno inquadrò
e prese in affitto lo stabile dell'Ex Manifattura
Tabacchi per adibirlo ad unico campo di concentramento
della provincia di Pescara con circa 200 posti letto
dove furono carcerati uomini per lo più di
nazionalità jugoslava, ciò nonostante
si legge dalle relazioni inviate alla Prefettura sull'andamento
del campo del bisogno di limitare in maniera più
dura la libertà dei confinati in quanto, nonostante
l'attivo lavoro di vigilanza degli agenti di P. S.,
gli internati riuscivano ad avere rapporti con gli
abitanti del comune di indole troppo ospitali. Il
campo rimase attivo fino all'aprile del 1944, attualmente
oltre ad essere un "Luogo della Memoria"
ospita permanentemente il Museo Laboratorio d'Arte
Contemporanea.