Campobasso
è il capoluogo della Regione Molise e della
provincia omonima. La città è sede arcivescovile
(arcidiocesi di Campobasso-Boiano) e dell'Università
degli studi del Molise. Campobasso è una città
formata da una parte antica assai caratteristica e
pittoresca di origine medioevale, non priva di valori
ambientali e artistici, sul pendio di un colle dominato
dal Castello Monforte, e da una parte più moderna
ed elegante di origine ottocentesca che si sviluppa
sul piano ai piedi del centro più antico. Ai
piedi del castello che domina la città si sviluppa
il borgo medioevale, costituito da vicoli e lunghe
e tortuose scalinate, ai lati delle quali sorgono
case in pietra con ameni cortiletti interni. Interessantissimi
sono i portali delle case più antiche realizzate
anch'esse in pietra locale ricche di decorazioni,
stemmi di famiglie nobili ed elementi allegorici.
La città ottocentesca, denominata centro storico
murattiano, si estende in piano e presenta le caratteristiche
tipiche dello sviluppo urbanistico di quel periodo
storico. Progettato secondo l'ideale della città
giardino, presenta molti spazi verdi ricche di essenze
arboree rare e pregiate (sequoie, cedri del Libano,
ginkgo biloba, abeti rossi, lecci, ecc.), piazze,
nonché fontane e fontanelle dalla quale sgorgano
tutt'ora acque fresche e pure. Ottime le specialità
culinarie del luogo, famoso anche per le vecchie officine
in cui si forgiano i coltelli.
ETIMOLOGIA
Sullorigine del nome Campobasso ci sono molte
ipotesi e poche certezze; tanti sono stati coloro
che con i loro studi e ricerche hanno cercato di trovarne
il significato. Lo Ziccardi, sulla base di alcune
indicazioni storiche di Tito Livio, farebbe risalire
il nome della città al fatto che un certo console
romano Bassi abbia costruito un campo militare da
cui Campus Bassi poi trasformatosi con il tempo in
Campobasso. Il Galanti [3], asserisce che in origine
labitato fosse diviso in due borghi, uno chiamato
Campus de Prata e laltro Campus Bassus. Il primo
insediamento, posto ad una quota più alta,
sarebbe andato distrutto e gli abitanti si sarebbero
trasferiti nellaltro che avrebbe così
dato il nome alla futura cittadina. Secondo il Masciotta[4],
il nome della città deriverebbe da Campus Vassorum,
cioè campo dei vassalli. Nel X e XI secolo
i vassalli erano coloro che abitavano, essendone soggetti,
gli spazi circostanti i castelli del feudatario. Il
Gasdia[5], ritiene più semplicemente che il
nome Campobasso sia in rapporto con la sua posizione
topografica.
ORIGINI
Le origini di Campobasso come centro abitato sono
incerte. Sullaltura che domina lodierna
città era presente un insediamento di controllo
dei Sanniti, di cui ancora oggi si conservano le tracce,
posto a controllo del tratturo. Lo scopo difensivo
del sito è confermato dal ritrovamento, nei
pressi del castello Monforte, di resti di mura osco-sannite
e dal rinvenimento, tra le rovine della Chiesa di
San Mercurio nel 1930, di uniscrizione osca
portante il nome di VALVENNIUS. Tale insediamento
gravitava probabilmente intorno ad un centro più
importante che alcuni storici identificano con Aquilonia
situato su Monte Vairano (nei pressi del Centro di
Ricerca dellUniversità Cattolica del
Sacro Cuore) del quale sono riaffiorate, dopo attente
campagne di scavi archeologici, numerose tracce. A
pochi chilometri da Campobasso poi, in località
Sepino, è presente un altro importante sito
archeologico a testimoniare limportanza che
questo territorio ha avuto in epoca sannita prima
e romana poi. Si tratta infatti delle antiche vestigia
della Saipins sannitica e della successiva Saepinum
romana di cui si conservano molto bene le ampie strade,
le mura, gli archi, le porte, le terme, il foro e
il suggestivo teatro. La storia del territorio di
Campobasso è quindi indissolubilmente legata
a quella dellantico Sannio-Pentro e a Roma.
Le fonti storiche datano latto di nascita di
Campobasso allepoca della dominazione Longobarda
in Italia. Risale infatti allanno 878 un documento
stilato da un monaco della badia benedettina di Santa
Sofia in Benevento in cui si fa menzione di Campobasso
(Campibassi). Questo documento, reperibile come Codice
Vaticano Latino 4939, è il Chronicon
Sancte Sophie ed è stato redatto al tempo
in cui Adelchi era principe di Benevento. Nel periodo
longobardo e successivamente durante legemonia
normanna, Campobasso assume unimportanza economica
sempre crescente riuscendo a diventare la capitale
della Contea sotto la signoria dei De Molisio. Il
fiorire dei commerci e laumentata importanza
amministrativa comportano l ampliamento dellantico
borgo che si espande soprattutto intorno alla chiese
di San Bartolomeo e di San Mercurio. Diverse sono
le connotazioni che il borgo assume nel tempo: CIVITAS,
CASTRUM e UNIVERSITAS HOMINUM. Tra i documenti storici
del periodo compreso tra lanno 1000 e il 1300
spicca la PANCARTA CAMPOBASSANA del 1277
in cui trentadue campobassani denunciarono a Carlo
I d'Angiò le angherie e i soprusi del feudatario
Roberto di Molise. La Pancarta testimonia la notevole
combattività e la tenacia degli abitanti di
Campobasso. Il quattrocento è per Campobasso
unetà doro grazie allintraprendenza
dei Monforte, divenuti i feudatari del borgo. Secondo
alcuni storici i Monforte sarebbero i discendenti
dei Monfort di Francia e dInghilterra, scesi
in Italia al seguito di Carlo DAngiò.
Campobasso e i Monforte costituiscono un binomio inscindibile
nella storia della città. Il personaggio di
spicco dei Monforte fu il Conte Cola detto anche il
Campobasso di cui parla anche Benedetto
Croce[6] . Egli si distinse per le sue virtù
militari durante la lotta di successione al Regno
di Napoli tra Angioini e Aragonesi. Cola batté
moneta e provvide ad ampliare il castello dotando
la città di forti mura perimetrali lungo le
quali edificò le porte di San Leonardo e di
Santa Cristina. Alla fine del quattrocento, con la
sconfitta degli Angioini, che i Monforte avevano appoggiato,
Campobasso passa agli Aragonesi ed in seguito ai De
Capoa. Ferdinando I dAragona concede ai campobassani
la possibilità di costruire le abitazioni addossandole
alle mura perimetrali. Agli inizi del cinquecento
i De Capoa sono feudatari in Campobasso. La città,
grazie alla felice posizione geografica, vive di un
florido commercio; infatti larea al di fuori
dalle antiche mura, con le chiese di Santa Maria Maddalena
e della SS. Trinità, è contraddistinta
da una notevole vivacità di scambi nei vari
settori dellartigianato. Nel 1530 diventano
signori di Campobasso i Gonzaga che ne aumentano il
prestigio. A loro si deve la riorganizzazione urbana
della cittadina; in ogni rione le singole strade sono
indicate con il nome dellattività lavorativa
prevalente come ad esempio scarparìe, ferrarìe,
oreficerìe (lattuale Via degli Orefici,
ricca ancor oggi di botteghe e negozi di orafi). Signori
della città, dopo i Gonzaga, sono i Vitagliano
nel 1638 e successivamente i Carafa. La vita cittadina
è animata da confraternite due delle quali,
quella dei Crociati e dei Trinitari, in forte contrasto
fra loro. Le rivalità nascevano dalla volontà
di affermare la supremazia di una classe sociale sullaltra.
Diversi e violenti furono gli scontri fra queste fazioni
che insanguinarono, per buona parte del secolo, le
strade della città. Le due confraternite posero
fine alle lotte fratricide solo nel 1587, con la mediazione
di Fra Geronimo da Sorbo. In queste drammatiche vicende
si inserisce la tragica storia damore tra Delicata
Civerra[7] crociata e Fonzo Mastrangelo trinitario.
Il loro matrimonio, come nel famoso Romeo e
Giulietta di William Shakespeare, viene impedito
dalle rispettive famiglie. Fonzo fugge e si arruola
nella milizia. Delicata Civerra per il dolore si ammala
e muore proprio nel giorno in cui le parti avverse
fanno pace. Il Mastrangelo, ricevuta la triste notizia
della morte dellamata, abbandona tutto ed entra
nellordine francescano. Ancora oggi, nellatmosfera
suggestiva del centro cittadino, un sontuoso corteo
con i costumi dellepoca, rievoca la pace fra
Crociati e Trinitari. Nel corso del Seicento Campobasso
ha un ulteriore sviluppo grazie anche alla vicinanza
dei tratturi che favoriscono le comunicazioni con
altri centri e larrivo di commercianti forestieri.
Il settecento è attraversato da idee nuove
e la struttura feudale della società viene
vista come un intralcio alle iniziative della nuova
classe emergente: la borghesia. Questa ventata di
novità arriva anche a Campobasso. Ci sono uomini
che, come Francesco de Attelis, Anselmo Chiarizia
e Giovan Matteo Japoce, si prodigano in cause contro
i feudatari. Molti intellettuali come Giuseppe Zurlo,
Giuseppe Maria Galanti, Francesco Longano, Paolo Nicola
Giampaolo, sostengono la necessità di superare
limmobilismo economico-sociale provocato dal
feudalesimo. Campobasso diviene il cuore pulsante
della cultura molisana, in cui trovano rifugio molti
intellettuali del tempo come Gabriele Pepe e Vincenzo
Cuoco. Alla morte del duca Carafa, Campobasso chiede
di riscattare il feudo. Nel periodo che va dal 1728
al 1735 membri della borghesia capeggiano la rivolta.
Scoppiano numerosi e cruenti tumulti per sottrarre
la città ai feudatari ma solo nel 1742 i campobassani,
al prezzo di ingenti sacrifici, riscattano il feudo.
Questo atto è cruciale nella storia della città
perché rappresenta laffrancamento dalla
servitù feudale e la fine di un lungo medioevo.
Nel 1755 Carlo di Borbone re di Napoli concede a Campobasso
il rango di città modello. Agli inizi dellottocento,
in piena età napoleonica, viene istituita la
Provincia di Molise e Campobasso, come capoluogo,
diviene sede di numerosi uffici amministrativi. La
popolazione, nonostante le gravi perdite umane e materiali
provocate dal terremoto del 1805, si moltiplica e
di conseguenza anche la città si espande. Si
rende necessario realizzare un piano urbanistico per
soddisfare nuove e molteplici esigenze. Vengono presi
in considerazione due progetti, quello del Musenga
e quello di Vincenzo Wan Rescant. Il Musenga immagina
ledificazione di un intero quartiere a schema
ortogonale, invece Wan Rescant prevede lespansione
del tessuto urbano intorno ad una sola grande piazza
con al centro ledificio sede dellamministrazione
civica. Al sistema radiale del Wan Rescant è
preferito quello del Musenga. La parte nuova della
città si sviluppa in luogo pianeggiante, sulle
campère, così chiamato perché
un tempo era occupato dai campi coltivati e dai boschi.
Campobasso doveva essere monumentale, funzionale,
unitaria e moderna, destinata ad una borghesia ormai
disposta ad abbandonare la città feudale, ritenuta
poco rappresentativa socialmente per uno Stato che,
attraverso i palazzi pubblici, vuole creare limmagine
fisica dellautorità, come prima lo era
il castello sui monti. Le piazze alberate, che
ricordano le squares londinesi, i viali e le aiuole
fanno guadagnare a Campobasso lappellativo di
città giardino. In Italia i primi
decenni del novecento furono caratterizzati da una
situazione politica precaria dovuta a molteplici fattori:
lassassinio del re Umberto I, linizio
della campagna coloniale, lo scoppio del primo conflitto
mondiale e lavvento della dittatura fascista.
Campobasso visse con partecipazione questi eventi
anche se era in un periodo di grandi trasformazioni
e cominciava a godere di alcuni importanti benefici.
Nel 1910, infatti, entrò nelle case lenergia
elettrica e, a partire dagli anni venti-trenta, vennero
realizzate importanti costruzioni: gli edifici per
la scuola elementare DOvidio, la
Banca dItalia e il Teatro Sociale (poi Teatro
Savoia), il palazzo delle Poste e Telegrafi, la Camera
di Commercio, il Palazzo della G.I.L., il Palazzo
di Giustizia, lIstituto per gli orfani di guerra
(attuale sede del Conservatorio musicale) e lIstituto
Tecnico L.Pilla. Parallelamente a questa
attività edilizia furono tracciate nuove strade
e lastricate piazze, costruiti marciapiedi, piantati
alberi, innalzati monumenti e fontane. Anche liniziativa
privata diede il suo valido contributo edificando
eleganti palazzi e dotando la città di alberghi,
ristoranti, bar, negozi e cinema. Nel 1927 la sede
vescovile, con bolla pontificia, venne trasferita
da Bojano a Campobasso. La tragedia della seconda
guerra mondiale risparmiò Campobasso dalle
distruzioni provocate dai bombardamenti alleati. Nei
primi anni del secondo dopoguerra la città
conobbe una discreta ed armoniosa espansione ma è
con listituzione della Regione Molise nel 1963
che Campobasso vive una vera e propria rivoluzione.
Divenuta capoluogo di regione infatti conosce un notevole
incremento demografico ed un conseguente sviluppo
edilizio, essendo sede di importanti uffici regionali
e di numerose filiali e agenzie di banche e di assicurazioni.
Come era avvenuto agli inizi dellottocento la
città rinasce grazie alla sua importanza amministrativa.
Dal 1982 è sede dellUniversità
degli Studi del Molise la quale in pochi anni, con
le sue facoltà e i suoi numerosi corsi di laurea,
è diventata uno dei centri universitari più
dinamici del centro-sud Italia. Con la recente apertura
del Centro di Ricerca e Formazione ad Alta Tecnologia
nelle Scienze Biomediche dellUniversità
Cattolica del Sacro Cuore, Campobasso è una
città allavanguardia internazionale nei
settori di diagnosi e di cura di varie branche della
medicina come loncologia, i trapianti, le patologie
cardiache e la medicina ultraspecialistica.
Castello
Monforte
Monumento nazionale domina, a circa 800 m s.l.m.,
la città di Campobasso. Il castello Monforte
fu costruito nel 1459 ad opera del conte Cola, sembra
su una preesistente struttura di origine normanna
o longobarda. Avvalorano questa tesi le mura di cinta,
le torri di scolta, la mole e la forma stessa del
castello. Le linee non lievi, tipiche delle dimore
cinquecentesche, e lo stesso colore grigio scuro del
calcare conferiscono al maniero laspetto di
fortilizio più che di dimora signorile. Posto
sulla cima del monte che sovrasta Campobasso ledificio
si presenta infatti come un massiccio quadrilatero
con ingresso principale, ora non più utilizzato,
rivolto verso la città sottostante. Ci sono
tracce del ponte levatoio e delle torri laterali poste
a difesa. Le finestre, poche e quadrate, sono piccole
tanto che si confondono con le feritoie. Svetta in
alto una grande torre rettangolare che attualmente
ospita la stazione meteorologica dellaeronautica
militare. Alla sommità delle mura vi è
una lunga sequenza di merli guelfi. Al di sopra dellattuale
ingresso, prospiciente un ampio piazzale, vi è
lo stemma dei Monforte composto da una croce contornata
da quattro rose. Linterno del castello è
molto scarno; salendo la spoglia gradinata si arriva
sulla terrazza dalla quale si ammira un panorama ampio
e suggestivo: si vedono i resti delle mura osco-sannite,
la struttura a ventaglio del borgo antico, la città
di Campobasso e i tanti paesini intorno. Lo sguardo
spazia dalle valli dei fiumi Biferno, Trigno e Fortore,
ai monti dellAbruzzo, con la splendida Majella,
dalle verdi montagne dellAlto Molise fino alle
gialle colline della Puglia.
La
cattedrale
Nel 1504, per volere del feudatario Andrea de Capoa,
fu edificata al di fuori della cerchia muraria feudale
la chiesa della SS. Trinità. In essa ebbe sede
la confraternita della Trinità, soppressa nel
1809, divenuta celebre nel XVI secolo per le lotte
con quella dei Crociati. Distrutta dal terremoto del
1805, fu ricostruita su progetto dellarchitetto
Berardino Musenga. Fu riaperta al culto nel 1829 diventando
parrocchia e sede del Capitolo Collegiale. Nel 1860
fu chiusa al culto e utilizzata dalle truppe regolari
quale caserma. Nel 1900 fu riaperta ai fedeli, diventando
sede cattedrale nel 1927. Oggi è la chiesa
più rappresentativa della città. La
facciata ricalca lo stile neoclassico con pronao esastilo
e frontone triangolare campeggiante nella parte superiore.
Linterno è diviso in tre ampie navate:
in quelle laterali si aprono due grandi cappelle mentre
nella centrale è possibile ammirare, sovrastante
laltare maggiore, un elegante baldacchino sostenuto
da capitelli corinzi. Nella navata di sinistra è
situato il fonte battesimale di granito a forma di
vasca quadrata risalente al 1745. Dietro laltare
sono situati il coro, realizzato in noce, e il magnifico
organo. Le vetrate policrome rappresentano i santi
difensori del dogma della Trinità: Sant'Agostino,
SantIlario, SantAnastasio e San Nicola.
Convitto
Mario Pagano
Il Convitto Mario Pagano cominciò ad essere
edificato nel 1879 sullarea dellex convento
di San Francesco della Scarpa e venne completato nel
1900. Ledificio, di mole imponente, si sviluppa
su tre piani nel corpo centrale e su due nelle sezioni
laterali. La facciata presenta al piano terra un ampio
portale centrale e una serie di finestre leggermente
arcuate. Allinterno vi sono ambienti spaziosi,
lunghi corridoi e una magnifica aula magna arricchita
da quadri dei pittori Romeo Musa e Marcello Scarano,
riproducenti usi e costumi della Regione. Nelloratorio
è possibile apprezzare un dipinto rappresentante
la Natività proveniente dalla Galleria Pitti
di Firenze. Ledificio si affaccia su un giardino,
impiantato alla fine dellottocento, che è
un vero tesoro botanico grazie alla presenza di specie
pregiate e rare. Tra gli alberi primeggia la sequoia
gigante che ben si è adattata al clima della
città raggiungendo unaltezza imponente.
Altra vera rarità è il Ginkgo biloba
originario della Cina noto per la forma a ventaglio
delle sue foglie e per il colore: verde intenso in
primavera e un acceso giallo oro in autunno. Il cedro
del Libano crea infine un angolo caratteristico con
i lunghi rami che si sporgono oltre linferriata.
Municipio
Nel 1874-76, sulle rovine di un antico convento dei
Celestini del 1200 andato distrutto in seguito al
tremendo terremoto del 1805, fu costruito ledificio
che è l'attuale sede del municipio. Il palazzo
presenta un ampio porticato che fa da atrio e unelegante
facciata a tre piani, sormontata da un quadrante dorologio.
Nellandrone si erge unimponente statua
equestre di San Giorgio, patrono della città.
Nellala destra del palazzo pubblico è
presente una piccola cappella dedicata a Santa Maria
della Libera, unica parte delloriginaria struttura
monastica che miracolosamente non andò perduta
con il rovinoso sisma.
Banca
d'Italia
Ledificio della Banca dItalia venne inaugurato
nel 1925; la sua costruzione comportò labbattimento
di molte case, compresa quella del Vecchio Dazio.
Lelegante palazzo è a tre piani. La facciata
laterale offre una visione architettonica più
scenografica: infatti, essendo leggermente arcuata,
sembra quasi voler accogliere laustero monumento
a Gabriele Pepe. Allinterno sono conservati
preziosi dipinti di artisti molisani tra cui Nicola
Biondi, Arnaldo De Lisio e Francesco Paolo Diodati.
I quadri rappresentano gli episodi più importanti
della storia molisana: lingresso di Ferrante
I Gonzaga in Campobasso, la visita di Papa Alessandro
III a Termoli e di Papa Celestino V ad Isernia, il
riscatto di Campobasso dal dominio feudale, la morte
di Amedeo VI di Savoia detto il Conte Verde, la pace
fra Crociati e Trinitari, larrivo del re Vittorio
Emanuele II a Venafro.
Sant'
Antonio Abate
La chiesa di SantAntonio Abate fu edificata
nel 1572, sopra i resti di una preesistente chiesa
di modeste dimensioni. È il monumento più
rappresentativo dellarte barocca a Campobasso.
Linterno è ad una navata con un magnifico
altare maggiore realizzato in marmo nel 1748. Sulle
pareti laterali vi sono quattro altari intagliati
in legno e rivestiti di oro zecchino. Nella chiesa
sono presenti pregevoli dipinti di Guarino da Solofra;
sua è la tela di San Benedetto del 1643 e alcune
altre, di piccolo formato, che si trovano sullaltare
dedicato a SantAntonio Abate. Numerosi i dipinti
sulle pareti del presbiterio di scuola napoletana
del XVII e XVIII secolo. Sul lato sinistro è
situato un notevole organo del 1696, impreziosito
dalla fine decorazione ad intaglio e dal ricco rivestimento
in foglia d'oro. Caratteristica è la statua
lignea di San Francesco realizzata dallo scultore
campobassano Paolo Saverio Di Zinno.
San
Bartolomeo
La chiesa dedicata a San Bartolomeo sorge su una terrazza
naturale che si affaccia sul borgo antico. Ubicata
allinterno delle antiche mura perimetrali del
castello, in prossimità della torre Terzano,
fu costruita nello stesso periodo della chiesa di
San Giorgio e affidata ai monaci Basiliani che successivamente
la cedettero ai Cavalieri di Malta. La facciata è
più ricca rispetto a quelle delle chiese vicine.
Il portale, del XIII secolo, è formato da un
arco che poggia su colonne cilindriche con capitelli
e foglie bizantine. La lunetta sottostante larco
del portale è divisa in due sezioni: nella
prima è raffigurato un Cristo Redentore benedicente
alla greca, nella seconda sono riprodotti i simboli
dei quattro evangelisti e di altre otto figure che
dovrebbero rappresentare i dottori della chiesa sulle
cui teste campeggia una mano espressione dellonnipotenza
divina. Lateralmente al portale sono presenti due
arcate cieche sorrette da lesene. Linterno,
recentemente restaurato, è formato da tre navate
con archi a tutto sesto. Alla destra dellabside
è conservata una targa capovolta che risale
al I° secolo dellimpero romano probabilmente
di origine funeraria. Il campanile, ricostruito nel
1874 dopo che il terremoto del 1805 lo aveva fatto
crollare, conserva ampi finestroni di stile rinascimentale.
San
Giorgio
La chiesa di San Giorgio, edificio di stile romanico
in pietra viva, sorge ai piedi del castello Monforte.
Alcune fonti storiche ne testimoniano lesistenza
fin dallanno 1099, essendo stata costruita sui
resti di un antico tempio dedicato ad Ercole. Alcuni
atti di donazione di terreni comprovano che nel XII
secolo fu il centro della vita religiosa e civile
dellantico borgo. Lo sviluppo urbanistico del
borgo verso la piana sottostante determina la perdita
del primato della chiesa di San Giorgio a favore di
quella di San Leonardo; nel 1338, infatti, il fonte
battesimale e larchivio parrocchiale vengono
trasferiti in questultima chiesa. Nel 1326,
grazie alla donazione del nobile Nicola de Ferraguto
venne edificata una cappella Bizantina, con cupola
cieca, della quale si conservano ancora le tracce
negli affreschi rappresentanti scene dellantico
testamento mentre nella volta a crociera si possono
scorgere le icone degli evangelisti e di alcuni dottori
della chiesa. Originariamente ad una sola navata,
nel 1428 vi furono aggiunte due navate laterali con
cappelle gentilizie. Durante il 1700 successive trasformazioni
portarono alla decorazione degli interni con stucchi
dorati. La semplicità e la nudità della
facciata è ciò che colpisce maggiormente
il visitatore. Sopra il portale una lunetta, formata
da un grosso blocco calcareo e divisa in due zone
semicircolari, reca un agnello crocifero decorato
con foglie. Sui muri perimetrali spiccano vari conci
recuperati e inseriti in archetti rappresentanti un
pellicano sul fianco destro e una testa dasino
a sinistra. Un terzo concio riproduce una personificazione
del sole. San Giorgio è venerato come patrono
della città di Campobasso e viene festeggiato
il 23 aprile. La tradizione narra come, in occasione
di una battaglia svoltasi nel 1200 nei pressi del
capoluogo, San Giorgio operò un miracolo salvando
la città. Nella cattedrale di Campobasso è
conservata una lapide che così descrive il
prodigioso evento: "Nella guerra civile del MCC
San Giorgio martire con forte esercito appare, le
quattro campane della sua chiesa non tocche suonano
da per se stesse a tremendo stormo, un cupo fragore
di armi si ode, il nemico fugge, i campobassani son
salvi".
San
Leonardo
La chiesa di San Leonardo, oggi sede dellomonima
parrocchia, è stata dal 1300 al 1500 il centro
della vita religiosa e civile per gli abitanti del
borgo. Il terremoto del 1456 fece crollare parte delledificio
che in seguito venne ricostruito ed ampliato La chiesa
si segnala per la sua aggraziata facciata: presenta
infatti un interessante composizione che fonde lo
stile romanico con il gotico del XIV secolo. Il portale
ha scarsa strombatura; una lieve gradazione di piano
fa acquistare rilievo alle decorazioni nei capitelli.
Gli archi a spirale della modanatura centrale salgono
fino a racchiudere il bassorilievo dellagnello
crocifero, posto nella lunetta centrale. Di particolare
interesse è la monofora laterale romanica,
decorata con motivi vegetali, che riporta alla tradizione
delle scuole pugliesi. Oggi, dopo unulteriore
restauro, la chiesa di San Leonardo ha acquisito una
nuova ed accogliente luminosità.
Santa
Maria della Croce
La chiesa di Santa Maria della Croce, situata nella
omonima e angusta via, venne fondata in epoca normanna
da fedeli che si congregarono nella confraternita
dei Crociati riconosciuta con vari diplomi pontifici
del 1073,del 1130 e del 1143. Distrutta dal terremoto
del 1805, fu ricostruita interamente nel 1930-36.
Unica in Campobasso presenta la cupola al centro delledificio.
Linterno è diviso in tre navate. Vi si
possono ammirare due pregevoli statue in legno raffiguranti
san Nicola da Tolentino e la Madonna della Consolazione.
Artisticamente pregevole è anche la statua
dellAddolorata portata in processione il Venerdì
Santo.
Santa
Maria Maggiore
La chiesa di Santa Maria Maggiore, prospiciente il
castello Monforte, è lantica Santa Maria
del Monte. La prima notizia sicura della sua esistenza
risale al 1354. Era sorta infatti come semplice cappella
gentilizia dedicata alla Vergine e, nel tempo, adibita
anche a luogo di sepoltura delle famiglie feudatarie.
Nel 1905 la chiesa venne affidata ai Padri Cappuccini
che ancora oggi la custodiscono. Lintero edificio
di culto è stato restaurato; la facciata ha
un paramento murario in pietre di Vinchiaturo con
bugne scabre collocate irregolarmente. Allinterno
ha un pregevole altare in marmi policromi. Particolarmente
interessante è la statua della SS.Vergine del
1334, devotamente venerata. Notevoli per la loro sensibilità
stilistica sono gli affreschi di Amedeo Trivisonno
e di Leo Paglione. Sulla destra dellingresso
è una cappellina dedicata a San Pio da Pietrelcina,
nella quale sono custoditi gli oggetti appartenuti
al santo durante la sua permanenza nel convento attiguo
alla chiesa negli anni 1905 e 1909.
Teatro
Savoia
Sullarea dove precedentemente era stato eretto
il Teatro Margherita venne costruito, negli anni venti,
il corpo edilizio che comprende lattuale Teatro
Savoia, chiamato in un primo tempo Teatro Sociale.
Linaugurazione avvenne nel 1926 con la rappresentazione
dellopera lirica Tosca di Giacomo
Puccini. Sulla platea, a forma di ferro di cavallo,
si affacciano quattro ordini di palchi, raggiungibili
mediante due scalinate che si diramano dal foyer.
Il palcoscenico, separato dalla platea dal golfo mistico,
ha una capienza per quaranta orchestrali. Allinterno
del teatro si possono ammirare gli affreschi realizzati
da Arnaldo De Lisio che rappresentano scene di vita
quotidiana e luoghi caratteristici di Campobasso e
del Molise. Di notevole suggestione è laffresco
il Trionfo dei Sanniti che copre lintera
volta della platea. Interessanti sono anche le opere
in ferro battuto realizzate dallartista campobassano
Giuseppe Tucci. Nel 2002, con unesemplare opera
di restauro, il teatro è stato restituito alla
città tornando ad essere uno dei centri di
aggregazione culturale più amati.
Villa
de Capoa
La settecentesca villa comunale De Capoa,
recentemente recuperata con un accurato progetto,
è uno dei luoghi più suggestivi della
città. Lingresso principale, con il pregiato
cancello in ferro battuto, si affaccia su piazza Savoia.
Il parco è di stile classico con viali grandi
e piccoli, bordati da curate siepi di sempreverdi,
che si intersecano. La presenza di statue, di sedili
marmorei, dellelegante balaustra conferiscono
allambiente armonia e bellezza creando angoli
incantevoli per il riposo e la meditazione nel cuore
stesso della città. Le specie vegetali presenti
sono varie e degne di attenzione: alte sequoie, possenti
cedri del Libano, eleganti cipressi, abeti rossi,
profumati tigli continuano ad avere una funzione non
solo ornamentale: sono la testimonianza della cultura,
del gusto e dellarte di coloro che tanti anni
fa hanno realizzato questo gioiello.
MANIFESTAZIONI
Incantevoli e coinvolgenti sono le manifestazioni
che si svolgono durante lanno in città.
La processione del Venerdì Santo è tra
gli appuntamenti più importanti e sentiti della
tradizione campobassana. Vi partecipa un maestoso
coro di circa ottocento cantori che, intonando il
Teco vorrei (un testo musicale che riprende
dei versi di Pietro Metastasio), fa rivivere allimmensa
folla di fedeli, raccolta lungo le vie principali
della città, gli avvenimenti della Passione
di Gesù. Poco sentita invece la festività
patronale, San Giorgio. Il 31 maggio, in occasione
della festività della Madonna dei Monti, si
realizza, lungo le strette vie del borgo antico, una
suggestiva infiorata con la quale si illustrano scene
sacre e simboliche. La manifestazione più coinvolgente,
che richiama una moltitudine di persone da ogni parte
dItalia in occasione della festività
di Corpus Domini, è la sagra dei Misteri. La
Sagra, che è la più importante manifestazione
della cultura popolare e religiosa molisana, consiste
in una sfilata di tredici Misteri o macchine
o ingegni ideati dallartista Paolo
Saverio di Zinno nel 1748. Le strutture, poggianti
su basi di legno, sono state realizzate in una lega
dacciaio molto flessibile. Esse sono portate
a spalla da gruppi di portatori che avanzano al ritmo
scandito dal capo mistero e cadenzato dalla banda
musicale. I Misteri rappresentano quadri
del Vecchio e Nuovo Testamento. A Campobasso
i Misteri sono viventi: bambini, anziani
e adulti, si trasformano in santi, angeli e demoni;
ancorati alle strutture in acciaio e legno appositamente
rivestite, offrono una visione surreale e generano
limpressione che i personaggi aleggino veramente
nellaria. Ogni anno si svolge anche un corteo
in costumi depoca per rievocare un importante
evento storico del cinquecento: la pace fra Crociati
e Trinitari, ideata dal cittadino campobassano d'adozione,
ma larinese di nascita, l'avv. Corrado Caluori che
ha anche fondato una associazione, la "Pro Crociati
e Trinitari" che dal 1997, anno della sua morte,
si preoccupa di portare avanti la manifestazione.
La sfilata, che si snoda per le strade del centro
cittadino, fa rivivere latmosfera affascinante
del tempo passato. Campobasso, inoltre, dal 2002,
ospita un Festival Internazionale del cinema, ideato
dall'Assessorato alle Politiche Sociali e Giovanili
del Comune a dal Cineclub Kimera [1] di Termoli, dal
nome di "Kimera Film Festival" ex "La
Notte dei Corti Viventi". Il Festival è
l'unico evento internazionale legato al cinema che
la regione possa vantare, oltre ad essere la manifestazione
cinematografica con la massima anzianità regionale
e con la migliore continuità. L'edizione 2008
si terrà dal 28 al 31 maggio. Nel 2007 è
tornata Moliseinfiera, la maggiore rassegna espositiva
della regione.
Festività
del Corpus Domini
Ogni anno, nella domenica del Corpus Domini, nelle
vie della città sfilano i misteri, strutture
in una lega ferrea flessibile e resistente. Misteri
si presentano come dei carri allegorici su cui sono
esposti i misteri della bibbia. I personaggi sono
reali, e per ragioni di peso la maggior parte dei
personaggi sono bambini, specie coloro che sono eretti
e posti in alto. La sfilata si così compone:
S.Isidoro, La Maddalena, S. Rocco, S. Antonio Abate,
S. Michele Arcangelo, SS. Cuore di Gesù, La
Concezione, S.Crispino, S. Leonardo, S. Gennaro, Abramo,
L'Assunta, S. Nicola. Alla fine della manifestazione,
dal palazzo comunale l'arcivescovo metropolita di
Campobasso-Boiano impartisce la Benedizione ai Misteri.