Cappelle
sul Tavo è un comune italiano di 3.981 abitanti
della provincia di Pescara in Abruzzo. Posto su un
colle vicino al fiume Tavo, il paese è dedito
principalmente all'agricoltura. Fino ad un secolo
fa Cappelle Sul Tavo era una frazione di Montesilvano.
DA
VEDERE
- Palazzo Dei Baroni De Landerset
- Chiesa di Santa Maria Lauretana
ORIGINI
E CENNI STORICI
Le notizie più antiche sullabitato risalgono
al XII sec. Le terre, nel seicento, furono coltivate
da una colonia di schiavi. Passò dal governo
dei Figliola al controllo del Comune di Moscufo. Successivamente
passò sotto Montesilvano e divenne comune autonomo
solo agli inizi del 900. Tra le manifestazioni
che ogni anno si ripetono nel paese cè
il caratteristico Palio delle pupe, una
gara tra le contrade del paese nel corso della quale
vengono realizzate delle pupe di cartapesta che vengono
fatte sfilare, danzare e poi bruciare.
IL
PALIO DELLE PUPE
Caratteristica la festa che si tiene tutti i Ferragosto
a partire dal 1976. Consiste in una gara tra le 14
contrade della cittadina nel preparare la pupa più
bella. Le pupe sono fantocci di cartapesta rappresentanti
donne prosperose circondati da una castello ricoperto
di giochi pirotecnici che vengono accesi dando vita
a uno spettacolo di fuochi; le Pupe all'interno sono
cave, per far sì che un ballerino professionista
possa introdurvisi e ballare a suon di mazurka, polka
e valzer mentre la Pupa si accende di vari colori.
Il lavoro inizia nei mesi precedenti nelle varie contrade
del Palio e passa anche attraverso l'allestimento
della sfilata di carri per dimostrare lo spirito di
appartenenza e di collaborazione degli abitanti. Le
vie delle contrade vengono addobbate a festa da stendardi
e bandierine con i colori della pupa per poi essere
attraversate durante la sfilata del pomeriggio di
ferragosto anche da sbandieratori e majorettes. Questo
spettacolo folcloristico e culturale è un ottimo
contributo per la riscoperta e valorizzazione delle
tradizioni e dei valori delle antiche genti d'Abruzzo.
Le
contrade del Palio e i loro colori:
Nome
delle Contrade e Colori
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Lu Quarte da Cape - Bianco, Arancione
Lu Quarte da Pite - Giallo, Blu
La Habbine - Bianco, Verde
La Piazze - Rosso, Blu
La Pignatare - Rosso, Giallo
A Pite a li Coste - Bianco, Blu
La Marianne - Rosso, Verde
Lu Crucifisse - Arancione, Rosso
Lu Cucchione - Bianco, Giallo
Lu Magazzene - Giallo, Verde
Abballe a lu Cucchione - Blu, Azzurro
Ammond'a la Valle - Giallo, Nero
Lu Colle di Barbone - Rosso, Nero
Li Vragne - Blu, Nero
IL
TAVO
Nasce sul Gran Sasso, in località Pietrattina,
a 1.560 m s.l.m., vicino al monte Guardiola (1.828
m), al margine orientale dell'altopiano di Campo Imperatore;
scorre in direzione W-E, SW-NE perpendicolarmente
alla costa.Inizia il suo corso tra le altissime pareti
rocciose del Vallone d'Angora dove le acque delle
sorgenti "Pisciarelli" si aggiungono alle
sue; attraversa la più ampia Valle D'Angri
e, in località Mortaio D'Angri, si insinua
turbinosamente nella stretta forra della Bocca dell'Inferno;
riceve le acque dalla spettacolare Cascata del Vitello
d'Oro, alta 28 metri. Nel Parco Nazionale è
popolato dalla trota fario mentre una grande varietà
di specie animali come la biscia dal collare, il picchio
rosso maggiore, il merlo acquaiolo, la ballerina bianca
e la ballerina gialla, trova un habitat ideale nella
rigogliosa vegetazione della zona ripariale, caratterizzata
da pioppo bianco, nero, salice bianco e salice rosso.
Riceve i primi scarichi inquinanti nella valle sotto
Farindola e le sue contrade, che attraversa su un
letto ghiaioso. Tra le colline subappenniniche fino
a Penne, dove uno sbarramento[1] forma l'invaso artificiale
del Lago di Penne che dal 1987 è Area naturale
protetta. La siccità degli ultimi anni ha lasciato
spesso il lago in secca. Nelle acque rilasciate dalla
diga confluisce il Fosso dell'Acqua Ventina, che proviene
da Penne ed è molto inquinato dagli scarichi.
Il Tavo prosegue attraverso i comuni di Loreto Aprutino,
Pianella, Moscufo, Collecorvino e Cappelle sul Tavo,
un territorio collinare a destinazione agricola e
zootecnica, e la captazione di acqua si fa più
intensa nell'ultimo tratto, dove ci sono industrie
e molte cave di ghiaia. Termina in una pianura alluvionale
in località Congiunti, all'altezza del confine
tra Cappelle sul Tavo e Città Sant'Angelo dove,
unendosi con il fiume Fino, dà origine al fiume
Saline. Il Tavo ha un regime torrentizio, la sua portata
media giornaliera è di 2,97 metri cubi al secondo,
rilevata per un trentennio immediatamente a valle
della diga di Penne, alla stazione di misura di San
Pellegrino. La sempre maggiore captazione delle acque
per uso potabile e l'abbassamento della falda acquifera
causato dalla costruzione del Traforo del Gran Sasso,
negli anni settanta, hanno ridotto fortemente la portata
delle sorgenti (Mortaio d'Angri, Acquasanta, Vitella
d'Oro) che confluiscono nel fiume che, di conseguenza
nei periodi di siccità è quasi privo
di acqua.
Paesaggio
lungo la valle del torrente Mirabello
Principali affluenti, entrambi da destra, sono il
fosso del Canneto, il torrente Mirabello ed il torrente
Gallero, quest'ultimo nasce alle pendici orientali
del Gran Sasso, dal monte Morrone (1315 m), scorre
per 10 km con un andamento meandriforme nell'ultimo
tratto e in località Penne, nei pressi di Castiglione,
confluisce nel Tavo. L'unico affluente di sinistra
di una certa importanza è il fosso Rigopiano,
che nasce nella località omonima ad oltre 1200
m sul livello del mare ed ha portata abbondante e
regolare.