Agnone
è un comune della provincia di Isernia. Agnone
è famosa in tutto il mondo per la sua fabbrica
di campane, una delle pochissime cha ha la possibilità
di usare lo stemma pontificio.
CARATTERISTICA
Il 24 dicembre ad Agnone si svolge la 'Ndocciata',
il più grande rito di fuoco che si conosca:
è una sfilata di migliaia di enormi fiaccole
costruite artigianalmente. Dal 2000 tale evento si
svolge in alcune occasioni il giorno dell'Immacolata
Concezione. Questa tradizione, che probabilmente nell'antichità
era connessa ai riti della rinascita della luce, oltre
che ad Agnone si è conservata - in misura minore
- anche a Santo Stefano di Sante Marie (L'Aquila)
ed ha assunto una diversa valenza legandosi alla festività
del Natale. Tre giorni da non perdere assolutamente
sono quelli riguardanti la Fiera delle Arti e Mestieri
Antichi, a cura dell'Associazione Culturale Kerres:
dal 17 al 19 agosto di ogni anno una vasta area del
centro storico ospita artigiani al lavoro, ospitati
nelle antiche botteghe di matrice veneziana. Si possono
ammirare orafi, ramai, conciatori, artigiani del ferro
battuto, tombolo e ricamo e altri ancora alle prese
con i loro antichi mestieri che mostrano e spiegano
alle migliaia di turisti le fasi e la magia delle
loro lavorazioni artigianali. Inoltre troviamo lavorazioni
artigianali di confetti, dolciumi vari e prodotti
caseari lavorati in loco. Il tutto allietato da trampolieri,
giocolieri, sputafuoco e gruppi di musica popolare:
uno dei momenti di maggior successo è la rievocazione
dell'Antica Serenata Agnonese. Ovviamente è
possibile gustare gli ottimi prodotti della gastronomia
locale nei vari punti ristoro dislocati all'interno
della manifestazione, nei quali è possibile
cenare con pochi euro.
DA
VEDERE
Il Museo Internazionale della Campana sorge accanto
all'antichissima Fonderia Pontificia Marinelli, una
delle più antiche del mondo.
Le Antiche Fonderie del Rame si trovano a pochi chilometri
dal centro abitato, nella valle del Fiume Verrino:
sono delle antiche fonderie a funzionamento idromeccanico
nelle quali si producevano dei semilavorati in rame
che venivano poi inviati alle oltre 180 botteghe di
ramai agnonesi che, da tali semilavorati, producevano
tine, caldai e vari oggetti in rame.
La Chiesa di S. Marco Evangelista del XII secolo presenta
un notevole portale rinascimentale.
La Chiesa di S. Francesco è considerata monumento
nazionale. Risalente al XIV secolo, ha un caratteristico
portale gotico sormonato da un affascinante rosone.
Da sottolineare la superba cupola a tamburo e l'originale
torre campanaria (con la parte finale in ferro battuto).
All'interno della chiesa, con decorazioni di Ambrosio
Piazza, si trovano ricchissimi altari e affreschi
del molisano Paolo Gamba.
Attiguo alla Chiesa di S. Francesco troviamo l'ex
Convento dei PP. Conventuali, con un magnifico chiostro
(alle cui pareti si trovano affreschi rappresentanti
la vita di S. Francesco), oggi sede della Biblioteca
Comunale e della Mostra Permanente del Libro Antico
con volumi rarissimi, come un'antica copia dell'Opera
Omnia di Platone, risalenti al XVI secolo.
La Chiesa di S. Emidio risale al XIV secolo, con uno
splendido portale gotico, conserva al suo interno
capolavori d'arte di Giulio Monteverde, Giacomo Colombo,
Giovanni ed Amalia Dupré. Caratteristiche sono
le statue lignee dei 12 apostoli, a grandezza naturale,
attribuite a scuola napoletana del 1650. Adiacente
alla chiesa troviamo la Biblioteca Emidiana, ricca
di testi antichi del XI secolo.
Per caratteristiche architettoniche e opere custodite
sono da visitare anche le chiese di S. Pietro, San
Nicola, Sant'Antonio Abate (con annessa torre campanaria
visitabile), San Biase (chiesa più antica di
Agnone, del XI secolo), Sant'Amico, Santa Croce, la
Trinità, L'Annunziata. Nel solo centro abitato
si trovano 13 chiese, a testimonianza della forte
influenza che esercitava nei secoli addietro il Vaticano
in questo lembo dell'Alto Molise.
Non meno interessante è l'architettura civile
del paese: il centro storico è di chiaro stampo
veneziano, infatti avventurandosi lungo le stradine
del borgo antico ci si imbatte di frequente nelle
caratteristiche botteghe veneziane e in piccole statue
di pietra raffiguranti, per l'appunto, leoni veneziani.
L'Antica Bottega Orafa sita in Corso Garibaldi testimonia
un'antica migrazione di artigiani lagunari verso Agnone,
avvenuta secoli addietro per opera della famiglia
Borrello.
Molto bella è la Piazza principale del centro
storico, Piazza Plebiscito, anticamente detta Piazza
del Tomolo, nella quale confluiscono sette strade
che partono da altrettante altre zone del borgo antico
e che ospita una caratteristica fontana marmorea risalente
al 1881 (anno della costruzione del primo acquedotto
urbano agnonese), restaurata, come tutta la Piazza,
tra la fine del 2006 e i primi mesi del 2007.
Come detto, il Teatro Italo-Argentino fu costruito
nel primo dopoguerra con i fondi degli agnonesi del
Sudamerica. Esso funziona sia come teatro (l'unico
in provincia d'Isernia), sia come cinema.
STORIA
La tradizione vuole che Agnone sia sorta sulle rovine
della città sannitica Aquilonia distrutta dai
Romani durante la conquista del Sannio: nella zona
sono stati recuperati diversi reperti archeologici,
come la stele funeraria di Vibia Bonitas, attualmente
conservata al Teatro Italo Argentino, nel centro storico
della cittadina. Agnone era un importante centro durante
la dominazione longobarda, e andò poi decadendo
nei secoli immediatamente precedenti il 1000, mentre
la Valle del Verrino e le alture circostanti divennero
luogo di eremi, piccoli monasteri e piccole colonie
agricole. Nel 1139 la potentisima famiglia dei Borrello,
Conti di Pietrabbondante e capitani di ventura di
Venezia, portarono sul luogo un notevole numero di
soldati e artigiani veneziani, probabilmente provenienti
dalle colonie dalmate della Serenissima (una più
recente ipotesi dello scrittore veneziano Alvise Zorzi,
propone la provenianza di questo gruppo dalle colonie
veneziane della Puglia, ma il riscontro rimane impossibile
per assenza di documenti e la questione resta dubbia).
Appare però evidente la fondazione veneziana
del paese vero e proprio - sorto sul colle arcuato
di fronte al Monte Caraceno - a causa dei chiari segni
di cultura veneziana ancor oggi osservabili nel quartiere
originario, quello della Ripa, altrimenti detto "borgo
veneziano". L'importanza di Agnone andò
crescendo nel periodo angioino ed anche in quello
aragonese, al punto che durante il regno borbonico
delle Due Sicilie, la città fu tra le 56 città
regie, direttamente dipendenti dal Re, libere da qualunque
altra soggezione di tipo feudale, dotate di alto tribunale,
con diritto di comminare pene capitali. Appartenente
da sempre all'Abruzzo Citeriore, quando Giuseppe Bonaparte
decise di creare la Regione Molise, essa fu lasciata
con la regione di appartenenza. Ma durante il regno
di Giacchino Murat, i maggiorenti del luogo chiesero
ed ottennero il passaggio al Molise, fondando la richiesta
sulla difficoltà geografica dei collegamenti
abruzzesi, e sperando di assurgere ad un ruolo di
dominio nella nuova, piccola regione. La prima delusione
colse gli Agnonesi subito dopo questo passaggio, giacché
i tre distretti in cui il Molise fu diviso, ebbero
come centri e capoluoghi Larino, Campobasso ed Isernia,
escludendo Agnone da ogni ruolo di preminenza amministrativa.
L'Italia unita, del resto, riunificando l'Abruzzo
e il Molise in un'unica regione, rese di fatto superato
questo problema. Fiorente per ampiezza dell'agro e
per numero e volume di imprese artigiane, Agnone poté
sviluppare, nel corso dell'800, un alto numero di
menti colte: medici, filosofi, giuristi, teologi,
da cui le venne il nome onorifico di "Atene del
Sannio". La rivoluzione dei prezzi legata al
primo sviluppo dell'industria italiana di fine Ottocento,
tuttavia, intaccò quest'equilibrio, dando il
via al fenomeno dell'emigrazione. Durante il Regime
fascista, Agnone fu sede di confino per numerosi oppositori
del regime, tra cui don Raimondo Viale, protagonista
de "Il prete giusto" di Nuto Revelli. Dal
1940, ad Agnone sorse un campo di concentramento per
famiglie di zingari rom rastrellate in tutta Italia.
Il prefetto locale a tale scopo, scelse ed ottenne
dal vescovo dell'epoca la concessione del convento
di S. Bernardino. L'ultima crescita demografica, Agnone
la ebbe negli anni '40, per poi subire una continua
diminuzione dagli anni '50 ad oggi. Parallelamente
- e paradossalmente - la cittadina vedeva i segni
sicuri di un notevole sviluppo socio-economico, quali
la nascita del locale Ospedale Civile, e quella delle
scuole superiori, tra cui il Liceo Scientifico (primo
del Molise), l'Istituto Tecnico Industriale, L'Istituo
Professionale, tuttora presenti. È poi da menzionare
- nel primo dopoguerra - la nascita del Teatro Italo
Argentino (fondato grazie agli apporti degli agnonesi
d'Argentina) che fu a lungo uno dei più ampi
dell'Abruzzo-Molise, e al giorno in cui scriviamo
(marzo 2008) è tornato ad esserlo per la chiusura
di alcuni grandi teatri delle due regioni. Gli ultimi
decenni hanno visto Agnone sviluppare una cultura
turistica moderna ed articolata, con la diffusione
degli sport equestri, la creazione di numerosi centri
di agriturimo, la costruzione di piscine, l'ospitalità
di eventi di spettacolo e di studio (questi ultimi
legati al mondo delle scienze mediche, della religione,
e soprattutto alle notevoli ricchezze archeologiche
e paleontologiche del circondario).